16/12/2007 M. Gabberi
"sta nella cruda nudità rupestre
il Gabberi, irto qual ferrato casco"
(Le Laudi).

Percorso: La Culla mt. 450 - M. Gabberi mt. 1108 - Foce di S. Anna  a quota 830 mt. - S. Anna di Stazzema mt. 660

 
Sentieri percorsi: 107 -  La Culla-Case Lecci-Vetta Monte Gabberi-San Rocchino
4 -  Valdicastello-Case di Berna-Foce di Farnocchia-Farnocchia
Dislivello: 658mt. Tempo di percorrenza: 4 ore circa,
Classificazione: E Punti sosta: Paese di S.anna
Acqua:  Alla partenza dalla Culla, sul sentiero n° 104 in prossimià di S. Anna, e a S.anna Periodo consigliato: Tutto l'anno

Perché gli uomini vogliono salire in alto, sulle montagne, che cosa li attira, cosa li spinge a cercare lassù, a volte pericoli e morte?
La Montagna infatti anche questo richiede. L'alpinismo costa lotta e fatica, è vero, ma quelli che lo fanno cercano questa competizione . E' la passione che li porta in alto, l'amore del vero, del bello, che porta fin lassù a guardare dell'opera del Creato, fino a sentire vicina la voce dell'Eterno.
E' un desiderio di infinito, un fascino che attrae fino a non potervici sottrarre, un avvicinarsi alle stelle, un fuggire dal basso della materia. 

Il poter dire: "ecco, sono arrivato quassù" ripaga gli uomini più nobili di tante fatiche

Ce la prendiamo calma oggi abbiamo deciso di partire alle ore 08,00, Rossano arriva con dieci minuti di ritardo, d'altronde arriva da Cintolese in quel di Monsulmano e dobbiamo essere indulgenti, raggiungiamo Marco e assieme a  Giuseppina e il sottoscritto Alessandro. Decidiamo per questa bella passeggiata sul " balcone delle Apuane che è il Monte Gabberi.
 
Il Monte Gabberi (m.1108) rappresenta uno dei punti più panoramici di tutte le Apuane meridionali: infatti la sua vicinanza alla costa fa si che dalla sua vetta si possa godere di un panorama vastissimo comprendente tutta la costa tirrenica da Viareggio fino a la Spezia il lago di Massaciuccoli, il Camaiorese e lo Stazzemese e tantissime cime della catena apuana. Forma una vasta dorsale che incombe sopra la conca di Camaiore separandola dal bacino del torrente Vezza: i suoi pendii sono prevalentemente boscosi con alcuni affioramenti rocciosi, inoltre sul versante settentrionale, vicino al paese di Farnocchia, si trova un curioso monolite noto come Pietralunga del Monte Gabberi, mentre la parte orientale della montagna è meglio conosciuta come Monte Gevoli.
Ci portiamo al paese della Culla a pochi km da Pietrasanta, a quota 450 mt.
Da Pietrasanta, lungo la Via Sarzanese, si prende il bivio per Monteggiori e, dopo circa 6 Km. di strada in salita ed a tornanti, si giunge al delizioso borgo costruito su un ripido pendio, interamente circondato da uliveti. Le case e la Chiesa poggiano su strati orizzontali di roccia sulle propaggini meridionali del Monte Gabberi.
L'esiguo numero di abitanti trae le sue risorse economiche dalle varie lavorazioni, artigianali ed industriali, svolte nelle aziende della piana. Godendo di un clima fresco e ventilato, grazie all'apertura verso il mare.
Lasciamo l'auto nel piccolo parcheggio dove è possibile fare anche rifornimento d'acqua a una fontana.
Iniziamo la nostra escursione sotto una fitta nevicata, stranamente guardando verso il mare il celo è completamente sereno e il sole splende, a noi ci tocca questa neve inaspettata e temperature rigidissime abbassate ancor di più da un forte vento di tramontana.

Scendiamo per alcuni metri e prendiamo una salita asfaltata che parte sulla sinistra sul muro c'è anche segnato il numero107  del sentiero per il Gabberi. Saliamo dal lato sud-ovest della montagna entrando ben presto nel bosco di lecci e faggi, non ostante la natura si sia riappropriata del territorio si notano ancora gli antichi terrazzamenti segno di una civiltà contadina qui un tempo molto presente.
Transitiamo infatti da un gruppo di case a quota 604 mt.: le case Lecci vicino a queste case vi sono stupendi esempi di ingegno umano: vaschette scavate nella pietra e pozzi di raccolta d'acqua piovana, vere opere d'arte rurale minore.
Salendo arriviamo a delle gradonate  e aggiriamo due torrioni calcarei torniti da Eolo e transitiamo presso un riparo sotto una  roccia.
Superato lo storico passaggio delle Piastre, che consente di valicare la bastionata, si giunge a circa 950 mt. ad una stupenda mensola belvedere incisa. E' la balza dei Pennati, così chiamato per le numerose figure scolpite nella roccia, in prevalenza attrezzi adunchi usati dai contadini appunto i pennati o roncole.
Si sale ancora nel bosco e più saliamo più il vento si fa sentire nella sua irruenza, ci rivestiamo, indossiamo giacche a vento e guanti e ci dirigiamo verso la vetta ormai vicina, già si vede la croce che è sulla vetta, percorriamo il sentiero su rocce e ben presto vi arriviamo.
Dalla vetta, un vero balcone sul Tirreno, infatti lo sguardo si apre  da Livorno al golfo della Spezia, dalla piana del camaiorese a quella dello stazzemese, il lago di Massaciuccoli e molte montagne delle Apuane tra tutte spiccano Le Panie, il
Forato, il Procinto e il  Matanna, bè oggi non è proprio la giornata ideale ma insomma è sempre il suo bel vedere.
Sulla vetta restiamo solo il tempo necessario per bere una tazza di tè caldo e farci una foto sotto la croce  ma poi il fortissimo vento ci suggerisce di scappare letteralmente verso quote più riparate. Peccato in un altro momento sarebbe stato bello fermarci per contemplare il panorama e se la giornata fosse stata particolarmente limpida si potevano ammirare anche le isole dell'arcipelago toscano e la Corsica.
Riprendiamo il cammino e scendiamo dalla parte opposta per S. Anna. Scendiamo per roccette e in breve siamo ad un bivio per S. Rocchino e per S. Anna noi prendiamo quest'ultimo. Quando giungiamo ad un altro bivio indicando per la Focetta noi decidiamo di
percorrere quest'ultimo, questo sentiero è molto divertente in quanto si sviluppa su facili roccette sul filo di cresta, comunque senza grosse difficoltà, bellissimo il panorama, il sentiero e segnalato con segni azzurri.

Ripercorriamo il sentiero della salita sino all'incrocio per la Focetta e si decide di percorrere quest'ultimo, questo sentiero è molto divertente in quanto si sviluppa su facili roccette sul filo di cresta, comunque senza grosse difficoltà, bellissimo il panorama, il sentiero e segnalato con segni azzurri.
Dopo una divertente breve discesa per canalino si giunge alla Focetta
(m.873), questo passo congiunge i paesi di Farnocchia e di S. Anna di Stazzema. Proseguiamo poi per sentiero n° 4 in direzione Sennari che raggiungiamo in circa quaranta minuti.
Sant'Anna.
- mt 660
E' un piccolo Villaggio situato in una conca naturale, dominato dal Monte Lieto  e dal Monte Gabberi; E' divenuto tristemente noto per il massacro di 560 persone compiuto dalle truppe naziste il 12 Agosto 1944. Dal borgo parte il canale dei Mulini che si allunga fino a Valdicastello, paese natale di Giosue' Carducci. Intorno al paese di Sant'Anna, vi sono parecchie borgate e case sparse che prendono nomi diversi: Monte Ornato, l'Argentiera, Vallecava, Vaccareccia, i Bambini, il Moco, il Colle, Fabbiani, Sennari, le Case di Berna, Vinci, Franchi, le Case, il Pero, i Merli, i Coletti e piu' giu', verso Valdicastello, i Mulini. Facente parte, anticamente, del comunello di Farnocchia, di cui ne costituiva l'alpeggio, divenne in seguito luogo di abituale permanenza. Sul Colle di Cava s'innalza il Monumento Ossario che raccoglie i resti dei 560
Martiri. L'opera in pietra locale, realizzata nel 1948 su progetto dell'Arch. Tito Salvatori accoglie, sopra la fossa comune, una scultura di Vincenzo Gasperetti che rappresenta una giovane madre che stringe teneramente al petto, nell'abbraccio di morte, la figlioletta uccisale. A Sant'Anna, Riconosciuta come Centro Regionale della Resistenza, vi è stato costruito un Museo Storico.
 Il paese e i suoi dintorni sono inseriti  nel "Parco della Pace "
Giunti nel centro del paese non vogliamo pranzare senza prima salire all'Ossario e rendere omaggio ai caduti di quel tragico 12 agosto 1944.
Scendiamo poi verso la piazza del paese dove speravamo di trovare un posto riparato dal vento ma sembra che dove siamo noi arriva subito turbinando e  spazzando via tutto. Decidiamo di scendere più bassi e vedere se troviamo un riparo; dalla piazza, sulla sinistra, dove vi sono dei vecchi lavatoi, parte il sentiero n° 4 per Valdicastello, all'inizio il sentiero è in pessimo stato fino al  bel ponte in pietra è interamente infrascato. poi però torna ad essere pulito, siamo in un bellissimo bosco in prevalenza a castagni.
Dopo poco troviamo uno spiazzo fuori dal bosco e ben soleggiato decidiamo di fermarci quì per il pranzo che questa volta è stato abbastanza frugale, tranne quello di Rossano.
La temperatura rigida non ci permette di fermarci a lungo e quindi ripartiamo.
Scendiamo molto costeggiando il rio che lo percorre con l'acqua di un color ruggine che tinge tutte le rocce segno di presenza di ferro nella roccia, infatti nel
periodo mediceo le escavazioni minerarie erano molto  intensiva, e si sono protratte fino nel secolo IXX° per terminare nel 1990 con la dismissione degli impianti di Rezzaio della Società EDEM, acquisiti recentemente dal Comune di Pietrasanta e per i quali esiste una proposta di riuso come parco archeominerario.
Giungiamo infatti al bacino del Pollone sul lato destro orografico della valle
sede di interessanti reperti e numerosi imbocchi di gallerie per l’estrazione di piombo e bario. Poco dopo sulla sinistra parte un sentiero, non segnalato, l'ultima volta c'era una freccia su un albero ma le  intemperie l'hanno strappata via, comunque si può riconoscere per la presenza di una pietra di confine recante la lettera "R"scolpita sopra, posta proprio all'imbocco del sentiero.
Percorriamo ques'tultimo sentiero ancora in buono stato, peccato per quel lungo tubo di scolo che c'è prima di entrare in paese; nel giro di mezzora giungiamo nuovamente al paese della Culla.

Foto escursione

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