Maratona di Praga

13 maggio 2012

A volte siamo presi dalla smania per le grandi cose, per le grandi imprese, per le grandi emozioni….
E a volte, proprio per questo, non ci accorgiamo che le grandi emozioni possono nascere anche dalle “piccole” cose.
Un esempio ne è la maratona di Praga.
Ma perché piccola?
Piccola perché, nonostante in continua crescita, non può certo vantare il numero di partecipanti della più blasonata New York e, nemmeno, di Londra o di Parigi.
Piccola perché, tutto sommato, la città è ancora a misura d’uomo. Un’incantevole perla unica ed irripetibile, specchio dei secoli, teatro di avvenimenti memorabili e sovvertitori, che si respirano in ogni angolo, caratterizzata dalla tortuose stradine della Città Vecchia, dai Palazzi di Mala Strana, dal fascino mozzafiato dell’antico Ponte Carlo con le sue statue ed il suo incessante passeggio..
La sua bellezza è stata onorata da grandi personalità, come musicisti, regnanti e papi…e noi stessi non possiamo che rimanere estasiati.

 

                                     

Come, ormai ,sapranno quelli che ci seguono abitualmente, oltre che la passione per la montagna alcuni di noi hanno anche la passione per la corsa e in particolar modo la maratona. Questa volta ci cimenteremo sui 42km,195mt sulle strade di Praga.
Siamo in cinque: tre maratoneti e due turiste.
Venerdì mattina di buon ora partiamo alla volta di Milano Malpensa, da dove con volo Esy Jet decolleremo verso la capitale Ceca.
In anticipo sulla tabella di marcia l'aereo atterra sull'aeroporto di Praga, sono appena le 11,00. Con Il pullman 119 ci portiamo al capolinea della linea A della metropolitana alla stazione di Dejvická che è la soluzione migliore per chi è diretto al centro storico di Praga (Città Vecchia, Quartiere Piccolo, Città Nuova, Castello). La corsa dura circa 20 minuti.
Per salire a bordo serve un biglietto del trasporto pubblico urbano da 20 Kc (biglietto di trasferimento), acquistabile anche direttamente dall'autista dell'autobus, forse a un prezzo leggermente più alto, noi l'abbiamo acquistato all'interno dell'aeroporto per una durata di 3 giorni.

Un pò di trambusto all'inizio l'abbiamo avuto per capire come funzionavano le cose ma in breve ci accorgiamo che è estremamente facile viaggiare in questa città, ci sono tre linee metropolitane (di chiaro stampo sovietico, con lunghissime rampe di scale mobili con pendenze da … vertigine) e comodissimi tram.
Il nostro albergo è situato nella città nuova ( Nove Mesto) e quindi dobbiamo cambiare linea di metrò all'intersezione con la linea C alla stazione
Muzeum e proseguendo su quest'ultima sino alla stazione di  I.P.Pavlova.
Usciamo all'aperto e ci è voluto un pò per orientarsi con la cartina, anche perchè siamo usciti dall'uscita sbagliata!! Ma ecco troviamo via Legerova, sappiamo che a poche centinaia di metri (200) c'è la traversa, Wenzigová 3 dove finalmente arriviamo all'hotel. Hotel che si presenta subito bene e l'efficenza del personale è stata stupefacente, prima di riuscire a dire chi eravamo il portiere ci chiamo per nome: " Signor Navari e signor Meccheri?? " Ci guardiamo in faccia, ma come ha fatto a sapere chi eravamo? Bè meglio così,  ci dà le chiavi delle camere e subito a rinfrescarci un pò. E si! oggi è una giornata molto ma molto calda.
Non perdiamo tempo e una volta pronti ci rechiamo in un locale per mangiare qualcosa e poi subito all'expo per ritirare i pettorali.
 Lo storico spazio delle Fiere di Praga, dove è ubicato l’Expò, risulta inaspettatamente splendido, costituito da una serie di edifici di bella architettura Liberty. È nella parte Nord-Ovest della città, al di là del fiume Moldava che taglia in due la città, un po’ fuori dalla città Vecchia, ma come detto a Praga i mezzi pubblici funzionano benissimo e un pò con la metropolitana e un pò con il tram ci arriviamo senza troppi intoppi. Il modo più semplice per raggiungere l'Expo Sport è portasi sino alla stazione della metropolitana Nádraží Holešovice (linea C) e poi prendere il tram numero 5, 12 o 15 a "Výstaviště" e poi scendere davanti all' Expo.
Espletate le formalità tecniche legate alla maratona, abbiamo visitato gli stand e ascoltato le interviste al manipolo di keniani deputati alla vittoria, guardiamoli bene oggi perché poi non li vedremo più!!
Mentre passeggiamo tra i vari espositori notiamo un pò di fermento e molti fotografi che seguono la stella del calcio, ormai ex stella,
Pavel Nedved, anche lui per partecipare alla maratona.
Bè ci fà molto caldo dentro questi capannoni e decidiamo di andare verso il centro.
Decidiamo di fare una capatina a Ponte Carlo
(Karluv Most), meta obbligatoria per ogni turista che visita questa splendida città.
Il ponte  unisce la Città Vecchia alla zona Malà Strana attraversando il bellissimo fiume Moldava (Vltava).

Il Ponte Carlo è uno dei monumenti più famosi a Praga. E’ anche il secondo ponte più antico che attraversa la Moldava (dopo quello di Písek) e risale al momento di maggior sviluppo di Praga, all’epoca dell’Imperatore Carlo IV di Lussemburgo.
Occupa il posto del precedente Ponte di Giuditta, risalente al 1172, all’epoca del regno di Vladislao II. Giuditta era la moglie di questo sovrano, della stirpe dei Premislidi. Il ponte di Giuditta è stato distrutto dall’alluvione nel 1342 e Praga è rimasta tagliata in due parti, senza un collegamento tra le sponde del fiume. Uno dei monumenti più affascinanti di Praga.
 Bellissimo e maestoso
con una lunghezza di 520m pieni di storia, peccato però, dal sovraffollamento  di turisti, bancarelle di souvenir e artisti di strada.
Sulle zone laterali del ponte vi sono delle statue che aprono lo sguardo sella storia di questa città. Il panorama che si ammira dal ponte lascia senza fiato chiunque lo attraversi, osservando la città da una posizione strategica si può ammirare anche il Castello di Praga.  Il ponte Carlo di sera: per i romantici non può mancare una passeggiata di sera quando il sole tramonta e si fa lentamente buio,  cambia volto e diventa quello il posto più romantico del mondo.
Ci inoltriamo per un po' nel quartiere del castello
(
Hradčany), in ceco, hrad significa « castello ».
Cominciamo a sentire la stanchezza, la temperatura molto alta e afosa ci spezza le gambe, inevitabilmente ci viene da pensare alla maratona speriamo che la temperatura sia più favvorevole! Andiamo alla ricerca di una metropolitana che ci riporti al nostro albergo. La serata si chiude in un locale dove, mangiamo, bene, piatti di cucina tipica ceca.
Il sabato mattina ci sveglia con una fitta pioggia e se il giorno prima era estate piena, oggi è gennaio pieno, ma che tempo pazzo fa quest'anno!! Ci alziamo con calma e facciamo una ricca colazione e poi dedichiamo il resto della giornata, irresponsabilmente, ad attività turistiche. 
Iniziamo dalla Piazza della Città Vecchia il cuore del centro storico. La piazza è stata magnificamente restaurata ed è un buon punto di partenza per iniziare la vostra visita di Praga. Ammiriamo le guglie gotiche della Chiesa di Santa Maria di Týn, (Kostel Matky Boží před Týnem),che si ergono sopra la piazza; detta anche semplicemente Týnský Chrám, è una chiesa imponente di Praga che domina la piazza della Città Vecchia ed è il secondo santuario praghese dopo la Cattedrale di San Vito , la statua del riformatore Jan Hus e, sul lato opposto e quello che è l'attrattiva più nota che è l'orologio astronomico sul Municipio della Città Vecchia.
Poi abbiamo allargato il nostro raggio d'azione intorno alla Piazza della Città Vecchia , lungo le strade che escono dalla piazza, la grande Pařížská, l'affascinante Týnská che conduce ad Ungelt, la sempre trafficata Melantrichova  che ci porta a piazza Venceslao (Václavské námestí). Cuore commerciale nel centro di Praga,
venne realizzato in questa maestosità durante il regno di Carlo IV.
Con i suoi  750mt di lunghezza
e 60 di larghezza la piazza Venceslao ospita numerose attività commerciali e un notevole flusso di veicoli ad ogni ora. Domina lo spazio l'imponente struttura del Museo Nazionale, particolarmente votato alle scienze naturali, e che ospita attualmente 14 milioni di pezzi. Date le sue dimensioni la piazza è luogo naturale per lo svolgimento delle principali manifestazioni ed eventi culturali della città; da 2 secoli è teatro delle più grandi manifestazioni di piazza che hanno segnato la storia del paese, a partire dai movimenti che hanno portato all'indipendenza dall'Austria, fino alle proteste seguite all'occupazione sovietica. Si ricorda nella piazza Jan Palach, studente che si diede fuoco davanti al Museo in segno di protesta contro l'invasione russa. Tra i vari palazzi che trovano posto nella grande piazza, una menzione lo merita sicuramente quello che ospita l'Hotel Europa, edificio in stile noveau di inizio novecento, alla cima di piazza svetta la statua del santo sul suo cavallo.
 Siamo, poi, scesi lungo Celetná alla Torre delle Polveri, una delle storiche porte della Città Vecchia  dove collegata alla torre c'è la casa municipale, il piú prestigioso edificio Art Nouveau di Praga. Ci siamo diretti, poi al borgo del Castello (Hradčany) che da secoli è  sede del potere boemo, il Castello continua oggi la sua tradizione ospitando la presidenza della repubblica Ceca. Costruito durante il nono secolo, è considerato oggi il più grande complesso fortificato medievale al mondo, con il suo mezzo chilometro si lunghezza, ed è oggi per la maggior parte aperto al pubblico e visitabile. All'interno trovano posto una serie di edifici tra cui la celebre Cattedrale di San Vito, simbolo della città su cui svetta imperiosa, la basilica di San Giorgio, alcuni musei tra cui la National Gallery e diversi giardini in cui si può tranquillamente passeggiare. All'entrata si svolge ogni ora il cambio della guardia, mentre a mezzogiorno si può assistere alla cerimonia dell'alza bandiera con tanto di fanfara.
Scendiamo di nuovo verso il fiume e ancora sazzi della ricca colazione ci accontentiamo di un hot dog e poi riprendiamo il nostro girovagare. Poi Marco e family decidono di rientrare mentre io e Giuseppina continuiamo a gironzolare con il naso all'insù  ammirando i maestosi palazzi
, d’altra parte quando ti trovi a girare in una città in cui, ad ogni strada che percorri, ad ogni piazza che arrivi, vedi splendidi palazzi storici restaurati, chiese con architetture gotiche incredibili, parchi incredibilmente curati e bionde a non finire (… intendo ovviamente birre!), diventa difficile pensare alla maratona che ci attende il giorno dopo.
Poi un gelato e una cioccolata  calda e rientriamo anche noi. Sono le 18,00 e abbiamo appuntamento con Marco per le 19,30 c'è tempo per una doccia e per preparare l'occorrente per la maratona, è ora di pensare anche a questo! Con religiosa cura appendo il numero sulla maglietta, preparo i calzini, pantaloncini e scarpe, stranamente guardando e riguardando che tutto vada bene, che non manchi nulla.... ma che deve mancare? Naturalmente non mi sono neanche dimenticato la foto del mio amico Guido che da lassù mi aiuterà ancora una volta. Pian piano mi cominciano a venire i dubbi e se non ce la faccio? Se mi sono allenato male?, forse oggi era meglio che mi riposassi, ma poi mi dico: " suvvia pensa positivo e tutto andrà bene!!" Ci provo ma un certo tarlo mi rimarrà per tutta la serata.
Ci ritroviamo nella Hall e ci rechiamo a cena, cena leggera: pasta e insalatone, niente birra per gli atleti mentre la Giuseppina ne ha bevute anche per noi, buon pro gli faccia!

La mattina dopo (domenica 13 maggio) giorno maratona: sveglia all’alba, la colazione è fissata per le ore 06,30 mi alzo subito ma mi accorgo anche che sono un po' preoccupato non riesco a tranquillizzarmi e lo prendo come cattivo auspicio comunque siamo quì e bisogna ballare! Scendiamo per la colazione rigorosamente fette biscottate e miele mi riempio la tasca dei pantaloncini di uva passa e mandorle sgusciate i camera ho anche dei datteri denocciolati, mi saranno utili lungo il percorso.
Risalgo in camera,  non ne ho parlato con nessuno dei miei timori non vorrei demoralizzare anche gli altri, finisco di preparare le ultime cose  e via ci siamo dobbiamo recarci alla partenza. Andiamo tutti e cinque, corridori e supporter, il breve tratto che ci separa dalla metro  e poi da quì una fermata e siamo a Piazza Venceslao dove, in fondo, sono ubicati gli spogliatoi e il deposito borse.
Il tempo sembra volgere al bello ma la temperatura è abbastanza fresca, anche troppo.
La città era deserta, tuttavia ogni tanto dalle vie laterali sbucava qualcuno con zaino della maratona con destinazione comune. Da lì a qualche centinaio di metri, “quel qualcuno”, era diventato qualche migliaia! Raggiungiamo velocemente l’area. L'Eugenia e la Giuseppina ci immortalano con delle foto un bacio e tanti auguri e ci dirigiamo verso gli spogliatoi, consegniamo lo zaino al deposito borse (tutto organizzato con una precisione…svizzera) e ci rechiamo alla nostra griglia di partenza, situata nella via Celetna, ma fa freddo e prima di entrare nella via sfruttiamo un angolo assolato ma poi dobbiamo entrare. L'ubicazione della strada è  singolare in quanto  è in curva rispetto alla piazza in cui è situato l’arco dello start. La via stretta amplifica il caos pre-partenza, ancora i dubbi i tormentano e cerco la concentrazione, forse sono sembrato anche scorbutico ai mie due amici, man mano che le griglie si riempono di atleti e la musica di non sò quale genio della musica classica fosse....Mozzart?? L'adrenalina comincia a crescere e con essa l'euforia, ad un tratto mi accorgo che stò fremendo e non vedo l'ora che venga dato il via.
E finalmente viene dato lo start, è il momento di tirare fuori tutto quello per cui mi sono preparato per lunghi mesi.
Impiego ben 5’:15” prima di passare sotto la linea di partenza, il serpentone umano imbocca il vialone Parizska e si attraversa la Moldava sul ponte Cechuv Most, per piegare subito verso Sud in direzione del Castello e riattraversare la Moldava sullo storico Karluv Most. Fin dai primi chilometri si intuiscono subito quali sono le difficoltà di questa affascinante maratona: i continui sali scendi del tracciato, micidiali,  il lastricato del centro storico, le numerose rotaie dei tram (che rendono difficoltoso l’appoggio). Nel frattempo resto calmo limitando gli zig-zag, la paura di sprecare energie in un tracciato così impegnativo mi frena. Al km 10 c’è il primo cambio della staffetta che si svolge in contemporanea (ulteriore elemento di disturbo in questa prima fase della corsa), con gente fresca che parte a “randa” (botta morale) ed altra alla disperata ricerca del compagno a cui dare il cambio (botte fisiche).
Imboccato il vialone Rohanske Nabrezi, che riporta verso la piazza della partenza, mi accorgo dei cartelli che segnano i km 39, 40, 41 … . Realizzo che dovrò ripassare da lì verso la fine, peccato che la strada (costeggiando il fiume) sia un continuo sottopasso “tendente” alla salita, ma all’inizio le energie sono ancora abbondanti ci si penserà più avanti! Intanto Continuiamo a correre tutti e tre assieme non ostante continuiamo a incitare Alessandro, il figlio di Marco, ad allungare. Lui con i suoi venticinque anni se lo può permettere.
 Al km 12 ripassiamo dal viale Parizska e solo adesso, fatto in leggera discesa verso la piazza, mi accorgo della gente che è assiepata ai bordi strada, che diventa una vera esplosione di colori e grida (fra normali turisti ed appassionati alla gara) al nuovo passaggio nella piazza principale. A questo punto il percorso attraversa la parte finale della Vaclavske Namesti (tipico luogo di passeggio per i praghesi), poi  via Narodni  con tutti i binari dei tram al … loro posto! Quindi brusca svolta verso Sud, lungo la Moldava, poco dopo il km 15 c’è il primo punto in cui il tracciato in andata si affianca al ritorno. Dall’altra parte della strada si vedono  quelli che hanno già fatto il giro di boa, intanto io continuo con il mio ritmo che mi sono imposto in 5,40 a km.
Tra tante bellezze di questa città ne incontriamo una che forse suscita certe perplessità un palazzo avente una forma molto particolare (tutto “attorcigliato”) con una sorta di grosso nido in acciaio sopra il tetto la così detta Casa Danzante
 (Tančící dům), anche nota come "Ginger e Fred" dalla coppia che l'ha ispirate, sull'argine di Rašínovo nábřeží è una delle rarità di Praga, ammirata e criticata allo stesso tempo. Questo eccentrico edificio è stato progettato dall'architetto americano Frank Gehry e la sua costruzione è terminata nel 1996. Una forma decisamente, a dir poco, originale nell'ordinata fila di edifici dall'architettura centenaria. La mia corsa prosegue non veloce ma costante e quando giungo  
alla “mezza” guardo il cronometro non è un buon tempo per me ma stò bene e non sento particolari dolori, la respirazione è buona e continuo di buon umore, continuo fino alla svolta ad “U” che individua il punto più a Sud del tracciato lungo il viale Podolske Nabrezi. Adesso è il mio turno guardare in faccia chi mi sta dietro, vedo anche il “pacemaker” delle 4h:15’ con i suoi palloncini e riesco a calcolare che ho un bel pò di di vantaggio.
Per la prima volta penso di riuscire a finire la maratona senza procedere al passo per lunghi tratti e già questo mi rende felice e fiducioso di fare una bella corsa.
 Poco prima del km 25 nuovo attraversamento della Moldava sul Palacheko Most (particolarmente ripido) e chiedo a Mraco come và e la sua risposta mi preoccupa, ci fermiamo al ristoro successivo e quando riparto non lo vedo più spero proprio che non debba ritirarsi.
Nei brevi tratti in discesa per far andare le braccia lungo i fianchi e riprendere fiato. Poco dopo il km 28 nuova svolta ad “U” lungo il viale Strakonicka ed ennesimo tratto in salita (leggera, ma stavolta lunghetta: almeno 3km). Al termine attraversiamo ancora il fiume (sul Legli Most con tutto il suo pavè!!!): a questo punto la fatica comincia a farsi sentire , i ristori sono diventati piccole oasi (sono sempre frequenti e ben forniti, i piccoli gruppi rock disseminati lungo il percorso (alcuni veramente encomiabili) forniscono un supporto morale. Al km 33 riconosco i luoghi in cui siamo passati pochi km dopo la partenza e mi faccio coraggio perché ormai sono “sotto il deca”, anche se sono consapevole che il mio passo si è irrimediabilmente ridotto.
Penso solo che sia un peccato non aver studiato un percorso che prevedesse altre strade di questa bellissima città, per evitare “strade già viste” (e magari senza salite!).  Vedo il cartello che indica il km 39 e io aspetto il 40°, ho qui infatti appuntamento con mia moglie per consegnarmi la bandiera italiana con cui voglio arrivare ai traguardi delle maratone che faccio e quando sbuco dall'ennesimo sottopasso, i salita, eccole lì la Giuseppina e l'Eugenia, infreddolite ma lì che ci aspettano. Mi concedo a loro per una fotografia, prendo al volo la bandiera e senza fermarmi continuo e adesso ancora più carico, peccato che questi ultimi due km debbano essere in salita e su lastricato, micidiali. Incontro un'altro italiano che prosegue con difficoltà e lo incito a proseguire: "dai manca poco, stringi i denti!!" Mi guarda e forse vedendo la bandiera che ho con me riprende a correre e si affianca a me, non mi dice niente ma mi guarda come dire dai facciamoli veder chi siamo, rimarrà con me sino alla fine!
Giungiamo all'ultimo ristoro, riparto subito, appena un sorso d'acqua, mi ritrovo al fianco il mio compagno e continuiamo consapevoli che ormai e fatta.
Finalmente arriva la tanto attesa “svolta secca a sinistra” su Parizska, ormai ci siamo. Le ultime centinaia di metri le gambe girano da sole, la gente ai lati della strada applaude chiunque passi, ma a me sembra che siano lì tutti per me, ecco finalmente il tappeto blu: l’ultimo allungo prima di attraversare a braccia alzate l’arco d’arrivo. Guardo il cronometro: 4h:15’:20”, buono! Sono soddisfatto con un tracciato meno duro avrei fatto sicuramente meglio, sento di aver fatto una bella corsa, sono a posto con me stesso ed è una bella sensazione.
Qualche minuto per rientrare nelle mie facoltà di “intendere e volere”,
  poi  come eroi, si ritira fieri la propria medaglia, si lascia il luogo teatro della "vittoria", la trafila delle foto ed il recupero dello zaino.
Quando finisco una maratona è, in parte parte, un sollievo è come levarsi un peso di dosso e in parte mi lascia un senso di vuoto che voglio colmare al più presto e nelle ore successive mi  ritrovo a pensare a quale altra maratona potrei partecipare, ma alla fine mi sono detto che per adesso è meglio godermi questa esperienza, recuperare le forze e poi magari cominciare a ricominciare a pensare a qualche altra avventura, di sicuro non mi fermo!!!
Per essere preciso nel racconto della corsa bisogna dare anche testimonianza di chi ha dominato la corsa, che per me è come se ne avessero fatta un'altra diversa.
Per quanto riguarda il risultato finale non vi sono state sorprese,
con etiopi e keniani che hanno dettato legge. In campo maschile vittoria dell'etiope Deressa Chimsa, con il crono di 2h06'25". Alle sue spalle i keniani Stephne Tum con 2h07'17" e Philemon Limo con 2h09'25". Primi italiani al 79° e 80° posto: Valerio Conori del GP Corno Giovine con il tempo di 2h46'07" e Christian Vignali del Road Runners Club Poviglio ASD con 2h46'46". Fra le donne successo per la keniana Agnes Kiprop con il tempo di 2h25'41", davanti alla connazionale Flomena Chepchirchir con 2h26'50" e l'etiope Meseret Debele con 2h27'15". L'italiana Tiziana Nesta dell'Atletica Lazio quindicesima con 3h00'59".
Insomma quando io ero circa a metà, loro finivano la corsa! Meglio non pensarci e continuare, invece, a credere che la corsa è un divertimento e prendere ad esempio la citazione, non so di chi, che dice:
"Ognuno è campione di sé stesso!!! Parti e poi si vedrà... non pensare all'arrivo pensa alla corsa!!


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