10/06/2012 Escursione sui sentieri della Val Serenaia


Il Pizzo d'Uccello (m. 1781) è la vetta più settentrionale delle Apuane. Mostra da ogni versante profili slanciati, ma soprattutto a nord assume un aspetto imponente con la spettacolare parete rocciosa che si innalza per 700 metri, che contribuisce a fargli veramente meritare l'appellativo di "Cervino delle Apuane".
Si distingue tra le altre cime delle Alpi Apuane soprattutto per la sua Parete Nord un appicco di quasi 800 m di dislivello che pone la montagna al paragone con le più famose pareti dolomitiche o delle alpi occidentali.
Alla montagna si accede dalla località Orto di Donna un tempo amena valle, adesso il gran parte deturpata dall'escavazione del marmo circondata da cime ardite tra le cui il Monte Pisanino, il Monte Cavallo , il Monte Contrario e il Monte Grondilice .
Sulla parete nord si snodano diverse vie di arrampicata tutte di grande impegno .

 

 
 

Itinerario:  rifugio Donegani m. 1150 in Val Serenaia, Foce a Giovo m.1.674 , Giovetto m 1497 , Rifugio Orto di Donnam. 1500, Foce di Cardeto m.1670, Val Serenaia

Come Arrivare:
Da Pietrasanta: Autostrada sino ad Aulla, seguendo per Fivizzano e Poi imbocchiamo la strada per Lucca,seguendo le indicazioni per Minucciano.
Appena passata una galleria sulla destra parte una strada che porta alla località Orto di Donna in val Serenaia
- INDICAZIONI STRADALI -
 
Sentieri: 
N° 37 A  Rif. Donegani – Cave Orto di Donna – innesto sent.37   
N° 179 Foce di Giovo – Cava 27/Rif. Orto di Donna – Bivacco K2 – Foce di  Cardeto  -    P.so della Focolaccia       
N° 178

Val Serenaia – Foce di Cardeto – marmifera delle Cave Acqua Bianca ed innesto sent.36

N° 180  Val Serenaia – Orto di Donna – collegamento sent.178 – Rif. Orto di Donna/Cava 27


 

  
                            


 

Classificazione: E
Tempo di percorrenza:  Complessivamente 4 h cammino effettivo
 
Acqua: Ai rifugi Donegani, Orto di Donna e alla Foce di cardeto
 
Punti sosta: rifugi Donegani e Orto di Donna
 
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Mappa

 

Periodo consigliato: Da Primavera all'autunno

 

           

 Oggi abbiamo ripreso le escursioni del gruppo "Apuano", non è che non ci siamo più mossi ma è che abbiamo effettuato escursioni con l'associazione UOEI Ripa di Versilia di cui ne siamo soci. Infatti le relazioni di altre escursioni le potete trovare anche sul sito http://ripadiversilia.uoei.it/  Relazioni scritte e illustrate con le foto dello stesso web master che  sta scrivendo ora.

Ieri sera mi ha chiamato Gian Franco invitandomi ad andare a fare un'escursione al Pizzo d'Uccello
(m. 1781), è la vetta più settentrionale delle Apuane. Mostra da ogni versante profili slanciati, ma soprattutto a nord assume un aspetto imponente con la spettacolare parete rocciosa che si innalza per 700 metri, che contribuisce a fargli veramente meritare l'appellativo di "Cervino delle Apuane".
Naturalmente accetto subito e infatti eccomi a Ripa alle ore 07,00 come concordato. Siamo in tre: io (Alessandro), Franco e Pierino.
Partiamo con l'auto di Pierino e già questa è un'avventura, non tanto per la macchina ma per la guida spericolata del suo proprietario.
percorriamo l'autostrada  A12 e successivamente la A15 direzione Parma, usciamo ad Aulla e seguiamo le indicazioni per Fivizzano, poi
  imbocchiamo la strada per Lucca,seguendo le indicazioni per Minucciano.
Appena passata una galleria sulla destra parte una strada che porta alla località Orto di Donna in val Serenaia inoltrandoci nella incantevole conca di origine glaciale racchiusa tra i monti
Pisanino, Cavallo, Contrario, Grondilice
, Cresta Garnerone, Pizzo d'Uccello, Capradossa La strada percorre la valle per circa 5 chilometri attraversando incantevoli faggete. Si giunge nella splendida valle Serenaia ai piedi del Pisanino e saliti di un tornante arriviamo nei pressi del Rifugio Donegani, quì dobbiamo lasciare la macchina in quanto la strada  è sbarrata.
Il clima più che essere appropriato per il  il 10 di giugno è piuttosto invernale, nuvoloni  bassi e neri e un forte vento ci danno il benvenuto....ma che clima pazzo è?
Non siamo molto convinti della riuscita dell'escursione: freddo, nuvoloni neri, vento fortissimo, non sono i migliori elementi per effettuare un'escursione ma ormai siamo quì e quindi proviamo ad andare sino a Foce a Giovo poi si vedrà!
davanti al Rifugio donegani parte il sentiero n° 37 che attraverso la faggeta ci porta sulla strada di cava, ne attraversiamo diverse e se devo dire la verità non è che siano un grande spettacolo sia per il deturpamento selvaggio che vi è stato fatto e per l'abbandono in cui si trovano con rifiuti di tutti i tipi. 
Inoltre la zona, tranne una cava, non è più attiva per l'estrazione del marmo ma quì si prelevano solamente detriti per ricavarne carbonato di calcio, ormai sembra che questa sia l'attività più redditizia.
Prima di una cava chiusa da una sbarra( Cava 2 ) è stato ricavato il nuovo sentiero n° 37 ma noi preferiamo continuare per marmifera, se si prendeva il sentiero era meglio ma una discussione nata su dove era il vecchi tracciato ci fa andare a vedere chi a ragione.
Superiamo una cappellina dedicata alla Madonna dei Cavtori e seguendo ancora la strada ci dirigiamo verso destra lasciando la principale, troviamo e oltrepassiamo un sbarra sino ad un cava, l'unica in funzione, sin dove termina la sterrata, qui vecchi segni in parte cancellati ci confermano che da qui partiva il sentiero, aveva ragione Franco.
Superiamo diverse cisterne ( vecchie cisterne di autobotti) per la raccolta dell'acqua e tagliando a traverso per il bosco per poche decine di metri intercettiamo il nuovo sentiero n° 37  proseguiamo in salita tra  faggi e in meno di un'ora siamo a Foce a Giovo
(m. 1500) un'ampia sella erbosa e ottimo punto panoramico sulla Val Serenaia, e sull'Appennino, ad est e sulla Valle di Vinca e il mare ad ovest. Davanti a noi si staglia la mole del Pisanino, guardiamo con rispetto la Bagola Bianca, il crinale che abbiamo percorso altre volte ma guardandolo ancora ci rendiamo conto che è stata una bella impresa. Purtroppo la visuale viene meno date le molte nubi che vi si addensano contro, ma il forte vento ogni tanto le spazza via e per pochi attimi ci concede di ammirare queste belle montagne.
Se in basso tirava vento qui c'è una vera tormenta, tanto che soffia forte non si riesce neanche a respirare, senza indugio ci portiamo sul sentiero n° 175  che ci conduce alla foce del Giovetto ( mt.1497). 
 Sin che siamo al riparo va tutto bene ma appena ci ripresentiamo alla foce del Giovetto veniamo respinti da forti raffiche che rendono difficile la progressione; facciamo un pò il punto della situazione e con un pò di delusione prendiamo la decisione giusta, quella di non rischiare, infatti se soffia così forte in basso sai come soffia man mano che si sale, la salita al Pizzo D'Uccello non è proibitiva ma comunque si tratta sempre di I° II° grado alpinistico e una violenta folata potrebbe farci perdere l'equilibrio con esiti non auspicabili.
Decidiamo di tornare sui nostri passi sino al Foce a Giovo dove  veniamo reinvestiti dalle forti raffiche di vento, prendiamo il sentiero n° 179 e ci dirigiamo verso il rifugio Orto di Donna, passando sotto la Cresta Garnerone
l, cresta che divide, in parte, la valle di Vinca da quella di Orto di Donna. Inizia dalla foce di Giovo e finisce alla foce Garnerone dove continua poi con il monte Grondilice.
Dopo circa un'ora e mezza giungiamo al Rifugio Orto di Donna situato a 1500 metri s.l.m. Si trova nella parte più alta della Val Serenaia, sotto il
Passo delle Pecore.
Qui siamo al riparo del vento grazie alle alte pareti dei monti Cavallo, Contrario e Grondilice e quindi possiamo riprendere un pò il fiato e concederci una pausa per un buon caffè caldo. Nel rifugio non ci sono presenze visto la giornata abbastanza inclemente.
Fatte due chiacchiere con i rifugisti, che naturalmente si lamentano per la stagione non proprio estiva, riprendiamo il cammino sempre sul sentiero n° 179
in direzione Foce di Cardeto.
Dopo pochi minuti incontriamo il bivacco K2 appena sotto il sentiero, inconfondibile con il suo colore giallo. Effettuamo una piccola deviazione per amdare a veder in che condizioni si trovi; lo troviamo, innanzi tutto, aperto e le condizioni all'interno sono buone, sui sei posti letto le coperte ben piegate e non vi sono immondizie, una buona scorta di legna da usare nella stufa, non che all'esterno ne manchi. Come detto lo abbiamo trovato aperto ma comunque prima di fare affidamento su questo bivacco è bene sentire la sezione CAI di Carrara, n° tel
0585/776782.
Riprendiamo il sentiero 179 proseguendo nel bosco di faggi, ancora troviamo molti accumuli di neve che non ne vogliono sentire di sciogliersi, fanno da contrasto le fioriture primaverili che rallegrano la zona
, il sentiero è bello e facile e ogni tanto abbiamo piccole soste per ammirare la Val Serenaia e il versante est del Pizzo d'Uccello e di Foce a Giovo.
Usciti dal bosco siamo sotto le preti del monte Cavallo e dobbiamo risalire brevemente sino ad un pianoro con molte piante di lamponi che ancora non hanno neanche i fiori, camminiamo ancora qualche minuto e siamo ad una palina con frecce segnaletiche tra i sentieri n°178 e n° 179, siamo
sotto i Pizzi di Cardeto ed il Monte Cavallo

(La Foce di cardeto è un intaglio roccioso posto a 1642 metri tra la cresta nord del monte Cavallo ed il Pizzo Altare che è il più meridionale degli Zucchi di Cardeto. Detto anche Foce di Mezzo o foce delle Forbici (termine riferito agli Zucchi), è il valico tra la valle di Orto di Donna e la Valle dell’Acqua Bianca. Mette in comunicazione Val Serenaia con il passo della Focolaccia e la zona di Resceto e Forno nel massese e con Gorfigliano e Campocatino in Garfagnana. Qua arriva il sentiero 178 dal Val Serenaia ed il 179 da Foce di Giovo ed è transito obbligato per la via normale al Pisanino e per le scalate al Cavallo.  http://www.escursioniapuane.com )


 Non raggiungiamo propriamente la Foce, posta a un paio di minuti, perchè sicuramente lì il vento non ci permetterebbe di sostare, rimaniamo sotto vento e troviamo uno spiazzo, erroneamente creduto al riparo, e ci fermiamo per pranzare. Mentre mangiamo, infagottati come di gennaio, diamo anche un'occhiata la panorama e stranamente, mentre tutte le altre montagne
sono  celate dalle nuvole, il Pizzo d'Uccello è sgombro dalle nuvole  e ci ammicca malizioso come volerci invitare ad andare da lui ma ormai è tardi e poi comunque il vento spira sempre forte.
Soffia anche dove ci siamo fermati e quindi raccolte le nostre cose riprendiamo il cammino.
Appena preso il sentiero non proprio ben agibile ci obbliga a salti e slalom tra grosse rocce cadute chi sà come e chi sà quando dagli Zucchi di Cardeto, da alcuni blocchi sistemati a guisa di capanna sgorga una sorgente, ci troviamo in un tratto un pò più piano
al disotto degli strapiombi rocciosi del Pizzo Altare  e ancora gli enormi massi costellano questa piccola valle ricca di piante di lamponi e mirtilli.
entriamo, ora, nel bosco di faggi, alcuni di notevole grandezza, il sentiero continua ad essere mal agevole e alcuni tratti sono stati attrezzati con cavo d'acciaio, forse con eccesso di prudenza.
Continuiamo seguendo molte svolte ma comunque il sentiero è ben segnato e giungiamo ad un primo bivio tra il sentiero 178 e l'innesto sul 180, noi prendiamo quest'ultimo, infatti dopo pochissimo, attraversato un canale, siamo alla palina segnaletica del 180 che porta al rifugio Orto di donna. Continuiamo ancora nel bosco in discesa e in breve siamo ad un enorme ravaneto che viene sfruttato per recuperare i detriti marmorei per il carbonato di calcio, tra tutti questi sfasciumi sono bellissime le fioriture di orchidee e di Aquilegia Bertoloni. camminiamo in una sorta di canale e poi per prati sino ad arrivare alla strada asfaltata che in breve ci porterà di nuovo al rifugio Donegani dove ci prendiamo qualcosa di caldo e poi riprendiamo la strada di casa e questa è la parte più pericolosa della giornata far guidare Pierino!

 

Foto escursione
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