01/11/2009 Ferrata del Procinto

Il monte Procinto (1177 m.) e' la struttura delle Apuane dalla forma piu' caratteristica, quasi come un panettone: in realta' si tratta di un torrione di forma cilindrica che si innalza di circa 150 metri dalla base ed e' circondata da una cengia chiamata Cintura del Procinto. E’ separato dalla strapiombante parete del monte Nona dalla Foce del Procinto a nord, mentre a sud la Foce dei Bimbi lo divide da tre caratteristiche guglie, meta di arrampicatori: sono il Bimbo Fasciato (o Torrione Bacci), il Piccolo Procinto e la Bimba. Per la sua forma particolare il Procinto e' stato meta di arrampicatori fino dal 1800: basti pensare che la via ferrata che andiamo a descrivere in questo itinerario e' stata installata addirittura nel 1893.
La prima scalata al monte Procinto e' attribuita ad alcuni boscaioli nel 1848, ma la prima vera arrampicata sportiva risale al 17 novembre 1879 e venne compiuta da Aristide Bruni e Dinelli accompagnati dalle guide Bertozzi e dai fratelli Vangelisti di Pruno. La ferrata venne installata dal CAI dei Firenze nel 1893, proprio lungo la via percorsa dai primi scalatori. Furono i fratelli Ceragioli nel 1933 a tracciare una nuova via all'estremita' sinistra della parete Nord, introducendo il V grado sulle Apuane: sempre i fratelli Ceragioli nel 1937 vinsero la parete Ovest, superando anche un grado V+. Dopo diversi anni, nel 1960, venne scalata anche la parete Est per merito di Bresciani e di tre compagni di Pietrasanta. Oggi le vie e le varianti sulle pareti del Procinto sono numerosissime.
Fonte:  www.ursea.it

 

Percorso: Stazzema località  mt 550  - Alpe della Grotta mt. 865 - Cintura Procinto mt. 1000 - Vetta Procinto 1177 mt

Come Arrivare
Da Nord
Prendere l'autostrada del Sole A1, seguire la direzione La Spezia - Parma Ovest, continuare sull'autostrada della Cisa A15, seguire la direzione Genova - Livorno, proseguire sull'autostrada A12, uscire a Versilia, attraversare Forte dei Marmi, Ripa, Corvaia, Seravezza, Ruosina, Mulina, proseguire in direzione Stazzema.
Da Sud
Prendere l'autostrada del Sole A1, seguire la direzione Livorno, continuare sull'autostrada A11 Firenze - Mare, seguire la direzione Genova - Livorno, proseguire sull'autostrada A12, uscire a Versilia, attraversare Forte dei Marmi, Ripa, Corvaia, Seravezza, Ruosina, Mulina e seguire le indicazioni per Stazzema.
 
Sentieri: 5 Stazzema-rif.Forte dei Marmi-Callare del Matanna-Alto Matanna.

 


 

 

 

Classificazione: EEA

Dislivello di salita: 650 m
Dislivello totale: 1300 m

Considerazioni sulla via ferrata:
La via è facile e non presenta passaggi tecnici di particolare impegno,tuttavia alcuni punti sono particolarmente esposti;la roccia è molto solida nel tratto inferiore,mentre nella parte alta si fa più rotta ed occorre fare molta attenzione a non scaricare sassi;l’itinerario sale in maniera abbastanza diretta
,superando un dislivello di circa 150 metri interamente attrezzati.
 

 
Tempo di percorrenza: Effettive 5

 

 
Acqua: Rifugio Forte dei Marmi
 
Punti sosta: Rifugio Forte dei Marmi
Il rifugio dispone di:
25 posti letto, 2 sale da pranzo, Bar, Saloncino, Acqua corrente, Energia elettrica, 2 terrazze panoramiche, locale invernale Teleferica per trasporto merci.
Aperto ininterrottamente dal 15/06 al 15/09; nei restanti mesi dell'anno aperto tutti i giorni festivi e prefestivi.
Come contattarci:
tel. 0584-777051
All'Alpe della Grotta mt. 865
Monte Procinto (Alpi Apuane) - Stazzema (LU)
http://www.caifortedeimarmi.it/rifugio.htm

 

 
Traccia gps
Periodo consigliato: Da primavera all'autunno e con adeguate condizioni meteorologiche è un itinerario che si presta benissimo ad essere percorso anche nei mesi invernali.

… Lo scoglio, ove il sospetto fa soggiorno,

Alto dal mare da seicento braccia,

Di ruinose balze cinto intorno,

E da ogni parte il cader minaccia

Il piu' stretto sentier, che guida al Forno,

La' dove il Garfagnin il ferro caccia

pla via Flamminia o l'Appia nomar voglio

verso quel che dal mar va in cima al scoglio.

Ludovico Ariosto,

 

Venerdì sera mi giunge una telefonata: " Domenica si và alla ferrata del Procinto!!" Con questo tono imperativo Marco mi fa capire che non posso mancare e allora dobbiamo proprio andare, non si può far diversamente.
Domenicaore 08,00 è proprio una bella giornata, un pò freddina ma sicuramente il sole più tardi ci scalderà.
Come da appuntamento ci troviamo al bar Millenium di Ripa, credevo che saremmo stati i soliti tre gatti e invece un pò alla spicciolata arriva: Marco e Angela, Marco detto il fisiatra, Franco, Pierino, gli amici di Montecatini Bruno, Severina e Rossano, Aldo e Franca e con me ( Alessandro) e Giuseppina facciamo 12 partecipanti, bene! la giornata si preannuncia piacevole.
 Come detto la nostra meta è il monte Procinto, il Procinto (1177mt) costituisce certamente la più caratteristica struttura rocciosa di tutte le
Alpi Apuane: un torrione squadrato alto circa 150 metri, strapiombante su tutti i lati ed appoggiato su un basamento roccioso poco più largo,che dà origine ad una singolare cengia boscosa (la Cintura) che gira tutt’attorno al torrione; sulla cima si trova un caratteristico boschetto detto Giardino. Si ritiene che il monte sia stato salito per la prima volta da alcuni boscaioli locali nel 1848,ma la prima salita sportiva è attribuita a Aristide Bruni (cui è dedicato il sentiero di accesso) e C. Dinelli,con le guide E. Bertozzi, E. e G. Evangelisti,il 17 novembre del 1879; proprio questa via fu attrezzata nel 1893 a cura della sezione fiorentina del CAI, continuando a rimanere l’unico itinerario di salita fino al 1933. La via è facile e non presenta passaggi tecnici di particolare impegno,tuttavia alcuni punti sono particolarmente esposti;la roccia è molto solida nel tratto inferiore,mentre nella parte alta si fa più rotta ed occorre fare molta attenzione a non scaricare sassi; l’itinerario sale in maniera abbastanza diretta, superando un dislivello di circa 150 metri interamente attrezzati. Per la bassa quota e l’esposizione favorevole,con adeguate condizioni meteorologiche è un itinerario che si presta benissimo ad essere percorso anche nei mesi invernali.

Ora che il gruppo è al completo possiamo partire alla volta del paese di Stazzema.
Prima di entrare nel paese, in prossimità di una larga curva, si notano le indicazioni per il rifugio Forte dei Marmi, le seguiamo per circa un paio di km sino ad una segheria pochi metri più avanti inizia il sentiero, per la verità due sentieri il 5 che conduce direttamente al rifugio e il 6 che porta alla Foce di Petrosciana. 
Scendiamo dalle auto e ci apprestiamo a iniziare la nostra escursione.
Prendiamo il sentiero sulla sinistra ben evidente e ben segnalato, pochi metri dall'inizio la marginetta restaurata da poco dalla famiglia Giannaccini, la presenza della bandiera italiana la rende ben visibile anche dall'inizio del sentiero. Il sentiero inizia subito a salire in moderata salita, giunti al bivio con il n° 6 noi proseguiamo sul 5 sulla destra, immergendoci nel fitto bosco.
Nel proseguire non incontriamo difficoltà, troviamo solo due passaggi corredati da una fune metallica per agevolare il cammino, ma non costituiscono alcun problema e non richiedono competenze tecniche.
Proseguiamo nel bosco e poco dopo la sagoma del Procinto sbuca sopra di noi con il suo impressionante strapiombo. Andiamo oltre, oltrepassiamo una casa diroccata, ne incontreremo anche altre che anticamente erano dette " burraie " dove venivano conservati gli alimenti e i prodotti della lavorazione del formaggio.
Giungiamo  alle Sorgenti della Grotta (mt.865): qua c’è una captazione d’acqua con relativa fonte freschissima, vicino ad essa una bella marginetta.
 

Proseguiamo dritto sino a giungere ad un altro bivio (per il Monte Procinto, Callare Matanna e Rifugio Forte dei Marmi). Si va a sinistra (il Rifugio Forte dei Marmi è a poche decine di metri sullo stradino di destra) e si continua a salire per il sentiero  Aristide Bruni che supera un tratto esposto con una lunga corda fissa di acciaio sfruttando la cengia ai piedi della parete Ovest del Monte Nona con la sua strapiombante parete  che con la sua mole completamente verticale è stato per secoli creduto di origine diabolica.. 
Superata la cengia si arriva a un altro bivio, si lascia a destra il sentiero per il Callare di Matanna e si prende quello di sinistra (indicazioni) per il Monte Procinto.
Siamo ora su un'altra cengia sotto la parete strapiombante del Nona.
Alzando lo sguardo ci viene spontaneo domandarci come possa essere possibile arrampicarsi su quelle pareti in apparenza inaccessibili con una verticale quasi perfetta, eppure c'è chi riesce anche a salire su questi starpiombi, dove esperti alpinisti hanno aperto vie che superano il 6° grado di difficoltà .
Giungiamo alla Foce del Procinto, q. 1000 mt, dove c´è un caratteristico intaglio che separa le due montagne. Superiamo la gola su un ponticello di legno e andiamo a  sinistra sulla cengia, Cintura del Procinto, che compie l´intero giro del torrione.
 La seguiamo solo per un tratto molto breve (qualche minuto) sino ad individuare a destra la deviazione che conduce all’attacco della ferrata (attenzione in quanto il bivio non è segnalato da alcun cartello) e si arriva velocemente all´inizio della ferrata.
Siamo su uno spazio abbastanza largo e possiamo attrezzarci per la salita alla vetta: equipaggiamento completo di imbrago, dissipatore e caschetto e siamo pronti per la salita.
Iniziamo salendo su una scaletta metallica e non nascondo una certa emozione leggendo la lapide commemorativa  ricordando  che
  la ferrata che costituisce la via normale intitolata ad Aristide Bruni fu attrezzata nel 1893 dalla sezione fiorentina del CAI sulla via della parete Sud con gradini intagliati nella roccia, spuntoni e cavi metallici, perciò la più antica via ferrata Italiana.
Mentre la scaletta che ci apprestiamo a salire è stata posta nel 1954.
Terminata la scaletta siamo su
lungo una parete abbastanza compatta sulla cui roccia è stata scalpellata, con sapiente andamento,una lunga fila di ampi gradini; la sicurezza ci viene data da una catena da una parte e un cavo d'acciaio dall'altra ma comunque gli appigli non mancano, forse solo in pochissimi casi può essere d'aiuto usarle come aiuto. Ora però l'esposizione è notevole e dando uno sguardo verso il basso sembra di essere sospesi nel vuoto.
Il tratto più impegnativo ora è terminato ed entriamo in un canalino, integralmente accompagnato da catena metallica, adesso si potrebbe anche proseguire sciolti ma la prudenza non è mai troppa e quindi visto che l'attrezzatura l'abbiamo decidiamo di usarla. La salita è facile e molti sono gli appigli e appoggi naturali; troviamo anche qualche salto roccioso ma comunque qualche scalino, anche qui, scolpito aiuta l'ascensione.
Proseguiamo nella vegetazione e giungiamo ad una cengia che ci conduce al canale terminale.
Una volta entrati nel canale lo si sale sfruttando alternativamente il fondo del canale oppure superando qualche bella paretina sulla destra dove i vari passaggi sono comunque resi meno impegnativi dai gradini scavati. Ora percorriamo un comodo sentiero, usciamo dal boschetto e dopo pochi metri siamo sulla vetta del Procinto a quota 1177 mt.
La cima è abbastanza vasta e pianeggiante con un caratteristico boschetto detto il Giardino, dalla vetta si gode un panorama mozzafiato che ripaga ampiamente della fatica fatta; da quassù abbiamo una bellissima vista sul gruppo delle Panie  con il caratteristico Uomo Morto, Monte Croce, Monte Nona e Monte Matanna, verso ovest il mare; un vero spettacolo.
Uno ad uno arriviamo sulla vetta e per la Angela che con questa salita ha avuto il battesimo della sua prima ferrata è stata una soddisfazione unica e tutti noi siamo stati felici per lei.
Rimaniamo un pò lì ad ammirare tali bellezze, scriviamo un pensiero sul libro di vetta, alcune foto e poi si ridiscende.
Riscendiamo e adesso dobbiamo fare molta più attenzione e non perdere la concentrazione, infatti gli incidenti succedono quasi sempre nel ritorno.
Prima di riprendere la ferrata, appena sotto la cima,
c’è una grotta, l'antro di Budden (ottimo riparo in caso di maltempo improvviso) dove c’è una lapide che ricorda appunto sir.Richard Henry Budden (nato in Inghilterra nel 1816 ma fondatore della Sezione CAI di Firenze di cui fu presidente) che si impegnò a fondo per la valorizzazione alpinistica ed escursionistica della zona del Procinto, insieme all’ing. Aristide Bruni. All'interno scorre un piccolo rivolo d'acqua e cosa sorprendente che l'acqua scaturiva dal terreno, da tenersi presente che siamo praticamente in vetta e le pareti sono isolate da altre cime quindi ci si domanda: " da dove viene? "
 Ci fermiamo un attimo all'interno e poi riprendiamo la via del ritorno percorrendo a ritroso
l’itinerario dell’andata.
Eccoci tutti e dodici alla base della ferrata e siamo tutti soddisfatti di come siamo saliti e naturalmente scesi. Riprendiamo il sentiero che passa sotto le strapiombanti pareti del Nona e ci dirigiamo verso il sentiero n° 5 che scende dal Callare di Matanna. Mentre scendiamo pezzi di ghiaccio si staccano dalle pareti e cerchiamo di affrettarci prima che venga giù qualche pezzo un po' più grosso.
In circa 40min. arriviamo al termine del sentiero dove si raccorda con il sentiero 5 e 121 in prossimità
del   Rifugio Forte dei Marmi 868 mt.
A questo punto diamo inizio alla fase due dell'escursione, infatti quando siamo saliti, io e Marco siamo andati verso il rifugio per prenotare una bella bisteccata e ora ci ritroviamo tutti con le gambe sotto il tavolo con davanti a noi una grossa costata cotta alla brace e poi perché non assaggiare anche quelle belle salsicce? Ottimo vino, caffè e ammazza caffè. Tutto ottimo, una bella idea. Come terminare più degnamente di così una bella giornata con ottimi amici? Infatti dalle nostre facce si capisce tutta la nostra soddisfazione di questa giornata e allegramente riprendiamo la via del ritorno riprendendo il sentiero percorso già al mattino.
Abbiamo terminato la nostra escursione, escursione facile ma in un ambiente stupendo, aspro e affascinante che ci lascia sensazioni uniche; di queste montagne ci si può veramente innamorare.



 

 

Foto escursione

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