05 - 06/01/2013 Aspettando la Befana a Pulica ed escursione sul Sagro


Il Monte Sagro è un rilievo montuoso italiano appartenente alla catena delle Alpi Apuane. Si trova in alta Toscana e sovrasta e domina tutta la zona di Carrara.
La montagna si trova nella parte settentrionale della catena in posizione distaccata dallo spartiacque principale. La vetta, da più recenti misurazioni, è risultata avere un'altitudine di 1752,9 metri s.l.m., a differenza dei 1749 metri con cui è quotata storicamente. Costituito in prevalenza da marmo di pregiatissima qualità, ospita diverse cave alle le sue pendici. L'ascensione alla vetta avviene esclusivamente dal versante marittimo per la pendenza più dolce (contrapposta allo strapiombo che caratterizza la parete nord). I tempi di ascensione sono di circa 70-80 minuti partendo da Foce di Pianza e di circa 120 minuti partendo dal vicino Rifugio Carrara
nome stesso identifica un'antica area sacra per le popolazioni Liguri, collegata visivamente al Monte Beigua, altra montagna sacra posta quasi al centro dell'arco ligure. Insieme al Monte Bego, al confine tra Italia e Francia, il Beigua e il
Sagro erano i principali santuari della Liguria preistorica. A testimonianza di tale sacralità, le stele antropomorfe della Lunigiana, custodi dei valichi, diffuse nella zona delle Apuane, erano il simbolo che legava la terra al cielo.

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

 

 

Itinerario: Percorso: Foce di Pianza (m. 1279) - Spallone (m. 1650) - Sagro (m. 1749) - Foce di Pianza - Rifugio Carrara (1376 mt.)

Come Arrivare a Campo Cecina: 
Acesso
automobilistico: Da Carrara al ponte sul Carrione si svolta a destra per Gragnana (m. 219), si oltrepassa questo paese giungendo a Castelpoggio (m. 547) e quindi si prosegue fino a che, appena prima del valico della Spolverina, quota 655, si prende decisamente a destra per la carrozzabile che porta a Campo Cecina. Si oltrepassa il valico della Gabellaccia, così detto perchè qui esisteva una dogana di confine fra il Ducato di Massa-Carrara (estense) e il territorio di Fivizzano (Granducato di Toscana) per pervenire al Colle dell' Uccelliera, m. 1230, dove è assolutamente obbligatorio fare una sosta nell'ampio piazzale: infatti a destra ci si può affacciare e abbracciare con lo sguardo il bacino marmifero di Carrara, uno spettacolo veramente impressionante che lascia senza fiato.
Riprendiamo la strada per Foce di Pianza (m. 1279) dove giungiamo in breve tempo: davanti a noi il Sagro (m. 1749) con il bacino delle cave, sulla sinistra il monte Borla (m. 1469) e sulla destra i monti Maggiore (m. 1396) e Spallone (m. 1650).


 INDICAZIONI STRADALI (limitatamente a campo Cecina)

 
Sentieri: Segnaletica: CAI Bianco rossa - 172 foce Luccica-Vallini di Sagro-foce della Faggiola-foce di Pianza -  173 rif.Carrara-foce di Pianza-foce del Fanaletto-foce del Pollaro-foce di Vinca-foce di Navola capanna Garnerone.

                         


 

Classificazione: EE(Allenati) e Attrezzati

 

Tempo di percorrenza:  Tempo di percorrenza totale:  circa 4,30
 
Acqua: Acqua: Al rifugio Carrara
 
Punti sosta: rifugio Carrara
 
Traccia gps

 

Periodo consigliato: Periodo consigliato: Da primavera all'autunno, molto difficile in inverno con presenza di neve e ghiaccio

 

           

Prima escursione del 2013, a proposito buon anno a tutti!!!
Oggi sono stato invitato da amici, Emanuela e Danilo che hanno una casa a Pulica nel comune di Fosdinovo:
Pulica sorge alle spalle di Fosdinovo ed è ricordata per la prima volta in un atto dell’879, nel quale il vescovo di Lucca, con l'approvazione del duca Adalberto, permutava alcuni terreni suoi situati in Lunigiana. Il suo nome è probabilmente da collegare alla via pubblica, una strada di origine romana che univa Luni a Lucca, dismessa con l'apertura della via medievale per Fosdinovo. Nel 1343 Pulica venne distrutta parzialmente e saccheggiata da Raimondo di Monteverde, mercenario di Pisa. Seguì sempre il destino dei marchesi di Fosdinovo.
Forse verso il 1600, l’antico castello, costruito dal Vescovo di Luni nel 1211, venne trasformato in chiesa, dedicata a San Giovanni Battista. All’interno del paese si trova un percorso dedicato al pellegrinaggio, ornato con maestà, soprattutto immagini della Madonna e dei Santi. Interessanti anche l'oratorio di Santa Maria, risalente al XVIII secolo, con campanile a vela e la cappella di San Rocco.
A Pulica è stata ritrovata una tomba a capanna risalente alla metà del III secolo a.C., formata da lastre di pietra, che custodiva le ceneri conservate all’interno di un’olla coperta da una ciotola di un guerriero ligure apuano, insieme ad altri vasi e alle sue armi. La scoperta più importante è però un elmo bronzeo cornuto, ad indicare probabilmente un personaggio importante nella gerarchia militare.
Come arrivare: percorrendo da Fosdinovo la strada statale 446 in direzione Carrara e svoltando dopo un kilometro a sinistra, verso le Alpi Apuane, seguendo le indicazioni. ( indicazioni googol maps)

Vado ben volentieri perchè so che in loro compagnia ci si sta veramente bene. Parto il sabato pomeriggio, loro sono li dal venerdì', ci saranno anche altri ma ancora non so chi saranno.
Dopo circa un'ora e mezza di viaggio giungo a Pulica, non lo conoscevo e devo dire che è proprio un bel borgo,  purtroppo come molti di questi piccoli paesi si è sempre di più spopolato. Fatico un pò a trovare un parcheggio, lo trovo e mi dirigo alla ricerca, ora, della abitazione di Danilo. Con le spiegazioni che mi ha dato non mi è difficile trovarla ed eccomi arrivato. Trovo ad attendermi Emanuela e Stefania, intente a lavare i piatti, domando di Danilo e mi dicono che è a tagliar legna con Nilo, altro amico con cui ho già fatto altre escursioni.
Emanuela e Stefania tutte contente mi raccontano dell'avventura fatta al mattino: qualcuno del paese aveva chiesto a Danilo se cambiava una lampada del campanile e lui generosamente ha acconsentito. Naturalmente sono saliti tutti con già l'idea di non usare le scale per ridiscendere ma bensì calarsi con corda doppia e una volta sostituito la lampada danno il via al divertimento coinvolgendo anche alcune  abitanti del paese, con tanto di scampanio finale. (https://www.facebook.com/photo.php?v=4152204163175)
Intanto arrivano Danilo e Nilo con un bel carico di legna, meno male che sono arrivato a cose già fatte, legna che servirà per il forno dove verranno preparate pizze e cecina (farinata).
Passiamo il tempo guardando le foto della discesa dal campanile e anche qualche filmato. Intanto arrivano anche Licia e Daniele con un carico di cibarie che a loro dire dovevano essere per antipasto. Do un'occhiata alla grande quantità di pasta per la pizza, il gran pentolone dove è stata stemperata la farina di ceci per la cecina, affettati e ora tutti questi sott'olio, paté e  tanta altre cose che non me le ricordo nemmeno.
Ma quante persone devono arrivare per mangiare tutta questa roba?
 La Licia non aspetta e inizia a tirare fuori tutto quello che ha portato  e inizia l'
happy hour che poi si trasformerà con la preparazione delle pizze e della cecina in una vera e propria cena, ora inizio 18:30, termine ore 22,00. Dimenticavo: nel frattempo arrivava anche Sandra e Raul con un grande panettone artigianale, da precisare che su un tavolo a parte c'erano già un castagnaccio e una torta, buonissima, che non ho capito bene come era fatta ma veramente squisita.
Chiudiamo la serata con un gioco di società il Salt'in mente dove l'Emanuela ha imbrogliato spudoratamente! Il gioco prevede una serie di domande di cose varie che cominciano con una lettera specifica, quando è uscita la lettera E e una delle domande era: " un dolce che comincia per E, la risposta sua: " Ecca Ecca ". Alle nostre proteste candidamente rispondeva che lei da piccina chiamava così il lecca lecca!! Le schede erano 12, ogni scheda aveva 12 domande....bè lei ha sempre risposto con cose del genere per poi arrampicarsi sugli specchi assicurando che a Camaiore tutte quelle cose esistevano.
Finalmente ci decidiamo ad andare a letto, siamo d'accordo di essere pronti per le 9,00.....la vedo dura!
La notte passa bene senza rumori molesti o cose del genere ma come volevasi dimostrare ci svegliamo in ritardo, allora via una colazione veloce e tanto siamo sempre belli pieni dalla cena, gli zaini già pronti e via per questa escursione che prevediamo sulla neve.
Partiamo alla volta di Campo Cecina.
Giunti al  valico della Spolverina, quota 655, si prende decisamente a siistra per la carrozzabile che porta a Campo Cecina. Si oltrepassa il valico della Gabellaccia, cosi detto perché qui esisteva una dogana di confine fra il Ducato di Massa-Carrara (estense) e il territorio di Fivizzano (Granducato di Toscana) per pervenire al Colle dell'Uccelliera, m. 1230, per giungere poi alla Foce di Pianza (m. 1279), davanti a noi il Sagro (m. 1749) con il bacino delle cave, sulla sinistra il monte Borla (m. 1469) e sulla destra i monti Maggiore (m. 1396) e Spallone (m. 1650). Foce di Pianza è una località importante perché al culmine di due bacini marmiferi, quello di Ravaccione e quello del Sagro.
Lasciamo l'auto sul piazzale delle cave e scendiamo non fa molto freddo, anzi! Prevediamo già che la neve sarà al quanto marcia. In compenso lo spettacolo che ci pone davanti a noi, verso il mare è magnifico, un tappeto di nuvole ricopre tutto sino all'orizzonte e solo le cime delle montagne e delle isole sbucano da questo mare evanescente.
 Indossiamo le ghette, i ramponi no, vedremo in seguito.
Si parte imboccando il sentiero n° 172, da principio proseguiamo su cresta priva di neve e il passo è agevole ma appena ci dirigiamo verso nord ci rendiamo subito conto che oggi i ramponi saranno abbastanza inutili, poca neve e alquanto bagnata. Ripartiamo camminiamo costeggiando la cava sottostante e ci dirigiamo verso la Foce della Faggiola alle pendici dello Spallone, questa località prende il nome da un piccolo boschetto di faggi, l'unico tra latro.
Giunti alla foce a quota 1464 lasciamo il sentiero n°172 che condurrebbe a Case Vergheto e successivamente a Colonnata; seguiamo a sinistra verso nord, in estate si seguirebbero i segni azzurri ma adesso con la neve, anche se poca, dobbiamo trovarci il percorso che più ci è congeniale.
Comunque proseguiamo per un pò lungo quello che riteniamo il tracciato del sentiero, oltrepassiamo una bellissima conca che ci ricorda moltissimo le Alpi, ci giriamo verso ovest e quello che già avevamo notato prima ora è diventato più nitido, abbiamo davanti a noi il tirreno ( di nuvole) con le isole della Gorgona, la Capraia, all'orizzonte ben nitida la Corsica e pù a sud l'isola d'Elba che sbucano dalle nuvole, verso nord ovest le Alpi Marittime, zona Argentera e il Monviso con la sua inconfondibile piramide e nascosta dalle nuvole ci sarebbe tutta la costa da Livorno a Spezia, che vista! non avremo le gradi altezze delle Alpi ma qui il Padre Eterno non ci ha fatto mancare niente.
Arriviamo a un punto dove un traverso ci sembra piuttosto ardito e decidiamo di salire allo Spallone, per giungervi abbiamo dovuto affrontare una ripidissima salita e una volta giunti sulla cresta, a quota m.1650, percorrerla in direzione della vetta del Sagro questo è davvero il punto più impegnativo dobbiamo proseguire con molta prudenza ma il panorama si apre ancora di più davanti a noi tutta la catena Apuana e a nord l'Appennino, anche questo con poca neve.
Scendiamo lo Spallone e risaliamo verso la vetta del Sagro che raggiungiamo in breve tempo.
Ci ritroviamo tutti a stringerci la mano dandoci la buona vetta sotto la grande croce; il panorama di cui godiamo ci affascina completamente è troppo bello per poterlo descrivere, un insieme di emozioni che ci lasciano a bocca aperta.
Appena di faccia abbiamo le Alpi Apuane che vanno dal Pizzo d'Uccello e il Grondilice, il Pisanino che sbuca dietro quest'ultimo;  il Contrario, il Cavallo, la Tambura e le altre cime delle Apuane fino alla Pania e all'Uomo Morto e   la Lunigiana più a est.
Sulla vetta non si sta' male, non fa freddo e non c'è neanche molto vento, decidiamo di mangiare qui, un bel pò d'avanzi della sera prima il panettone della Sandra e un buon vinello ci riuniamo tutti assieme intorno ad una roccia usata come tavolo.
Ma come sempre viene l'ora di ridiscendere e decidiamo di seguire il sentiero degli ometti sulla cresta nord, in pratica una direttissima che scende sino alla cava che è alla Foce.
Scendiamo il crinale agevolmente ma man mano che scendiamo la neve diventa più scarsa e ad ogni passo dobbiamo fare attenzione ad non scivolare sui sassi, qualche innocuo volo comunque c'è stato.
Anche se la discesa è diretta verso la Foce di Pianza a me è sempre sembrata molto lunga e la meta sembra allontanarsi sempre di più!
Finalmente raggiungiamo il sentiero n° 173, ormai l'escursione è terminata, pochi minuti ci separano dal parcheggi delle auto.
Siamo arrivati alle auto, felici non di aver compiuto un'impresa ma bensì di aver trascorso dei momenti felici godendo della compagnia altrui e di questi tempi non è poco!
Io devo ridiscendere e tornare a casa ma il gruppo non disdegna un ultimo salto al rifugio  CAI di Carrara per riempire quell'ultimo angolino che è rimasto nello stomaco, doveva essere proprio un piccolissimo angolino!
Da Parte mia devo ringraziare Emanuela e Danilo che invitandomi mi hanno reso possibile condividere due giorni di divertimento e gioia, Grazie anche a tutti gli amici che hanno partecipato a questa escursione,  grazie anche a loro se queste giornate rimarranno impresse nel mio cuore e nella mia mente.
Ciao, alla prossima. senza

Foto escursione
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