14/06/2009Alta Via del monti liguri dal Passo del Faiallo a Pra Riondo

 

Sentieri:  A/V Alta Via
Punti d'appoggio:  Albergo al Passo del Faiallo, Rifugio Argentea (no acqua), albergo a Pra Riondo
Acqua: Albergo al Passo del Faiallo,  albergo a Pra Riondo
Quote: Albergo del Faiallo (m. 1040 )-Monte Reixa(1183 m)- Rocca Vaccaria (1167 m.)-Rifugio Argentea (1088 m.)-Pian di Lerca (1034 m)-Monte Rama (1148 m) - Pra Riondo (1110m.)

Accesso automobilistico: autostrada A26 fino all'uscita di Masone quindi proseguire verso il Passo del Turchino. Appena superata la galleria che affaccia sul versante ligure, svoltare a destra lungo una strada in salita seguendo le indicazioni per il Passo del Faiallo. Il valico segna il confine tra le provincie di Genova e Savona.

 

 

 

 

 



 

Lo spartiacque ligure-padano dell'Appennino Ligure, dal Colle di Cadibona a Ceparana, è percorso da 28 delle 44 tappe in cui è idealmente divisa l'Alta Via dei Monti Liguri, per un totale di circa 275 km. Il punto più alto del tratto appenninico del sentiero è la vetta del Monte Aiona (1702 m). Migliaia di chilometri di sentieri e mulattiere, percorribili tutto l’anno, che collegano le estremità della riviera ligure da Ventimiglia a Ceparana, dalla Provincia di Imperia alla Provincia di La Spezia. Un viaggio tra costa ed entroterra, tra Alpi ed  Appennini, tra mare e cielo, lungo praterie erbose che scendono raramente sotto i mille metri di quota, in un ambiente aspro e dolce allo stesso tempo dove le strade carrabili, spesso, non sono mai arrivate. L’Alta Via dei Monti Liguri è l’itinerario perfetto per tutti: per coloro che vogliono scoprire gli angoli più reconditi dell'entroterra ligure, per chi è in cerca d’avventura, per chi vuole passare un tranquillo week end a contatto con la natura o per la famiglia in gita domenicale. Il segnavia - la bandierina bianco/rossa con la scitta "AV" al centro -  individua e caratterizza  il tracciato, disegnando una grande strada verde dove crinali soleggiati si alternano a boschi ombrosi e, talvolta, nebbie orografiche creano forme e atmosfere surreali, un percorso unico da cui è possibile ammirare, nello stesso momento, la Corsica, il Monviso e il Massiccio del Monte Rosa. 

 


Questa volta pratichiamo la nostra attività di escursionisti in un ambiente a noi sconosciuto e inaspettato: le montagne della Liguria.
Siamo in otto e ci dividiamo in due macchine e così partiamo alla volta di Genova, uscita Masone.
all'uscita seguiamo le indicazioni per il Passo del Faiallo, la nostra meta.

Salendo in auto dal passo del Turchino al passo del Faiallo, dopo alcuni chilometri, si resta subito sorpresi dalla presenza di alcune splendide brughiere, in piena fioritura; il paesaggio con numerose rocce affioranti richiama subito alla mente i paesaggi delle scogliere bretoni, ma la forma ardita del Bric del Dente ci riporta alla realtà dell'Appennino.

Il Passo del Faiallo, d
ivide il bacino ligure del Cerusa da quello padano dell'Orba ed è caratterizzato dalla presenza di una bella faggeta. Dal passo si può godere di un'ampia vista panoramica che spazia dal sottostante rio Cerusa al promontorio del Monte di Portofino.

Costeggiamo l'area attrezzata per i pic nic e si prosegue per qualche decina di metri sulla strada asfaltata per poi imboccare la strada privata che si distacca sulla sinistra e conduce all'albergo del passo. Eccoci finalmente, siamo un pò anchilosati, ci sono volute due ore per giungere si qua. Ci prepariamo e in breve siamo pronti per iniziare la nostra escursione.
Ci informiamo e capiamo che vi sono due sentieri per giungere al Rexia: uno si prende andando leggermente a sinistra e prosegue per cresta e l'altro, che parte da una strada con sbarra, aggira il Rexia e attraverso Rocca Vaccaria uscendo dall'alta Via vi risale.
Noi optiamo per il primo. Il sentiero da principio prosegue in piccoli boschetti di faggio che si alternano a piccole radure ed è ben tenuto. In una radura circondata da alberi vi troviamo delle indicazioni: ve ne sono molte ma non per il Rexia! D'altronde è l'unico sentiero e non ci si può sbagliare; ora usciamo dai boschetti e ci troviamo su prati all'aperto, rimaniamo meravigliati dal panorama che si ammira da qui:
Genova appare verso sud-est ed oltre la Superba si distingue chiaramente il promontorio di Portofino; nella direzione opposta è capo Noli a penetrare il mare mentre verso nord lo sguardo non incontra ostacoli fino alla pianura alessandrina e, nelle giornate più limpide, fino all'arco alpino. Oggi non è una di quelle giornate ma comunque un pò di Alpi Marittime le abbiamo viste!
I boschi di faggio lasciano presto il posto a praterie, le morbide ondulazioni delle quali sono qua e là interrotte da formazioni rocciose il cui colore grigio chiaro crea piacevoli contrasti con il blu scuro del Mar Ligure. Siamo a Cima Faiallo. Sul Monte Faiallo c'è un cippo di pietra molto provato dal freddo e dal vento. Un fregio in rame raffigura la Madonna della Guardia. E' rivolto verso la Città di Genova. Si nota il pastore Benedetto Pareto inginocchiato davanti alla Vergine (apparizione del 1490). Si risale breve pendio ci accorgiamo con stupore che siamo sulla vetta del Rexia. Mai arrivati così velocemente in cima ad una montagna! Sono passati solo quaranta minuti dalla partenza.
Sorge sullo spartiacque appenninico principale, al confine tra le province di Savona e Genova: la vetta è il punto incontro dei territori comunali di Genova, Arenzano e Sassello.
 Si tratta di un rilievo tondeggiante, poco eminente, a copertura prativa fino in vetta. Dal punto di vista geologico, l'intera montagna appartiene al gruppo dei calcescisti con pietre verdi di Voltri, risalente al Giurassico-Cretaceo, ed in particolare al sottogruppo delle ofioliti di monte Beigua. Si tratta principalmente di serpentinite e serpentinoscisto (serpentine di Capanne di Marcarolo), con affioramenti di eclogiti anfiboliche, anfiboliti e prasiniti (anfiboliti eclogitiche di Vara) sul versante nord-occidentale.
La vetta occidentale del Monte Reixa (1183 m s.l.m) costituisce la massima elevazione sul livello medio del mare del Comune di Genova, ed è anche il tratto in cui la dorsale principale alpino-appenninica misura la minore distanza dalla linea di costa (5,7 km in linea d'aria).
Dal suo versante settentrionale nasce il torrente Orba, principale affluente del fiume Bormida e subaffluente del Tanaro.
Da qui  la vista è straordinaria a 360° su tutto l'arco alpino e la pianura padana, gli appennini, Genova e il promontorio di Portofino, il mare e la costa del Ponente Ligure, le vette di Argentea, Rama e Beigua, le Alpi Liguri e Marittime.
Riprendiamo il cammino
sulla cresta, sempre ampia, si prosegue sulla destra, ci dirigiamo verso Rocca Vaccaria ( 1167m), poi Rocca Crocetta (1071 m.) e in breve siamo la rifugio Argentea.
Il Rifugio Argentea è posto nel punto più stretto tra crinale (spartiacque) e il mare (di tutta l'Alta Via): 5 chilometri. Si trova sulla cima chiamata Pian di Lerca a pochi metri a Nord dalla vetta del monte Argentea. Fu costruito per scopi militari dalla milizia, durante la seconda guerra mondiale. Il Comune di Arenzano e la Comunità Montana Argentea, grazie ad un accordo con la proprietà (Foresta Demaniale Regionale “Lerone”) lo ha restaurato e ristrutturato con criteri moderni, è dotato di pannelli solari, di webcam, purtroppo non vi è acqua ma i volontari del CAI di Arenzano, che erano presenti per manutenzione, ci assicurano che a breve con una pompa preleveranno l'acqua da una sorgente che è pochi metri più sotto.
Da qui con una breve digressione dall'itinerario principale ci potrebbe condurre in pochi minuti  in vetta al Monte Argentea (m. 1082).
Ma preferiamo proseguire e riprendiamo il sentiero AV, veramente oltre a questa segnaletica vi sono innumerevoli altri segni: due tondi blu, un quadrato rosso, un triangolo, una M. Io non ci ho capito nulla dove andassero.
Scendiamo leggermente tra praterie punteggiate di colori sgargianti dei fiori che spiccano sul verde smeraldo dell'erba:
fioriscono gli arbusti di rosa canina, sui rami delle acacie pendono grappoli di fiori bianchi, sbocciano le margherite, i papaveri, i cardi, i non ti scordar di me, le orchidee selvatiche, il tarassaco ,i gigli di S. Giovanni, orchidee di varie specie, Viole Bartoloni, la piccola dafne odorosa, simbolo del Parco naturale regionale del Beigua.  e mille altri fiori.
Giungiamo al Passo Crocetta (1068 m) e subito dopo al riparo Cima del Pozzo (1103 m). l Rifugio, meglio dire riparo è una piccola casupola di un'unica stanza dotata di tavolo e stufa. Fu costruito tra il 1994 ed il 1997 con il contributo della Comunità Montana Argentea ed il CAI di Arenzano. Il nome deriva da un pozzo posto nella immediata vicinanza del rifugio, che non abbiamo trovato!
Dopo una breve sosta riprendiamo il cammino,si giunge ad un bivio, la segnaletica dice che siamo a Pian di Lerca (1034 m. ), sulla sinistra è indicato Rifugio Padre Rino, noi procediamo dritto e il sentiero ora prende quota e si inerpica tra bosco di faggio e pino nero, la salita è abbastanza ripida, comunque l'unica di rispetto, terminata ci troviamo su un ampio pianoro erboso con  rocce affioranti, un bel colpo d'occhio!

Non sembra proprio di essere nel comune di Genova a pochi chilometri dal mare: si direbbe piuttosto di trovarsi in un'alta valle delle Alpi Occidentali o
Centrali.
Scendiamo dolcemente sino
ai piedi del Bric Resonau (1091 m.) così chiamato per le sua capacità di attirare i fulmini a causa della presenza di rocce a forte contenuto di ferro e l'ampia conca del prato Ferretto (1080 m.), siamo ad un bivio, a destra conduce a Pra Riondo che dista venti minuti e a destra al monte Rama, altri venti minuti. Ci dividiamo, in cinque vanno verso Pra Riondo e in tre decidiamo per la vetta del Rama. Abbandoniamo sia l'Alta Via, che piega a nord, sia la carrareccia che scende nel vallone del Rio Carbonea, per prendere a destra il sentiero diretto al Monte Rama. Il sentiero, segnalato con vari segnavia, si snoda tra blocchi e spuntoni rocciosi, passando appena a sud della Cima Fontanaccia. Arrivati a un colletto (1116m), si prosegue in leggere salita fino alla sommità del Monte Rama (1150m)ornata da una coppia di croci.
 Bellissime le fioriture di Astro Alpino. Dalla vetta panorama quasi a 360°, con la vista un po' limitata solo a nord nord-ovest (ad esempio non si vede il Monviso, forse coperto dal Monte Beigua), ma per il resto bellissimo: panorama di prim'ordine sulla costa ligure (a est Genova e il promontorio di Portofino, ed in lontananza anche le Apuane; a ovest tutto il Savonese, fino alla Gallinara e oltre, e le valle ed i monti dell'Appennino. Dietro il Carmo di Loano, che spicca isolato, le vette innevate delle Alpi Liguri e delle Marittime (con Argentera e Matto ben distinguibili). A nord-est, uno spicchio di pianura e l'inconfondibile sagoma del Tobbio.
Riscendiamo e ci sbrighiamo per raggiungere gli amici che ci hanno preceduto, attraversiamo il Prato Ferretto e ammiriamo le testimonianze di ammassi detritici  di ere antiche quando anche qui vi erano i ghiacciai, si prende poi una strada sterrata che contorna la cima Frattin
passando tra caratteristici roccioni. Ed ecco che vediamo la nostra meta ancora pochi minuti e siamo a Pra Riondo Il valico è situato sullo spartiacque ad est della cima del Monte Beigua tra la costa ligure e la valle dell'Olba.  Prato Rotondo (Prà Riondo in lingua ligure) è una località nel Comune di Cogoleto (GE).Situata alle pendici
del Monte Beigua, si trova sul percorso dell'Alta Via dei Monti Liguri: una delle tappe del percorso ha proprio Prato Rotondo come sosta di tappa. Vi sorge l'omonimo Rifugio Prato Rotondo, che è anche posto tappa dell'Alta Via.
Ritroviamo gli amici e ci uniamo a loro nell'area pic-nic per il pranzo, stiamo bene: al fresco e in buona compagnia se non fosse per quell'orda di ragazzini che fanno un baccano infernale, troppo chiassoso e poi anche quelle moto, noi preferiamo gli spazzi aperti e il silenzio anche se rotto da qualche battuta di spirito.
Prima di andare via entriamo nel rifugio che dà l'impressione di essere più ristorante che rifugio, chiediamo il caffè e devo dire che non sono stati campioni di gentilezza.
Con sollievo riprendiamo la via del ritorno percorrendo quella del mattino a ritroso sin a Pian di Lerca da dove parte un sentiero/strada che intuiamo scenda direttamente al Faiallo, la conferma ci viene data dagli amici del CAI di Arenzano trovati al mattino al rifugio Argentea. Se fossimo stati soli molto probabilmente ci saremmo fatti tutta la strada ma con le nostre guide ci hanno condotti su una traccia, non segnalata, che parte da una curva sulla destra a pochi minuti dall'inizio. Il sentiero ora prosegue tra faggi e pini neri, dopo circa mezz'ora incontriamo degli escursionisti, dai loro abbigliamenti capiamo che la strada non può esser lontana. Attraversiamo un
bosco  di lecci e castagni sino ad arrivare ad alcune case isolate probabilmente usate d'estate  da qualche comunità. Una fontana appare al lato sinistro della casa ne approfittiamo per rinfrescarci e dissetarci. Ripartiamo ma ormai siamo vicinissimi all'albergo Faiallo, un ultimo tratto in salita ed eccoci qua proprio davanti alle auto.
L'escursione è terminata, siamo molto contenti di averla fatta è stata una bella esperienza, passato belle ore in ambienti bellissimi, veramente non credevamo che vi fossero posti come questi vicinissimi a Genova. E’ stata un’emozione essere di fronte a questo mondo così naturale ma che ha il sapore di magia. Qui il cielo e il mare sembrano sfiorarsi e fo
ndersi in un’unica tonalità di blu.

Foto escursione

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Foto escursione                                                                                                                                                                                                         Montagna sicura
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