Passo delle Radici
Camminato poco....mangiato tanto

28 - 29 gennaio 2012

Questa escursione è il tratto più occidentale del lungo crinale spartiacque tra le province di Lucca e di Modena, ingiustamente poco battuto dagli escursionisti: assai bello e istruttivo è infatti il panorama che si apre tra il colle dei Laghi e Cima la Nuda verso le maestose Panie e l'alto Appennino reggiano. E' possibile e consigliabile completare la gita variando il percorso di ritorno lungo il tracciato della strada forestale ( pista da fondo in inverno)
Passo delle Forbici - Prati di san Geminiano transitando per il rifugio forestale Maccheria.

 
 

Percorso: Passo delle Radici - Cima La Nuda - Passo del Giovarello

Come Arrivare: Dalla Toscana : SP 13 per Castelnuovo Garfagnana, arrivati a Castelnuovo G. prendere la SP 72 - SS 324 in direzione Passo delle Radici.
 
Sentieri:00


 

Classificazione: E

Quote:  Passo delle Radici ( 1529mt.) -  Cima La Nuda( 1705 mt.) . Passo del Giovarello ( 1663 mt)

Tempo di percorrenza:  Complessivamente 3
 
Acqua: Non presente sul percorso
 
Punti sosta: 
 
Traccia google heart
Periodo consigliato: Tutto l'anno

 

                                     

Questa volta ci accodiamo alla UOEI Ripa di Versilia, che per altro ne siamo anche soci.
Come prima uscita dell'anno la sezione ha programmato un' escursione sulla neve con le ciaspole ma.... Grazie alla cortesia e  la disponibilità della sezione di Pietrasanta di metterci a disposizione il rifugio al Passo delle Radici abbiamo approfittato anche, più che altro,  per passare due giorni convivialmente tra amici.
Come detto partiamo sabato 28 e  giungiamo al rifugio del Passo delle Radici, d'inverno è bene andarci con la luce perché bisogna riempire l'impianto dell'acqua che và obbligatoriamente svuotato alla partenza per non farlo ghiacciare e per portare una temperatura ambiente accettabile, per fortuna ha funzionato tutto bene, come sempre, ovviamente.
Appena terminano gli arrivi si da il via all' happy hour, preludio di una cena memorabile. In queste occasioni ci proponiamo sempre di portare solo il necessario e lo facciamo, solo che è il necessario per rimanere lì per almeno una settimana!!
Praticamente tra l'happy hour  e la cena non c'è stato stacco e ci siamo trovati dall'aperitivo alla  grigliata mista e tanti formaggi, salumi, acciughe marinate, peperoncini ripieni sott'olio ecc ecc.
Ahh!! siamo belli satolli qui ci vuole una bella passeggiata; mi sono dimenticato di dire che purtroppo di neve non ce ne è affatto, solo una bella lastra di ghiaccio dove bisogna essere dei bravi equilibristi per restare in piedi e l'alcol ingurgitato non aiuta! Ci portiamo  sulla pista di fondo e facciamo la camminata, breve dati gli scivoloni.
Rientriamo ma prima di andare a letto un ultimo punch caldo non ce lo vuoi mettere?
Finalmente ci decidiamo ad andar a letto e quasi tutti muniti delle dovute precauzioni anti russatori, la notte , comunque, passa senza niente di tragico o peggio di quello già sentito.
Ci alziamo e la prima cosa da fare è vedere se avesse nevicato, magari una bella e abbondante nevicata che ci permetta di effettuare la nostra ciaspolata. No! niente da fare, durante la notte non ha nevicato.
Bè intanto facciamo colazione e poi decideremo il da farsi.
Tenuto conto che gli altri amici che dovevano telefonarci per farci sapere quando arrivavano non si sono fatti vivi e che le ciaspole le possiamo tenere nei bagagliai delle auto decidiamo lo stesso di fare una bella escursione verso il monte Giovarello.
Ecco partiamo, siamo tutti e dodici in fila indiana,  e subito dobbiamo fare i conti con il ghiaccio che ci obbliga ad essere dei funamboli per mantenere l'equilibrio e non sempre ci riusciamo.
Partiamo dal rifugio e invece di seguire la pista da sci di fondo prendiamo sulla sinistra camminando nel bosco di faggi facciamo un giro più largo ma comunque ci troviamo ad intersecare nuovamente la pista. Siamo ad un bivio, prendiamo sulla sinistra, presenti dei paletti segnaletici del sentiero 00.
Ovviamente cerchiamo il più possibile di non camminare in mezzo alla pista e dove possibile prendiamo nel bosco dove camminare è più agevole, a questo punto stiamo aggirando l'Alpicella delle Radici a quota 1595 mt.
Ci troviamo ora su una vecchia pista da sci del comprensorio di San Geminiano e ormai non più in uso la attraversiamo, risaliamo nel bosco per  un tornante che ci riporta ad riattraversare nuovamente la pista sul lato opposto a una quota maggiore, saliamo un breve pendio e ci troviamo a  pochi metri al di sotto del Colle dei Laghi su cui si abbarbicano  gli ultimi contorti faggi e dopo breve tratto in discesa si rimonta per prendere l'ultimo sentiero che ci porta alla  Cima La Nuda ( 1705 mt.)
Da quì si potrebbe avere uno splendido panorama  sull' intera catena delle nostre Apuane e sulla nostra sinistra farebbe sfoggio Bocca di Massa e il monte Cella.
Entriamo in un'abetaia e al termine di una salita  proseguiamo sul filo di cresta   in direzione nord est, già in territorio della provincia di Reggio Emilia. si arriva rapidamente al Passo del Giovarello.
Anche da quì posso solo raccontarvi cosa si potrebbe vedere, lo sguardo oltre che spaziare verso le Apuane si spingerebbe anche verso la Pianura Padana e in lontananza risalterebbe la caratteristica sagoma della Pietra di Bismantova.
Torniamo indietro  ripercorrendo la strada già percorsa ma adesso lo stare in piedi è ancora più difficile data anche la pendenza in discesa. Data la nebbia non  vediamo gran che del panorama ma l'ambiente in cui ci troviamo è tra il sogno e il fantastico, gli alberi sono ricoperti di cristalli di ghiaccio , puri, luccicanti come diamanti, sono sculture di ghiaccio, magicamente trasformati, non si tratta di neve ma dell'umidità presente nell'aria che si ghiaccia sui rami, questo fenomeno si chiama galaverna.
In breve raggiungiamo di nuovo il rifugio al Passo delle Radici. E' ancora presto e di stare davanti al camino e magari gozzovigliare sin che non ripartiamo non ci attira e allora decidiamo di portarci al vicino paese di San Pellegrino in Alpe ( 2,5 km) per strada asfaltata.
Fà un freddo cane e addosso ci si ghiaccia l'umidità come del resto sui rami degli alberi e su ogni altra cosa. Giungiamo al paese e un termometro segna - 5 e si sente bene inoltre un forte vento ci fà percepire ancor di più la bassa temperatura.
San Pellegrino in Alpe è un piccolo paese appollaiato a quota 1525 metri sul livello del mare, avanguardia di tre province: quelle di Modena, Lucca, e Reggio Emilia.
Questo piccolo borgo, luogo di pace e di sogno, ha una storia antichissima che si svolge attorno al suo santuario, uno dei più celebri ed antichi Santuari d’Italia.
Meta, da sempre, di pellegrini in cerca di spiritualità e di villeggianti in cerca di riposo e di panorami mozzafiato.
Come detto è un bel paesino ma oggi sembra spettrale, non c'è nessuno in giro e la nebbia e il vento lo rendono ancora di più desolato. Entriamo nel santuario dedicato a san Pellegrino e san Bianco, una chiesa ospizio che come ne attesta un antico documento storico, conservato all'Archivio Vescovile di Lucca, la  sua presenza a San Pellegrino in Alpe già nel 1110, all'interno un tempietto marmoreo  custodisce quelli che si ritengono i resti di S. Pellegrino e S. Bianco, opera di un importante scultore del Quattrocento, Matteo Civitali (1436-1502).  Vicino al Santuario c'è anche un museo dedicato alla civiltà contadina del posto.
Riprendiamo la via del ritorno e non vediamo l'ora di rientrare nel caldo rifugio, sembra che il freddo ora sia ancora più pungente.
Per terminare degnamente la nostra prima uscita del 2012 cosa non fare se non ritrovarci tutti a tavola? e infatti cerchiamo di dare fondo alle scorte che comunque rimangano sempre abbondanti.
Le lancette dell'orologio sembrano in certi momenti essere più veloci e in men che non si dica è già l'ora di sbaraccare, ci mettiamo tutti assieme a riordinare senza dimenticarci le operazioni di scarico dell'acqua dall'impianto e poi a malincuore chiudiamo tutto e non ci resta che prendere le auto e incamminarci verso casa.
E' vero che non è stata l'escursione programmata ma questa esperienza è stata ugualmente positiva, infatti abbiamo potuto stare assieme condividendo la gioia di una giornata passata spensieratamente infatti i veri amici amano condividere i momenti preziosi che la vita riserva loro, come le piccole cose dell'esistenza per cui vale la pena di vivere ogni giorno.
       
 



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