Arni 15/01/2006
Come fare esperienza di calzatura ramponi

Più in alto l'azzurro profondo del cielo non mi dice la gioia. 
Vorrei somigliarvi superbe montagne che amo. 
Vorrei come voi alzare i miei fianchi poderosi al cielo, stendere sopra le valli eterni ghiacciai immobili. 
Vorrei come voi rimanere, imitando l'eterno. 
Ma il mio destino è lo stelo di un fiore e una foglia d'autunno nell'aria che vibra.

 ( tratto da montagna vissuta a cura di Achille Quarello)

Questa volta il gruppo è più numeroso ci ritroviamo in sei: io Alessandro, Giuseppina, Mario, Rossano e Luca con Sabrina. 
Siamo intenzionati a salire sino al Passo Fiocca e se possibile anche in vetta al monte Sumbra.
Partiamo alle ore 07,30 alla volta di Arni
, piccola frazione del comune di Stazzema arroccata alla sommità della vallata della Turrite Secca. Dalla Versilia la si raggiunge percorrendo la carrozzabile per Seravezza e successivamente per Castelnuovo Garfagnana; superata la galleria del Cipollaio si prosegue ancora per circa un chilometro e, in località Tre Fiumi, si svolta a sinistra seguendo le indicazioni.In corrispondenza di una curva a sinistra si prosegue a dritto verso il centro del paese e parcheggiando nella piazzetta.
Ci prepariamo indossando gli scarponi per la neve e ghette e ci dirigiamo verso il ponticello che attraversa il torrente della
Turrite Secca qui troviamo una fontana e proprio da qui parte la mulattiera che interseca la carrozzabile e prosegue nei prati già pieni di neve ghiacciata. 
Giungiamo a un piccolo gruppo di case le
case di Oriali da dove parte il sentiero n° 144 per il Passo Fiocca; ci incamminiamo su questo sentiero e subito ci accorgiamo che il percorso non sarà facile infatti facciamo molta fatica a mantenerci in equilibrio e dopo poco decidiamo di indossare i ramponi.
Proseguiamo bene ma la neve non è sempre presente e ampie zone di paleo si frappongono a zone innevate, infine giungiamo a una cresta sassosa e ripida priva di neve e allora via i ramponi, saliamo seguendo i segni del sentiero, siamo al riparo del vento e il sole si fa sentire ci togliamo anche il primo strato di indumenti e saliamo ancora e il tragitto ci porta ad attraversare un largo canale e poi una vasta zona pianeggiante o quasi molto innevata e allora di nuovo i ramponi ai piedi, ok andiamo avanti, questo tratto è molto bello sotto, molto sotto di noi il paese di Arni.
Per l'ennesima volta la neve diminuisce e ci ritroviamo su delle rocce e che si fà? Ma naturalmente ci togliamo i ramponi, dobbiamo per forza arrampicarci per rocce, vediamo sul crinale opposto un omino di segnalazione è lì la nostra prossima meta ma tra l'omino e noi c'è un'altro canale innevato e un traverso molto ripido e allora via di nuovo i ramponi ai piedi, percorriamo il tragitto che ci separa dalla nostra meta e giungiamo sul crinale.
Questo punto dell'escursione anche senza neve è il punto se non impegnativo è sicuramente il punto dove dobbiamo sicuramente fare attenzione perché si deve scendere tenendosi a delle rocce abbastanza scoscese ma con la neve e per di più ghiacciata a tratti da ghiaccio vivo ci scoraggia da tentare la discesa, proviamo a portarci più in alto, intanto un vento fortissimo ci fa rabbrividire, tentiamo la discesa ma la pendenza è troppa e i ramponi non fanno presa si decide di tornare indietro, appena al riparo decidiamo di tornare verso Arni.
Riprendiamo il sentiero o meglio le tracce lasciate poco prima e ci dirigiamo verso valle con il solito tormento del leva e metti i ramponi.
Giungiamo in un posto al riparo del vento e con il sole in faccia e decidiamo all'unanimità di fermarci a mangiare, la Giuseppina faceva un pò il broncio perché voleva accendere il fuoco per arrostire le salsicce ma su questo territorio a paleo è come accendere un fiammifero in un pagliaio, meglio desistere, comunque non ci mancava niente dalle salsicce al formaggiai dolci e le varie grappe variamente aromatizzate.
Neanche a farlo a posta mentre stiamo lì che ci godiamo il solicello una nuvola dispettosa si frappone tra noi e il sole, la temperatura di conseguenza si abbassa tanto da indurci a ripartire, percorriamo la cresta sassosa e poi ci inoltriamo sul sentiero che ci condurrà in breve al paese solo che anche qui ci troviamo su parecchia neve, l'unico che si è rimesso i ramponi sono stato io e gli altri il giorno dopo si saranno svegliati sicuramente con qualche ematoma sul fondo schiena.
Giungiamo al parcheggio non siamo delusi di non poter aver terminato l'escursione come si era pensata ansi capiamo che è stato meglio desistere che rischiare inutilmente rimandando a un'altra occasione  a tornare da queste parti magari in una bella giornata di primavera dove si possono ammirare delle fioriture stupende.
Questa escursione per chi non l'ha mai fatta d'inverno con la neve è da segnalare che vi sono molti passaggi ripidissimi e esposti inoltre il passaggio dal versante di Arni al Fato Nero è bene farlo con attrezzatura idonea, corda, imbrachi e attrezzatura da ghiaccio,  attenzione è molto pericoloso!!!!!