27/12/2009 Monte Sagro

 

Il Monte Sagro è un rilievo montuoso italiano appartenente alla catena delle Alpi Apuane. Si trova in alta Toscana e sovrasta e domina tutta la zona di Carrara.
La montagna si trova nella parte settentrionale della catena in posizione distaccata dallo spartiacque principale. La vetta, da più recenti misurazioni, è risultata avere un'altitudine di 1752,9 metri s.l.m., a differenza dei 1749 metri con cui è quotata storicamente. Costituito in prevalenza da marmo di pregiatissima qualità, ospita diverse cave alle le sue pendici. L'ascensione alla vetta avviene esclusivamente dal versante marittimo per la pendenza più dolce (contrapposta allo strapiombo che caratterizza la parete nord). I tempi di ascensione sono di circa 70-80 minuti partendo da Foce di Pianza e di circa 120 minuti partendo dal vicino Rifugio Carrara
nome stesso identifica un'antica area sacra per le popolazioni Liguri, collegata visivamente al Monte Beigua, altra montagna sacra posta quasi al centro dell'arco ligure. Insieme al Monte Bego, al confine tra Italia e Francia, il Beigua e il
Sagro erano i principali santuari della Liguria preistorica. A testimonianza di tale sacralità, le stele antropomorfe della Lunigiana, custodi dei valichi, diffuse nella zona delle Apuane, erano il simbolo che legava la terra al cielo.

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Percorso: Foce di Pianza (m. 1279) - Spallone (m. 1650) - Sagro (m. 1749) - Foce di Pianza - Rifugio Carrara (1376 mt.)


 

 
Segnaletica: CAI Bianco rossa - 172 foce Luccica-Vallini di Sagro-foce della Faggiola-foce di Pianza -  173 rif.Carrara-foce di Pianza-foce del Fanaletto-foce del Pollaro-foce di Vinca-foce di Navola capanna Garnerone.


 

 

 

Classificazione: E  
Tempo di percorrenza totale:  circa 4,30

 

 
Acqua: Al rifugio Carrara

 

 
Punti sosta: rifugio Carrara

 

 
Traccia gps

 

Periodo consigliato: Da primavera all'autunno, molto difficile in inverno con presenza di neve e ghiaccio

Acesso automobilistico: Da Carrara al ponte sul Carrione si svolta a destra per Gragnana (m. 219), si oltrepassa questo paese giungendo a Castelpoggio (m. 547) e quindi si prosegue fino a che, appena prima del valico della Spolverina, quota 655, si prende decisamente a destra per la carrozzabile che porta a Campo Cecina. Si oltrepassa il valico della Gabellaccia, così detto perchè qui esisteva una dogana di confine fra il Ducato di Massa-Carrara (estense) e il territorio di Fivizzano (Granducato di Toscana) per pervenire al Colle dell' Uccelliera, m. 1230, dove è assolutamente obbligatorio fare una sosta nell'ampio piazzale: infatti a destra ci si può affacciare e abbracciare con lo sguardo il bacino marmifero di Carrara, uno spettacolo veramente impressionante che lascia senza fiato.
Riprendiamo la strada per Foce di Pianza (m. 1279) dove giungiamo in breve tempo: davanti a noi il Sagro (m. 1749) con il bacino delle cave, sulla sinistra il monte Borla (m. 1469) e sulla destra i monti Maggiore (m. 1396) e Spallone (m. 1650).

 

Dopo i mega pranzi degli ultimi due giorni sentiamo la necessità di muovere le gambe la scelta cade sul monte Sagro. Inoltre oggi è anche occasione per conoscere persone nuove. Infatti Marco M. ha contattato alcune sue amiche che organizzavano questa escursione e ci siamo accodati.
Abbiamo appuntamento
al Colle dell' Uccelliera, m. 1230 nella piazzola panoramica con il bivio per Campo Cecina e Foce di Pianza.
Giungiamo sul posto in orario e subito ci trasferiamo alla vicina Foce di Pianza da dove partiremo per l'escursione.
L'ambiente si trova nella più famosa località delle Alpi Apuane di Massa Carrara da dove si ha una veduta unica che abbraccia il golfo di La Spezia, la valle del Magra, le Alpi Marittime fino al Monviso e al di là del mare la Corsica e l'isola d'Elba.
Da quì si può anche apprezzare la vista del più grande bacino marmifero del mondo. L'imponente massiccio del Sagro domina l'estremità occidentale delle Apuane, sorge in posizione isolata a lato della dorsale principale della catena. E' un'acuminata punta a forma di grossolana piramide triangolare, un fulcro roccioso da cui si originano a raggiera tre distinte valli. Il fianco nordorientale, rivolto verso la Lunigiana, chiude a sud la Valle di Vinca, quello sudorientale costituisce la testata del Canal Regollo, nel massese, mentre il terzo guarda a sudovest, affacciandosi sui bacini marmiferi di Carrara. Durante la salita, priva di particolari difficoltà, si ha modo di osservare lo stato di degrado causato dall'estrazione del marmo effettuata sia lungo le pendici del monte Sagro che alla base del versante  del monte Borla, a questo prospiciente. Gran parte delle cave sono oramai abbandonate da tempo, purtroppo senza che ne sia stato previsto nessun piano di ripristino ambientale, e ora si sfruttano soprattutto gli antichi ravaneti per produrre granulati. Il  monte Borla, seppure di più modesta altezza (m. 1469) presenta notevoli ed interessanti caratteristiche ambientali e panoramiche. Da ricordare la presenza di un endemismo che vive solo in una ristretta area di questo monte: la Centaurea montis-borlae di cui è nota una solo stazione in prossimità del piazzale di Foce di Pianza.
L' itinerario trova il suo punto di partenza da Foce di Pianza località a cui si perviene da Carrara: qui al ponte sul Carrione si svolta a destra per Gragnana (m. 219), si oltrepassa questo paese giungendo a Castelpoggio (m. 547) e quindi si prosegue fino a che, appena prima del valico della Spolverina, quota 655, si prende decisamente a destra per la carrozzabile che porta a Campo Cecina. Si oltrepassa il valico della Gabellaccia, così detto perchè qui esisteva una dogana di confine fra il Ducato di Massa-Carrara (estense) e il territorio di Fivizzano (Granducato di Toscana) per pervenire al Colle dell' Uccelliera, m. 1230, dove è assolutamente obbligatorio fare una sosta nell'ampio piazzale: infatti a destra ci si può affacciare e abbracciare con lo sguardo il bacino marmifero di Carrara, uno spettacolo veramente impressionante che lascia senza fiato.
Riprendiamo la strada per Foce di Pianza (m. 1279) dove giungiamo in breve tempo: davanti a noi il Sagro (m. 1749) con il bacino delle cave, sulla sinistra il monte Borla (m. 1469) e sulla destra i monti Maggiore (m. 1396) e Spallone (m. 1650).
Qui lasciamo le auto e
ci prepariamo per l'escursione.
Prendiamo il sentiero, n° 172/173, che vediamo segnato proprio vicino al parcheggio e ci  dirigiamo verso Sud Est; sotto di noi ,su entrambi i versanti si aprono delle impressionanti cave e in particolare volgendo lo sguardo verso il mare si vede l’enorme bacino marmifero di Campo Cecina.
Non possiamo che constatare l'ormai  scomparsa di intere montagne e solo l'ipocrisia dell'uomo lascia eretto quello che rimane della vetta tanto per dire che la cima c'è ancora, quando impareremo ad usare con più raziocinio le risorse della terra senza sfruttarle sino all'osso? E che cosa lasceremo ai nostri figli?
Scusate lo sfogo ma quelle ferite sulle montagne è come sentirmele addosso.

Giungiamo in breve a un bivio abbiamo lasciato a sinistra il segnavia 173 che prenderebbe il sentiero per la " direttissima" al Sagro e si segue il 172, che continua a salire lungo la cresta dove vi sono dei passaggi su roccette non pericolosi ma da affrontare con la dovuta attenzione;   raggiungiamo poi  un boschetto di faggi e poi la Foce della Faggiola (1464 m), in questo punto numerose  sono le presenze di trincee e ricoveri che ci ricordano quel triste evento che fu l’ultimo conflitto mondiale dove vedeva attestate su queste montagne le truppe tedesche a difesa della “ Linea Gotica “. 
Passata La Faggiola, il sentiero 172 scende verso sud, verso Colonnata, mentre quello per il Sagro prosegue verso Nord, non più segnato
con segni bianco/rossi CAI ma con tracce azzurre. Noi, però decidiamo per la via un pò più impegnativa ma molto più divertente che è quella dello Spallone.
Iniziamo la salita dalla prima cresta che sale decisamente ripida. Il percorso si sviluppa in un saliscendi su quattro gobbe più o meno ripide con attraversamento di creste assai esposte, un discreto branco di capre selvatiche ci squadrano curiose, ma poi decidono che non siamo poi così interessanti e si buttano a capofitto in quello che a noi sembra uno strapiombo.
Dalle creste ora si apre un meraviglioso  panorama che si distende dagli Appennini a tutte le Apuane, in primo piano il Garnerone, la Natta Piana, il Grondilice, il pizzo d'Uccello, il Contrario, il Cavallo, la Tambura ecc. Bellissimo il panorama sulla costa.
Affrontiamo l'ultima salita e giungiamo finalmente sulla vetta del Sagro a quota 1749 mt.
Ci accoglie una magnifica statua della Madonna che chi sà come è la seconda volta che viene decapitata, pensiamo ai fulmini che magari l'abbiano colpita ma poi più realisticamente pensiamo che di fulminato ci deve essere stato il cervello di qualche individuo che per lui il cervello deve essere un optional.
Rotta o no una preghiera o un pensiero di ringraziamento glie lo abbiamo rivolto.
 Il panorama, come sempre, è favoloso: vediamo la costa da La Spezia a sud di Livorno, le dolci colline della Lunigiana e tutta la catena apuana, dal Pizzo d’Uccello – troneggiante di fronte a noi alla Pania, e più a sud il Gabberi. Accucciato sotto il Pizzo è ben visibile il paesino di Vinca.
Purtroppo dato la bassa temperatura ci troviamo costretti a scendere, questa volta percorriamo il sentiero normale che è molto facile da percorrere, infatti dopo aver percorso la cresta nord ovest ci dirigiamo verso sud attraversando praterie di paleo sino a giungere alla Faggiola e ripercorrendo il sentiero fatto in precedenza ci riportiamo ala Foce di Pianza.

Qui abbiamo preso la decisione di portarci al rifugio Carrara attraverso il monte Borla.
Attraversiamo il  piazzale dove abbiamo parcheggiato l'auto e notiamo subito i segni rossi con il numero 173 lo imbocchiamo si prosegue per rocce e detriti di cava e quando giungiamo infine nel bosco di faggi tiriamo un sospiro di sollievo, stiamo aggirando il monte Borla a mezza costa e quindi senza troppa variazione di quota.
Usciti dal bosco ci troviamo in un tratto in discesa che porta su dei bellissimi prati dove molti gitanti, in estate,vanno a fare i pic nic ma oggi non c'è temperatura per mangiare all'aperto e quindi proseguiamo per arrivare al vicino rifugio Carrara del CAI.
Attraversiamo i prati  e entriamo in una faggeta, giungiamo a una piccola cappella e subito dopo al rifugio Carrara.
Non c'è paragone, all'interno si sta decisamente bene, il nostro nuovo amico Nilo, che ha dimostrato di essere di casa si è occupato della prenotazione e una volta accomodati abbiamo terminato la nostra escursione davanti a piatti di spezzatino con polenta, il vino non è mancato. Così davanti ad un caffè e una grappa abbiamo
onorato la nostra splendida giornata.
Giornata due volte bella: una naturalmente per l'ambente meraviglioso delle nostre Apuane e l'altro di aver conosciuto altre persone che come noi amano profondamente questi monti. Inoltre io ho un'altra occasione per essere contento tra questi nuovi amici ne ho ritrovato uno che già lo era ma che purtroppo gli eventi della vita ci avevano fatto perdere di vista. Spero che questa sia la prima di molte altre escursioni che potremmo fare assieme.

 

Foto escursione

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