24/06/2012 Lizza del Balzone, dal ponte di Monzone ad anello sino a Vinca

 Oggigiorno basta salire anche una volta sola le Apuane per vedere qualche camion carico di enormi blocchi di marmo scendere a valle sulla rete di strade che oramai collegano tutte le cave, o sentire il rombo di qualche possente mezzo meccanico all’opera in cava. Un tempo però le strade non esistevano, i mezzi meccanici erano pochi e spesso inadeguati. Allora solo la fatica e l’arditezza di cavatori e canapari permettevano ai blocchi di scendere a valle su ripidissime e pericolose vie di lizza. In alcuni casi la tecnologia e la spregiudicatezza dei progettisti portavano alla realizzazione di opere che sembrano tutt’ora impossibili. Una di queste era la teleferica che con un lungo balzo consentiva di portare i blocchi dalla cima della parete del Balzone fino nella valle di Vinca nei pressi del Ponte di Monzone. Questa zona era un tempo importantissima per l’estrazione del marmo del bacino del Sagro, prima che all’inizio egli anni sessanta fosse costruita la carrozzabile che da Carrara conduce a Campocecina che ha spostato verso Carrara tutte le attività estrattive relative a questo bacino tutte il marmo estratto dal Sagro passava da qui. Infatti fino ad allora i blocchi venivano caricati, insieme agli autocarri, su una grandiosa teleferica costruita nel 1907 che dalla ripida parete del Balzone affacciata sul vallone della Canalonga, li trasportava 600 metri più in basso nella vallata di Vinca. Era un impianto grandioso, capace di trasportare solo 7 tonnellate di carico mentre i carichi maggiori venivano trasportati lungo la via di lizza che è, poi, la méta del nostro itinerario; nel 1930 l'intera struttura fu ammodernata e la portata aumentò a venti tonnellate. La stazione di partenza della teleferica è ancora visibile così come lo scivolo costruito sui bordi della parete: costituiscono un'opera mirabile di tecnica ed audacia.
 

 

 
 

Itinerario:  Ponte Sul Lucido (mt. 400), Foce di Pianza (mt. 1264), Vinca (mt. 760)

Come Arrivare:
Percorrere l'autostrada della Cisa uscendo al casello di Aulla, per poi prendere la statale 63 del Passo del Cerreto; dopo aver percorso questa strada per circa 12 km. incontriamo un bivio presso cui bisogna svoltare a destra sulla statale 445 in direzione Castelnuovo Garfagnana, Lucca, che si percorre per altri 3,5 km. per poi svoltare a destra verso Gragnola, attraversare questo paese dirigendoci verso Equi-Terme, Monzone. Giunti a quest'ultimo paese si prende la strada per Vinca e dopo averla percorsa per circa 4 km. Si parcheggia l'auto proprio nel punto in cui la strada lascia il fondovalle prima di salire al paese con una serie di tornanti in corrispondenza di un ponte di legno che si trova sulla destra ad attraversare il torrente Lucido di Vinca.
- INDICAZIONI STRADALI -
 
 
Sentieri: 
N°196 Strada per Vinca/Ponte sul t. Lucido di Vinca – La Canalonga – Lizza del Balzone – innesto sent.183 EE/tratto attrezzato sez. Carrara
 N° 39 Torano - Ravaccione - Fosso di Conca - Foce di Pianiza - Case Walton - il Balzone - Vinca -  Castellaccio - Equi Terme EE sez. Carrara


 

Classificazione: EE(Allenati)
Tempo di percorrenza:  Complessivamente 6,30 h cammino effettivo
 
Acqua: a Vinca
 
Punti sosta: Al paese di Vinca
 
Traccia Google Hearth
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Periodo consigliato: Da Primavera all'autunno, sconsigliato in inverno
 con presenza di neve e ghiaccio.

 

Siamo venuti a conoscenza che la sezione CAI di Pietrasanta organizza, per questa domenica, un'escursione su una via di lizza tra le più ardite per dove e come è stata strappata dalla roccia su una parete verticale e anche per l'ingegnosità umana nel cercare sempre nuove soluzioni a volte al limite della follia. Infatti nel 1907 fu costruita una fantastica teleferica per portare i blocchi di marmo più piccoli a valle, era una macchina imponente e aveva una portata di 20 tonnellate, poi maggiorata a 20, alcune fonti dicono 30 tonnellate, nel 1927. 
Giunti al ponte di Monzone sul torrente Lucido, poco prima dell'ultima serie di tornanti che portano al paese di Vinca. Qui un ponte in ferro e traversine rappresentava la fine della Lizza, ora è l'inizio del sentiero 196 CAI. La prima parte corrisponde alla porzione finale della Lizza, che più su è stata erosa dal T. Canalonga, nella valle del quale sale la Lizza.

Bene! Siamo pronti con i nostri zaini in spalla, stiamo per partire ma ci viene la geniale idea di portare una macchina a Vinca per evitare di farci cinque km per strada asfaltata, questo ci ritarda un pò ma ne saremo, certamente grati a escursione finita.
Bè ora bando agli indugi vediamo di partire! Attraversiamo il ponte di Monzone. Ponte di Monzone non è una località, come dice il nome è un ponte sul torrente Lucido di Vinca costruito dove la strada di cava che conduce al Balzone sbocca sulla carrozzabile.
Partiamo subito, vogliamo salire il più possibile prima che il sole inondi il canalone. Il primo lungo tratto è sulla strada di cava che sale gradualmente fino al limitare del bosco, poi si inizia a salire su sentiero, fino ad incontrare il letto del torrente.  l'ultima volta che ci sono stato questo sentiero non era numerato, erano presenti solo segni rossi, mentre, oggi come già detto, è individuato con il numero 196.
Questo è il tratto che ci preoccupa di più perché l’impeto delle acque modifica frequentemente l’orografia, il tracciato è realizzato alla meglio e potrebbe essere brutto.
 Quasi subito incontriamo ciò che resta della teleferica, resti di manufatti e la grossa corda d’acciaio (circa 10 cm di diametro) sono purtroppo tutto ciò che ancora rimane, ma almeno il sentiero resiste permettendo di non dimenticare. Perdere questi musei a cielo aperto sarebbe un peccato imperdonabile. Superiamo i primi tratti di torrente completamente asciutto, la siccità ha fatto evaporare anche le ultime pozzanghere
.
La parte della Lizza intagliata nel Balzone è spettacolare, con alcuni tratti forniti di cavo, non per la difficoltà della salita quanto per dare sicurezza quando la roccia è bagnata e viscida, la pendenza arriva al 100% , viene spontaneo pensare a quali fatiche e pericoli erano esposti i lizzatori che calavano blocchi di marmo di svariate tonnellate.
 Di fronte, sul versante opposto della valle del Canalonga, le belle Torri di Monzone, con diverse vie alpinistiche, più avanti, sopra il paese di Vinca i contrafforti del Pizzo d'Uccello e della Nattapiana, con due magnifici relitti dell'ultima glaciazione: circhi perfettamente conservati e sospesi appena sotto il crinale. La vista è stupenda e giustifica pienamente il titolo di Alpi concesso alle Apuane. In questo tratto della Lizza sono ben visibili nella roccia i molti innesti dei grossi pali di legno o marmo (detti piri) che servivano a tenere i cavi che venivano mollati lentamente per frenare la discesa dei blocchi di marmo, è impressionante vedere come lo scorrere dei cavi abbia inciso la roccia in profondi solchi.
Poco prima della fine del canalone, prima cioè di sbucare sulla marmifera che conduce a Foce di Pianza, in una piccola vallata ricca di faggi, tagliamo verso destra oltrepassando il letto asciutto del torrente per spostarci sul lato opposto della gola, segnalato con palina " 196 con innesto 183"  raggiungendo il piazzale della teleferica di servizio (mt.960), un meraviglioso terrazzo panoramico su tutta la valle sulla sommità di una parete perfettamente verticale con vista sulla valle del Lucido, con il Pizzo d'Uccello e la Nattapiana che sovrastano Vinca, già questa vista ci ripaga della fatica fatta sino a questo punto.
Dopo una breve sosta per ristoraci con una bella bevuta e fatte alcune foto ritorniamo sui nostri passi  per salire fino a trovare una deviazione poco visibile sulla sinistra che porta alla stazione di partenza della grande teleferica (1050 m s.l.m.), della quale restano solo gli imponenti basamenti in calcestruzzo. Anche qui la vista è davvero oltre le aspettative. Dal fabbricato dietro alla Lizza si imbocca la strada (che serviva a portare i carri con i blocchi di marmo dalle cave) percorrendola verso sud fino in prossimità della prima delle cave del Sagro, a Ovest, oltre il  Canalonga che quì non avendo più le caratteristiche di torrente prende il nome di fosso della Stretta.
 Si dovrebbe continuare il cammino sulla strada ma decidiamo di tagliare sulla sinistra e percorrere poche decine di metri di dislivello abbastanza ripido, siamo tra sfasciumi e un odore penetrante di  santoreggia ed elicriso. Questa zona è il ripido versante della Punta Tre Uomini.
Raggiungiamo in breve il soprastante tracciato della strada che avrebbe dovuto collegare Vinca con le cave del M. Sagro, per fortuna mai realizzata, a sud  visibili , nella Foce di Pianza, in tutta la loro famelica devastazione. 
La marmifera è lunga e monotona, per fortuna ci sono nugoli di farfalle che ci distraggono, sono così tante che a volte è difficoltoso passare senza calpestarle.
Appena prima di giungere al Colle Zappello a quota 1100 mt. decidiamo di fermarci per il pranzo, evitiamo di entrare nel bosco per godere del bellissimo panorama mentre addentiamo i nostri panini.
Riprendiamo il cammino e oltrepassato il  Colle Zappello la strada torna ad essere un normale sentiero inoltrandosi nel bosco in leggera salita per poi scendere rapidamente. In molti tratti si deve prestare molta attenzione, alcuni punti sono protetti con una corda metallica messa di recente e assai affidabile.
Questo era  il percorso che facevano i cavatori ed i lizzatori di Vinca per andare a sfamare la famiglia, quando non ci lasciavano la pelle.
 Ora non abbiamo più il bel panorama ma altresì l'ombra, e questo oggi è una gran cosa.
Al termine del versante ritroviamo il T. Lucido, che si attraversa su di un ponticello la cui pila in calcestruzzo è incredibilmente ancora in piedi, spostata e spezzata dalle terribili piene di acqua e detriti che rendono gli impluvi delle Apuane infidi e da evitarsi con cura quando il meteo indica brutto tempo.

Da li una lieve e piacevole salita attraversa un castagneto secolare, giungiamo a delle baracche, non molto belle da vedersi, poi una casa e infine ci  immettiamo, poi, sulla carrozzabile asfaltata in prossimità del monumento al cavatore: una madonnina in marmo bianco ben visibile per lunghi tratti di sentiero e perciò punto di riferimento.
Adesso aneliamo solo una fontana per toglierci di dosso il sudore e la polvere e la troviamo lungo a strada prima di entrare in paese e subito presa d'assalto; com’è piacevole l’acqua fresca sulla pelle accaldata!
Adesso non ci resta che andare alla piazzetta del paese dove abbiamo lasciato l'auto e l'escursione è terminata, anzi escursione non termina bene se non assaporando un magnifico gelato e allora via alla volta di Aulla dove abbiamo una nostra gelateria di fiducia!



Qualche notizia sul Balzone dal sito Escursioni apuane ( http://www.escursioniapuane.com/SDF/Balzone.html ) di Fabio Frigeri

                       Il Balzone è un modesto dirupo tra il monte Sagro e la Torre di Monzone diventato importante per la teleferica e per la ripidissima via di lizza omonime che univano i bacini marmiferi del Sagro e del Borla, situati nel comune di Fivizzano, con la strada Monzone-Vinca e quindi con le segherie di marmo di Monzone. Opera impressionante la teleferica per il dislivello che superava e per la sua lunghezza, ma non meno straordinaria ed ardita era la via di lizza scavata nella parete perpendicolare che scende dal Balzone, oggi rimangono i segni del lavoro dei cavatori nei fori e nei piri e nelle tracce lasciate dallo sfregamento delle corde metalliche sulla roccia. La teleferica non esiste più e la via di lizza è in stato di abbandono: è indispensabile salvarne almeno la memoria.

IL BALZONE
Il Balzone (1042 metri) è un dirupo che scende a strapiombo per oltre 400 metri nella valle della Canalonga e ne costituisce la testata. Questa valle finisce in quella di Vinca presso l’attuale strada provinciale Monzone-Vinca. Dal Balzone partiva una via di lizza che terminava presso un ponte di putrelle metalliche sul torrente Lucido. Nel 1907 fu costruita una funicolare per il trasporto del marmo proveniente dalla cave del Borla e del Sagro la cui stazione di partenza è proprio sul punto più alto della rupe.
Il Balzone è un contrafforte nord del Monte Sagro. Ci si arriva facilmente seguendo una marmifera che si stacca dal sentiero 39 oppure seguendo una deviazione del 174 presso le cave del Borla. È ancora presente una grossa costruzione in buon stato di conservazione che era sede dei motori di alimentazione della teleferica e gli scivoli in cemento armato della teleferica stessa. Poco distante ci sono ruderi di abitazioni (le case dei Monzonari) usate dai cavatori durante il periodo di lavoro per evitare di tornare a casa ogni giorno.

LIZZA DEL BALZONE
Sotto il Balzone partiva una via di lizza diretta allo sbocco della valle di Canalonga tra Monzone e Vinca destinata a portare a valle il marmo del Sagro e del Borla. Fu fatta costruire dalla ditta Walton, proprietaria delle cave, e fu operativa dal 1887. Il primo tratto dalle cave è molto tranquillo ed era percorso da trattrici ed oggi è una facile deviazione del sentiero 39.
La vera via di lizza inizia da quota 940 metri, da questa quota si scende a destra, per un breve ed orrido canale compreso tra il Balzone e la rupe panoramica e ci si può aiutare con un cavo piuttosto arrugginito. Segue il tratto intagliato direttamente nel monte, molto esposto, ma piuttosto largo, pulito e con fori per i piri della lizzatura e segni molto evidenti lasciati dalle corde d’acciaio durante la discesa dei blocchi di marmo.
Segue un tratto con un po’ di vegetazione ed un altro in cui la vegetazione è molto sviluppata sul tratto esposto ed un tratto in cui la via è franata ed occorre aiutarsi con le mani, ma qua non c’è esposizione, poi la via curva a sinistra entrando nel bosco. Si scende per sfasciumi e poi, superato un canale secondario, ci si porta a destra sempre nel bosco con discesa molto ripida fino a trovarsi nel greto del canale principale in cui ci sono molte corde giganti di acciaio della vecchia teleferica. Il dislivello diminuisce ed il tratto finale è allo scoperto e con una curva decisa a destra ci si dirige verso il ponte di putrelle sul Lucido proprio sulla strada Monzone-Vinca presso l’inizio del tratto a tornanti per Vinca. Il percorso è lungo circa 2,5 km, è ben segnato, con segni rossi, ed è facilmente percorribile da escursionisti esperti ed allenati, ma da evitarsi con pioggia, neve e ghiaccio.


TELEFERICA DEL BALZONE
Dalla rupe del Balzone partiva una via di lizza diretta allo sbocco della valle di Canalonga tra Monzone e Vinca, ma essa era pericolosa e costò la vita a diversi cavatori ed era insufficiente per il trasporto del marmo a valle, la produzione, infatti, superava le 15000 tonnellate annue.
Per questi motivi nel 1907 fu poi costruita, dalla ditta Walton, una funicolare aerea ad un’unica campata per il trasporto del marmo proveniente dalle cave del Borla e del Sagro, che portava fino a 6 tonnellate. In seguito con lavori effettuati nel periodo 1924-1927 fu costruita la vera e propria teleferica che arrivò a trasportare fino a 30 tonnellate, sia marmo che autocarri.
La stazione di partenza era 1042 metri e quella di arrivo 414 con un dislivello di 628 metri ed una lunghezza complessiva di 1600. Essa usava un sistema “va e vieni” con due linee distinte di trasporto, una in salita ed una in discesa: per esempio mentre scendevano 20 t ne potevano salire 5. Esistevano poi complessi sistemi di contrappesi e messa in tensione delle corde di 60 mm e lungo la linea c’erano tre supporti-cavalletto a portico.
La teleferica fu progressivamente abbandonata con la costruzione della carrozzabile Carrara-Campocecina che permetteva di portare il marmo a valle più rapidamente e con costi inferiori, anche se nel versante carrarese.
La teleferica smise l’attività nel 1957 e fu completamente smantellata. Di essa rimane lo scivolo di cemento armato ed una costruzione vicina che forniva la necessaria energia e reperti minori nella valle della Canalonga.
Dell’opera rimangono solo delle fotografie che qua non riportiamo poiché protette da copyright, in alcune insieme ai blocchi scendono i cavatori. È possibile visitare
Il museo del Lavoro nella valle del Lucido che si trova nella stazione ferroviaria di Monzone (Fivizzano) ed ammirare le fotografie di Ilario Bessi della teleferica oltre ad un modello della stessa.

TERRAZZA PANORAMICA DEL BALZONE
Di fronte al Balzone si trova un parapetto aereo (995m) su una rocca a strapiombo che è parte dei contrafforti della Torre di Monzone. Qua arrivavano alcuni cavi della struttura della teleferica e ci sono alcuni edifici di servizio, anche a questo luogo si può facilmente pervenire seguendo un sentiero che si diparte da quello per il Balzone a quota 940. Da questo piazzale si gode una veduta splendida su tutta la valle della Canalonga, sul Balzone e la via di lizza e sul Pizzo d’Uccello.

 

 

Foto escursione
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