5/10/2014  Lagdei - Marmagna - Monte Aquila - Strada dei Lagoni - Lagdei
 

E VIENE IL TEMPO
E viene il tempo degli alberi
che lasciano cadere foglie d’oro.
E viene il tempo
dei giorni che si accorciano.
Le notti sono lunghe
e ogni sera ha un nome.
sempre nuovo di fiabe.
Nel vano della finestra
una stellina si ferma ad ascoltare.
(E. Borches)

 

Percorso:  Dal rifugio Lagdei 1250m. al Lago Santo 1520, Sella del Marmagna 1725, Monte Marmagna 1851m , Sella dell'Aquila 1700 m, Monte Aquila 1779m, Passo delle Guadine1679 m, Capanne di Badignana 1475m.

Come Arrivare: 
 
Con l’autostrada  A15 Parma-La Spezia si esce a Berceto e si seguono le indicazioni per Lagdei e il lago Santo passando attraverso il passo Silara e i paesi di Marra e Bosco. Parcheggiamo sul bivio in località Cancelli dove a destra prosegue l’asfaltata oltre delle sbarre fino al parcheggio di Lagdei, mentre a sinistra inizia una larga carrozzabile per il rifugio Lagoni.
( 26,7 km dal casello autostradale circa ).

Indicazioni google maps
 
 
Sentieri:  Cai 723A  Rifugio Lagdei - Lago santo - 723 da Bosco al Marmagna - 00 di crinale - 719 Strada Lagoni - Lago Santo


 



 

Classificazione: EE(Allenati)
Tempo di percorrenza:  Complessivamente 6h cammino effettivo
 
Acqua: Al rifugio Lagdei, Rifugio Mariotti e a capanne di Badignana
 
Punti sosta: Rifugio Lagdei tel. 0521889352  cell. 3332443053 - email: info@rifugiolagdei.it - sito: www.rifugiolagdei.it -
Rifugio Mariotti tel. 0521889334  cell. 3492260668 - e mail: info@rifugiomariotti.it - sito: www.rifugiomariotti.it
Capanne di Badignana Prenotazione online e chiave elettronica
http://www.bivypass.com/

Cartografia:

Multigraphic 1:25.000, fogli 14-16 e 9-13
Regione Emilia Romagna e CAI Parma 1:50.000 Carta escursionistica alto Appennino parmense
Siti utili: http://www.parcoappennino.it/mapper/
Traccia Google Hearth       scarica traccia GPS Periodo consigliato: Da Primavera all'autunno

 

Questa volta partiamo per una due giorni nell'Appennino Tosco Emiliano e ci portiamo al rifugio Lagdei, un posto bellissimo a 1250 metri di altitudine, incorniciata da un bosco di faggi e conifere, ampi prati, zone di torbiera ricche di emergenze naturalistiche e piccoli ruscelli. Il posto ci sembra ancora più magico dato dagli splendidi colori dell'autunno. I boschi sono una poesia di colori, muschi e fogliame assumono tutte le sfumature dal verde più brillante al marrone più scuro, passando per ogni tono di giallo e di arancione. La valle diviene un dipinto d'inestimabile bellezza e tutto sembra prendere fuoco come in un rituale magico; la festa cromatica celebrata dalla natura nella stagione autunnale non parla solo agli occhi ma anche allo spirito.
Bè dopo queste divagazioni poetiche vediamo se riesco a raccontare questa nostra avventura.
Prendiamo possesso delle nostre camere  e poi ci aggiriamo nei paraggi cercando di passare il tempo in attesa della cena, veramente questa iniziativa è nata volendo fare una festa a sorpresa per il compleanno per il nostro amico Giovanni che compie gli anni. Quindi tenendolo impegnato fuori dal rifugio all'interno viene allestito una zona per i festeggiamenti con tanto di festoni.
Per tutto il giorno nessuno gli ha fatto gli auguri e chi sà cosa pensava di quegli amici che si erano dimenticati della sua festa e invece..... sorpresa gli amici gli hanno dedicato una serata con tanto di torta e regalo che consisteva nel kit per ferrate e discese con corda doppia. Una bellissima serata, una buona cena e persone eccezionali, che si può desiderare di più; non venite con la solita battuta del Lucano!!
E' ora di andare a letto pregustando la bella escursione che ci attende il giorno dopo.
La sveglia ci richiama alla realtà alle ore 7,00, neanche troppo presto! Dopo le solite procedure di toilette, andiamo a consumare la ricca colazione che ci viene servita e poi, salutati i gestori, partiamo, finalmente, per la nostra escursione.
Appena fuori dal rifugio troviamo la freccia che indica la direzione da prendere per il Lago Santo, la nostra prima destinazione, il sentiero è indicato con il segnavia 723A.
Prendiamo la bella mulattiera, tenuta molto bene, che si inoltra nel fitto bosco di faggi che con il bel sole che c'è stamani i colori delle foglie sono ancora più sgargianti, un contrasto di sfumature in una vera varietà di colori, tanto da sembrare la tavolozza di un pittore.
Proseguiamo in salita non troppo ripida guadagnando progressivamente quota, ogni tanto quando il bosco ci lascia vedere attraverso abbiamo una bella vista sui monti Orsaro e Braiola, ma comunque siamo sempre nel bosco di faggi dritti come fusi.
Camminando sul 723A incontriamo un bivio con il 723B che prosegue sulla sinistra, noi proseguiamo sempre sul 723A, verso il lago.
La salita diventa meno ripida e in breve siamo su un tratto in piano appena sopra il Lago Santo, rimaniamo letteralmente a bocca aperta, se sino ad adesso eravamo estasiati dai colori del bosco adesso la nostra meraviglia e autentica, davanti a quello spettacolo rimaniamo senza parole.
Da questa splendida posizione possiamo osservare il crinale e la cima del Monte Marmagna a chiudere la vista verso sud.
Il lago Santo parmense, con i suoi 81.550 m2 di superficie, è il più vasto lago glaciale della provincia di Parma e dell'Emilia-Romagna, ed anche il maggiore lago naturale di tutto l'Appennino settentrionale. Ha una profondità massima di circa 22,5 metri; popolato da trote fario, salmerini alpini, cobiti e scardole. Vi sono inoltre varie specie di insetti e crostacei, alcuni dei quali endemici. ( Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.).
Una breve sosta và fatta obbligatoriamente al Rifugio Mariotti che è proprio sulle rive del lago, un bellissimo posto che giustifica la grande affluenza di escursionisti in questo luogo di fiaba.
Riprendiamo il percorso costeggiando la sponda orientale del lago senza poter spostare lo sguardo da questa cartolina vivente: i raggi del sole che passano attraverso le foglie dei faggi rendendo i colori ancora più accesi per poi illuminare le limpidissime acque del lago e poi ora abbiamo una bella vista su tutto il lago con il rifugio in fondo con gli alberi che si rispecchiano sulle acque placide, una vera meraviglia e per questo questa prospettiva la si trova su tutte le cartoline e illustrazioni dell'Appennino parmense.
Quì si trova anche una fonte che può essere utile per rifornirci anche se per la breve durata non dovremmo averne bisogno! Lasciato il lago prendiamo il sentiero che procede in leggera salita nel bosco, i faggi pian piano lasciano il posto agli abeti; superiamo il bivio con il 729 he conduce sulla destra alla Bocchetta dell’Orsaro e che a noi oggi non interessa quindi proseguiamo sempre sul 723.
Troviamo ancora un'altro bivio con il 719 che conduce al monte Aquila, ignoriamo anche quello per il momento, infatti lo percorreremo al ritorno. Sempre sul 723 ci dirigiamo verso la Sella del Marmagna.
Gradualmente gli alberi diventano più radi e, poi, ci ritroviamo in campo aperto; gli alberi adesso hanno lasciato il posto a folte praterie di mirtilli, , il vaccinieto, ovvero formazione vegetale nella quale predomina il mirtillo; con nostra sorpresa notiamo che vi sono ancora bacche mature su questi arbusti, naturalmente indugiamo per mangiarne un bel pò.
Bello è anche il contrasto alle spalle con il bordo del bosco oltre il quale, nelle giornate più limpide, si osserva a grandissima distanza l’arco alpino, noi non siamo stati così fortunati!
Proseguiamo su sentiero scavato dall'erosione dell'acqua, ormai siamo a vista della sella e ben presto la raggiungiamo.
Siamo sul crinale e ci affacciamo sul versante toscano, quello più ripido e scosceso.
Ci troviamo sul confine di regione tra Emilia e Toscana e un cartello in legno ci ricorda il toponimo del passo Sella del Marmagna – m 1725.
Nel bosco era bellissimo ma mancava di vista sul panorama, invece da quassù possiamo godere di un bel colpo d'occhio sul mar ligure e il promontorio di Porto Venere e l'isola della Palmaria, davanti a noi, in basso, si distende la Lunigiana con la cittadina di Pontremoli. Ad aver avuto fortuna nei giorni limpidi si poteva osservare la riviera ligure di ponente e addirittura le montagne della Corsica, ma noi questa volta non abbiamo potuti vederli a causa della foschia.
Adesso il sentiero prende la numerazione di 00 che è il sentiero di crinale, prendiamo verso destra ma voltandoci verso est vediamo subito in primo piano il, monte Aquila ma quello che ci rallegra di più è vedere il magnifico scenario delle nostre amate Alpi Apuane, quelle settentrionali, sempre affascinati.
Verso nordest il nostro sguardo si sofferma sulla conca che abbiamo risalito per guadagnare la Sella del Marmagna, e infine, proseguendo nella salita, compare infine lo specchio blu del lago Santo come una meravigliosa gemma incastonata tra queste dorsali prative.
Proseguiamo sul sentiero di crinale senza grandi salite, più leggeri saliscendi, la traccia è evidente e si mantiene sul versante emiliano appena sotto la cresta.
Un'ultima salita non troppo ripida e siamo sui prati della vetta al monte Marmagna 1851 mt.
Anche qui, naturalmente abbiamo la stessa vista che dalla Sella, in più qui, se le giornate lo permettono, oggi no, si potrebbe vedere la pianura padana e le vette delle Alpi e davanti a noi il proseguo del crinale con le cime dei monti Braiola e Orsaro.
 Il toponimo di Marmagna, secondo Lorenzo Marcuccetti nel suo libro " La lingua dimenticata" ipotizza che potrebbe derivare dal Latino Mater Magna
( grande madre)  con riferimento a perduti culti montani.
Sulla vetta ci attende una grande croce e una rassicurante statuetta della Madonna. Noi un pò irreverentemente apparecchiamo per quello che doveva essere uno spuntino e si è trasformato in un pranzo, come tante cavallette ci buttiamo sull'improvvisato desco per chi ci vedeva doveva pensare che eravamo a digiuno da parecchio tempo, non lo sapevano mica della cena della sera prima!
Ci soffermiamo un bel pò sulla vetta godendo del bel sole anche se tira un vento assai fresco, i più contenti sono i quattro cani che ci accompagnano Emma, Suri, Briciola e Kira.
Dopo la lunga sosta riprendiamo il cammino riportandoci sui nostri passi sino alla Sella del Marmagna e da quì proseguiamo verso sud verso il monte Aquilotto, ci giriamo e vediamo la strada percorsa e la vetta del Marmagna e in basso la conca del Lago Santo. Giungiamo sotto la vetta, superiamo un tratto dove su roccette ci aiutiamo con le mani, niente di impegnativo, poi saliamo sulla cima del monte Aquilitto a metri 1700. Anche di qui il panorama è magnifico oltre a tutto quello che abbiamo già visto lo sguardo va al sottostante lago di Pradaccio e il crinale che dovremmo affrontare per raggiungere il Passo Aquila. Lo percorriamo e per un breve tratto siamo su un tratto erto ed esposto, poi scendiamo nell'avvallamento del passo  e poi proseguiamo sui prati che conducono sino al monte Aquila, quì giunge anche il sentiero n° 124 che sale dal versante toscano, lo ignoriamo e proseguiamo sullo 00 verso il monte Aquila.
Il sentiero 00 aggira sulla sinistra il crinale, dietro di noi il curioso salto roccioso che dalla cima dell’Aquilotto scende verso nord con, sullo sfondo, il Marmagna con l’omonima sella ai suoi piedi.
La caratteristica comune all’intero tratto di crinale parmense compreso tra l’Orsaro e Passo Lagastrello, come l’Appennino formi una muraglia a tratti quasi strapiombante sul lato toscano mentre il terreno digrada molto più dolcemente sul versante emiliano con ondulazioni caratterizzate da pascoli e praterie.
In coincidenza del Passo Aquila siamo sovrastati dalla cima del Monte Aquila, che raggiungiamo con un tratto ripido ma molto breve e senza problemi. In una decina di minuti dal passo risaliamo infatti tra facili balze sino al punto più elevato dove la vista si allarga ulteriormente, verso est, in direzione del Monte Brusà. Alle spalle, oltre all’ampio avvallamento in direzione di Passo Aquila, appaiono curiose, sul versante massese, le stratificazioni rocciose che caratterizzano l’Aquilotto, in un panorama selvaggio e avvincente.Sulla vetta ci soffermiamo per un pò a guardare il panorama e decidere che strada prendere e visto che c'è stata un po' di indecisione la sosta è stata prolungata ma alla fine decidiamo di raggiungere il Passo delle Guadine.
Scendiamo daalla vetta dell'Aquila seguendo sempre lo 00 verso il monte Brusà, giungiamo poi al passo delle Guadine a 1687 mt. e da quì prendiamo il 719 fino ad arrivare in poco alla Sella del Brusà, qui si ha una visione più ravvicinata sull’ultimo sperone roccioso che fa parte del Roccabiasca che sovrasta il lago Pradaccio.
Continuiamo la  marcia continuando sul sentiero 719 che scende verso il pianoro di Badignana. In una quarantina di minuti arriviamo alle Capanne di Badignana, dove notiamo il tastierino numerico per immetterci il codice dopo aver effettuato la prenotazione per il pernotto.
Infatti, al bivacco di Badignana si entra solo dopo aver prenotato online su www.parks.it/rif/bivacchi.valparma, e aver ricevuto per posta elettronica il codice per la tastiera Bivypass (http://www.bivypass.com/), programmata per aprire la porta con una sequenza alfanumerica ogni giorno diversa (dalle 12.00 alle 12.00 del giorno dopo).
Presso le Capanne vi è un'area attrezzata con tavolo e panche e che si fà? Naturalmente sosta e si caccia dagli zaini le rimanenze di cibarie e specie dolci, con questi mi rovino, stò attento tutta la settimana e poi in due giorni mi fanno mangiare le stesse calorie dell'intera settimana ma d'altronde bisogna fare qualcosa!
Davanti alle capanne vi scorre il torrente Badignana dove possiamo fare scorta di acqua freschissima, come vista l'abbiamo sul versante sud del monte Scala.
Il torrente Badignana scorre formando una piccola cascatella e il tutto ci invoglierebbe a restare ma dobbiamo riprendere il cammino, seguiamo il rio e in breve siamo su una strada sterrata della forestale e non ci resta che percorrerla sino ad incrociare la strada dei Lagoni che ci condurrà nel fitto del bosco sino al Lagdei, la strada alla lunga diventa noiosa e per di più moltissime auto che vengono dal rifugio Lagoni ci fanno respirare aria molto polverosa, magari se rallentassero un pò!!
Infine giungiamo alla località Cancelli per percorre poi l'ultimo chilometro per raggiungere di nuovo il rifugio Lagdei.
Che dire come epilogo di questa bellissima escursione? L'unica parola che mi viene in mente è stupefacente e poi effettuarla con ottimi amici è la più bella che si possa fare.
Chiudo con una frase che è stata pubblicata da una certa Rosanna non sò chi è ma ha scritto una cosa molto bella in cui mi ci riconosco e per questo la faccio mia, non me ne avrà spero.

"Amicizia è un vortice di emozioni, è il saper riconoscersi nelle differenze delle proprie verità, nelle pause e nei silenzi, è affinità che si sintonizza con le frequenze dell'anima" (Rosanna)


 

Foto escursione