15/02/2009 Da Castelpoggio( 573 mt.) al Monte Borla (1470mt.)

 

Sentieri:  185 da Castelpoggio a Campo Cecina, 173 Da Campocecina al Monte Borla
Punti d'appoggio:  Castelpoggio, Località Acquasparta e Campocecina presso rifugio Carrara
Acqua: Castelpoggio, Località Acquasparta e Campocecina presso rifugio Carrara
Quote: Maestà di Castelpoggio 573 mt., Passo della Gabellaccia 895mt., Acqua Sparta 1300 mt., Campo Cecina -Rifugio Carrara 1320mt., Monte Borla 1470 mt. ( Dislivello in salita e discesa: m. 1000)

Accesso: Da qualsiasi direzione bisogna raggiungere la Autostrada A12. Direzione Genova per chi proviene da: Roma, Firenze. Direzione Livorno per chi proviene da Genova, Milano, Parma.
Uscire al casello di Carrara, appena superato il casello, svoltare a sinistra direzione Carrara centro percorrendo Viale Galileo Galilei fino ad incrociare le strada statale n. 1 "Aurelia".
A questo punto girare a destra, percorrendo la Statale Aurelia per 1 km circa fino ad incontrare una grande rotatoria.
Alla rotatoria girare a sinistra, inserendosi sul Viale XX Settembre, sempre seguendo i cartelli Carrara centro, quindi proseguire per 4 Km circa fino ad arrivare al centro Città.
Da Carrara centro, seguire le indicazioni "Castelpoggio" o "Campocecina" percorrendo la strada statale n. 446 per 8 km superando i paesi di "Molino di Sorgnano", "Linara", "Gragnana" fino ad arrivare in paese.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Iniziamo l'anno escursionistico della sezione UOEI di Ripa di Versilia con questa bella escursione, se pur facile al Monte Borla.
Per essere la prima escursione del nuovo anno siamo un pò pochini, appena in undici, probabilmente c'è chi ancora deve rientrare nell'ordine delle idee. La partenza era prevista per le 7,30 ma quando abbiamo realizzato che non sarebbe arrivato più nessuno decidiamo di partire alla volta di Castelpoggio, (per arrivare a Castelpoggio vedi nota sopra).
Dimenticavo, questa escursione viene effettuata assieme alla sezione degli " Amici delle Apuane" di Montignoso. Ci troviamo nella piazzetta del paese e ora raggiungiamo il ragguardevole numero di 25, un bel gruppo!
Parcheggiamo le auto e subito ci dirigiamo verso la parte bassa del paese alla località Maestà di Castelpoggio. Questi pochi passi nel paese ci danno l'idea della storia del luogo.

Castelpoggio e un antico borgo millenario, frazione del Comune di Carrara da cui dista solo 7 Km sotto la Provincia di Massa-Carrara. E' Situato in posizione panoramica, 573 m. sul livello del mare, domina la piana di Luni, è circondato da boschi pascoli e terrazzamenti.
Il suo comprensorio confina con i comuni di Fivizzano a nord, di Fosdinonvo a nord-ovest e di Ortonovo a ovest. Ha origini antiche, legate a Luni (nell'antichità erano famosi i formaggi con il marchio della luna), e nei primi anni del millennio fece parte di un sistema difensivo curtense di cui ancora oggi si possono vedere alcuni ruderi, probabilmente fu un "castrum" bizantino a difesa proprio di Luni contro l'espansionismo dei longobardi.
Ha una storia secolare, tanto che è l'unico paese del carrarese ad essere stato nominato comune, come risulta da antichi documenti del Duecento.
Anticamente fù via di transito per i pellegrini che viaggiavano verso la Lunigiana ed i valichi Appenninici, per questo fu sede dell'Hospitale. Lungo le stradine, spesso chiuse da portici possiamo ammirare effigi di santi e madonnine molto antiche e moderne.
Nella parrocchia dedicata alla natività di Maria Vergine, è conservato un pregevole pulpito marmoreo ed un alto rilievo raffigurante la Madonna con Bambino databile verso la metà del XVI secolo, sul quale qualcuno azzarda ci sia la mano di Michelangelo. Un tempo, nella zona, veniva estratto un marmo colorato molto raro chiamato "il rosso di Castelpoggio".
Giunti alla Maestà di Castelpoggio ci portiamo al centro del paese e da Piazza Ricci, prendiamo il sentiero CAI n° 185
che taglia, in alto, il Canale della Tecchia, una serie di tabelle dei sentieri ci indica anche i tempi: 3 ore per Campocecina e 1,15 per il Passo della Gabellaccia.
Il sentiero è ben tenuto, recentemente recuperato dal Parco delle Apuane 
attraverso il ripristino, con tecniche di Ingegneria naturalistica, della frana che si è staccata dopo il fosso detto della Leccia, pulizia del sentiero, sistemazione di alcune staccionate a inizio sentiero e alla fine, cartellonistica lungo il percorso, raccordo per giungere alle grotte della Tecchia; a mano a mano che si sale si va incontrando ambienti differenti, molto interessanti sia dal punto di vista ambientale che da quello storico-documentario.
Troviamo aree terrazzate per l'agricoltura, castagneti, macchia mediterranea, boschi di carpino e leccio, fino ad arrivare alle aree rocciose con la caratteristica vegetazione di alta montagna.
Da punto di vista storico invece il sentiero ha una storia che spazia dell’età preistorica fino ai giorni nostri.
Nelle grotte della Gabellaccia, salendo, alla nostra sinistra poco prima di arrivare alla Gabellaccia, sono stati rinvenuti reperti preistorici che vanno dal neolitico all’eneolitico.
 Fu antica via di comunicazione che metteva in comunicazione la toscana del mare con la Lunigiana e l'Appennino, nel settecento come dimostra il rudere in località Gabbellaccia divenne sede della stazione di dogana tra gli Stati Estensi ed il Granducato di Toscana. Inoltre fu teatro nella seconda guerra mondiale, della difesa della Linea Gotica, e delle incursioni partigiane, lungo il percorso vicino alle grotte sopradescritte si possono ammirare i resti delle vecchie trincee.
Giungiamo al Passo della Gabellaccia (895mt.), facciamo una piccola sosta per ricompattare il gruppo, da quì il panorama si apre sulla costa e oggi vi è una vista splendida sul litorale di Carrara  e il golfo della Spezia.
Al passo il sentiero è interrotto dalla strada asfaltata dobbiamo necessariamente attraversare e riprendere il sentiero dall'altra parte, sempre il 185, non confondersi con l'attiguo 46 per Tenerano.
Le indicazioni sulla cartellonistica danno 1,45 per Campocecina.  Iniziamo il sentiero in salita ma ben presto diventa agevole, ben spazioso e senza grosse salite, bellissime sono la galleria e una piccola grotta ricoperte di stalattiti di ghiaccio, inutile dire la gara che abbiamo fatto per immortalarle in innumerevoli pose diverse.
Proseguiamo in ambienti sempre diversi ora tra faggi, ora tra abeti e larici ora tra lecci, il panorama e diviso tra il lato marino e il versante appenninico con le vette imbiancate
, si sale dapprima per il crinale, si aggira brevemente sul lato N la quota 1075 e, poco oltre il successivo colletto, avendo incontrato il segnavia 40, Monzone - Torano, lo si lascia subito sulla sinistra per dirigersi a destra, sul versante di Carrara, verso le case di Acquasparta e Campocecina.
Ecco i primi fabbricati, per fortuna pochi,  in breve usciamo dal sentiero e ci troviamo sulla strada che giunge da Carrara, appunto in località Acquasparta. La zona di Campocecina
non ha confini e limiti ben precisi, ma orientativamente comprende la zona delimitata a sud dalla strada che unisce il Piazzale dell'Uccelliera alla Foce di Pianza, ad est dal monte Borla, a nord dalla valle de I Pozzi ed ad ovest dal piazzale dell'Acquasparta. Spesso però, in senso stretto, con l'espressione Campocecina si intende la vasta piana centrale con i suoi prati ed i suoi boschi.
Ci portiamo verso il rifugio CAI Carrara, per raggiungerlo dobbiamo percorrere la strada asfaltata per un breve tratto e sulla sinistra vediamo le molto evidenti indicazioni per il rifugio che si raggiunge in pochi minuti.
Il rifugio Sorge al limite del bosco, in prossimità dei prati di Campocecina, a m.1320 di quota, sul prolungamento occidentale del Monte Borla.
Inaugurato nel 1957, svolge servizio di alberghetto aperto tutto l'anno. E' posto di chiamata per il Soccorso Alpino. Dispone di bar e servizio ristorante. Dopo importanti lavori di ristrutturazione, i posti letto sono saliti a 34 in camere poste su due piani.
 Sostiamo nel piazzale, l'aria è fredda ma al sole ci si sta' bene e godiamo di un'invidiabile  vista sul litorale versiliese e sul golfo di La Spezia
, nelle giornate limpide lo sguardo coglie all'orizzonte l'Isola d'Elba e la Corsica, le Alpi Marittime e il Monviso, oggi se pur sereno non è una di quelle giornate.
Ricompattiamo il gruppo ma ben presto ci ridividiamo, uno dotato di ramponi e piccozza e l'altro sprovvisto. Comunque partiamo tutti per la vetta del Monte Borla.
La montagna si trova nella parte settentrionale della catena in posizione distaccata dallo spartiacque principale. Sulla vetta, alta 1469 metri s.l.m., vi passa il confine tra il comune di Carrara ed il comune di Fivizzano.
Partiamo seguendo il sentiero n. 173 che si insinua nel bosco alla destra del rifugio. Procediamo in leggera salita oltrepassando una piccola chiesa ed arriviamo subito su uno dei punti più panoramici di queste montagne, sul pianoro da cui è possibile vedere la costa tirrenica, divisa tra Toscana e Liguria.
Su questi ampi prati inizia il tratto ghiacciato ed è qui che i due gruppi si dividono, gli attrezzati puntano verso il bosco, mentre gli altri vanno verso il versante marino sgombro da neve e per altro più panoramico.
Io avevo i ramponi e mi sono cimentato nella salita su neve. Dopo un ripido tratto in salita proseguiamo sul versante settentrionale con lo sguardo attirato dalla mole verticale del Pizzo d'Uccello, poi in due siamo saliti di cresta sino alla vetta mentre il grosso del gruppo ha continuato  attorno al colle su cui avevamo iniziato a salire, per potersi così portare sul versante meridionale; senza grandi dislivelli procedendo a mezza costa.
Comunque la salita al Borla è veramente breve, 15/20 minuti. Una volta giunti in vetta ci compattiamo e rimaniamo ad ammirare il bellissimo spettacolo che ci si pone davanti. Proprio di fronte a noi l'imponente e maestosa mole del monte Sagro, a sud la città di Carrara e il Mar Tirreno con lo sguardo che abbraccia tutta la Versilia e foschia permettendo le isole di Capraia, Elba e Corsica. Mentre a nord il Pizzo d’Uccello e il Grondilice, con il Pisanino che sbuca dietro quest’ultimo; a est il Contrario, il Cavallo; a ovest tutta la Lunigiana: uno spettacolo da mozzare il fiato.
Sotto di noi Le cave di marmo delle Alpi Apuane, che hanno reso famoso il marmo di Carrara in tutto il mondo sino dall’antichità, sono anche un museo a cielo aperto del lavoro dell’uomo e purtroppo anche una ferita insanabile nel paesaggio, incredibile paesaggio di questo parco, tra natura protetta e natura distrutta.
Dopo aver ben ammirato tutto questo ripartiamo alla volta del rifugio dove ci attende un buon pranzo, almeno lo speriamo!
Lo raggiungiamo e liberamente c'è chi decide per il pranzo al caldo e chi il panino al freddo, il nostro gruppo compatto opta per,il caldo.
Le aspettative sono state esaudite con buna zuppa toscana o ribollita, arrosto con ripieno di castagne e prugne, verdure grigliate, vino, dolce e caffè. Buono!
Passiamo un bel po' di tempo nel rifugio, forse un po' troppo, infatti gli amici di Montignoso si stufano di aspettarci e vengono a salutarci e infine ripartono.
Un ultimo ammazzacaffè e ripartiamo anche noi, ripercorriamo la stessa via del mattino e alle ore 17,00 circa arriviamo di nuovo a Castel Poggio.

Bella escursione per altro su sentieri ancora non conosciuti, felici di aver passato una bellissima giornata assieme, condividendo viste da sogno su montagne di sogno.

Traccia GPS del percorso

Foto escursione                                                                                                                                                                                                         Montagna sicura
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