29/10/2017 Pania Verde 1501 mt. - Cresta sud est

 

 

Itinerario: Ad anello dalle Rocchette, area attrezzata pic-nic, cresta sud est Pania Verde, Vetta Pania Verde, Cresta ovest, ghiaioni sotto Pania Secca, Rocchette

Come Arrivare:
Accesso: Da Lucca in direzione Garfagnana, Sp. n° 20 per Gallicano, poi Molazzana e da qui indicazioni per Rif. Rossi.
Autostrade per Lucca;
da Genova: A12 Genova-Livorno inn. A11 con uscita Lucca;
da Milano: A1 e A15 per La Spezia poi A12 e A11 uscita Lucca;
da Firenze e da Pisa: A11 con uscita Lucca.
Dalla Garfagnana: E' l'accesso più comodo e breve. Lasciati i propri mezzi a Piglionico, una località nel comune di Molazzana, si imbocca il sentiero n° 7 attraversando prima una faggeta naturale dove si incontrano residui di vecchie carbonaie, poi i prati e i pascoli che accolgono il rifugio, alla base dei versanti della Pania Secca, della Pania della Croce e del Pizzo delle Saette. Disliv. 500 mt.; h.1.00
Dalla Versilia:dal rif.Del Freo: sentiero n° 126, h. 2.00
dal rif. Forte dei Marmi attraverso le Foci di Valli: sentiero n° 7, h. 5.15


 INDICAZIONI STRADALI
 

Sentieri Nessun segno CAI - parzialmente segnato con cerchi rossi con punto al centro, per il resto buon senzo di orientmento e vari  "omini " lungo il tracciato

                          


 

Classificazione: EE(Allenati) con passsaggi di I+°
Tempo di percorrenza:  Complessivamente 5  h cammino compreso soste
 
Acqua: Non presente
 
Punti sosta: Nessuno
 
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Periodo consigliato: Da Primavera all'autunno, sconsigliata in inverno
 con presenza di neve e ghiaccio.

 

        

Oggi andiamo a conoscere una zona poco conosciuta delle Apuane.
Tutti conoscono o sono andati sul gruppo delle Panie, la regina, la Pania della Croce, La Pania Secca, il Pizzo delle Saette. Ma in pochi compreso chi si sente profondo conoscitore delle Apuane, io sono uno di quelli, non hanno mai sentito parlare di questa montagna: La Pania Verde!
Pania Verde: così è chiamato localmente il satellite della Pania Secca situato ai piedi della sua cresta Est sullo spartiacque tra Gallicano e Castelnuovo, che nelle carte e nelle guide non ha nome ed è identificato solo dalla quota: 1501mt. nella carta IGM e nella guida CAI-TCI, e 1498,6mt. nella Carta Tecnica Regionale.
E' un giro di poche ore ma promette di offrire panorami unici in un angolo delle Apuane poco conosciuto.
Siamo in quattro per questa bella escursione, pochi ma ben affiatati. Giungiamo all'alpe di Sant'Antonio
Partiamo da Seravezza, direzione Castelnuovo di Garfagnana per la provinciale 13 attraverso la galleria del Cipollaio.
Giunti a Castenuovo seguiamo le indicazioni per la località Piglionico; una volta arrivati a Castelnuovo prima di girare a sinistra per Modena sulla destra c’è una strada proprio davanti a delle grosse antenne, se si fa attenzione c’è anche un’indicazione per il Rifugio Rossi alla Pania, le indicazioni stradali indicano per Molazzana.
Imboccata la strada si prosegue sino a un trivio e si segue per Monte Altissimo e giunti sulla strada che giunge da Gallicano si gira a destra sino all'Alpe di S. Antonio; giunti al bivio per l'Alpe di S. Antonio e imbocchiamo la strada delle Rocchette (così chiamata perchè
conduce ad una palestra di roccia posta su un gruppo di roccioni alla pendici orientali della Pania Secca)
che porta al Piglionico, la strada si snoda tra boschi di faggio e ogni tanto si apre sulle Apuane lasciando vedere la Pania Secca, la Pania della Croce, l'Omo Morto ecc..
ATTENZIONE, per poter parcheggiare lungo questa strada è richiesto un pedaggio di 3€, parchimetro all'inizio della strada.
Poco prima del tratto sterrato sulla sinistra nella faggeta, che oggi sfoggia un'intera tavolozza di calde tonalità, c'è uno slargo con area attrezzata con panchine e tavoli, ottimo spazio per fare un pic-nic. Lasciamo l'auto qui e iniziamo subito da la nostra escursione.
Prendiamo l'ampia strada e aiutati con dei segni sugli alberi, cerchi rossi con punto al centro, proseguiamo avanti da prima in leggera salita ma poi inizia a diventare più erta.
Andando avanti, seguendo sempre i segni sugli alberi, troviamo una ripida lizza che seguiamo sino a che non ci rendiamo conto di aver sbagliato strada o almeno non è quella che vorremmo fare noi. In realtà questa è quella che dovremmo percorrere al ritorno.
Avremmo dovuto, dopo essere partiti,  passati tre tornanti la strada termina incrociando la cresta NE della Pania Verdee avremmo dovuto rimanere su questa traccia orientandoci comunque con la cresta da raggiungere.
Ma così non abbiamo fatto e allora orientandoci abbiamo preso una traccia, per modo di dire, nella faggeta e ci siamo diretti verso est tenendo conto della posizione della nostra meta.
Alla fine ritroviamo la strada che avremmo dovuto prendere, segni rossi, è abbastanza ampia, un pò nascosta tra il paleo. Terminata la strada sulla dx, vediamo un "ometto" e una vaga traccia che seguiamo risalendo per pochi metri la cresta NE.
In corrispondenza di una evidente freccia rossa su di un albero prendiamo a sinistra, come ci suggerisce la freccia.

Da quì il percorso diventa veramente incerto ma sappiamo che dobbiamo giungere ad una sella, sella che vediamo chiaramente e quindi ci orientiamo con quella.
Attraversiamo su prati di paleo abbastanza infido, ogni tanto troviamo degli ometti che ci confermano che siamo sul giusto itinerario.
Entriamo, poi, nella faggeta con moltissime foglie già cadute, bei colori ma con il continuo rischio di scivoloni.
Tenendo sott'occhio l'insellatura la raggiungiamo e ci troviamo all'inizio della cresta sud est della Pania Verde.
Ci fermiamo un attimo per uno spuntino e poi iniziamo ad affrontare la cresta, da qui inizia il divertimento.
Inizialmente è più paleo che rocce ma poi si inizia ad arrampicarci su facili roccette, al massimo si possono affrontare passaggi di I+°.
La vera difficoltà è più dovuta alla natura della roccia molto sfatta e il pericolo di qualche caduta sassi è molto concreto.
Adesso, davanti a noi, abbiamo la visuale sul
Canal Trimpello e la Cresta della Gialunga della Pania Secca.
Ma ancora dobbiamo salire per rocce e superare due balze rocciose, un po' esposte e ci costringono ad arrampicarci comunque anche qui non si supera il I°+ ma ancora roccia rotta.
Superate queste ultime siamo in vista di quello che ci sembra la vetta, in realtà ben presto ci rendiamo conto che è solo l'ante cima.
Comunque in breve raggiungiamo quello che è la vera vetta a quota 1501 mt.
Ci rendiamo subito conto della bellissima vista mozza fiato sulla vertiginosa e dominante  parete nord della Pania Secca.
Ci fermiamo qui per pranzare, e dove posto migliore di questo per farlo!
Ma comunque ogni cosa bella ha termine e dobbiamo riprendere la via del ritorno ma abbiamo adocchiato una bella cresta che si spinge ancora più sotto la parete della Secca, decidiamo di andarci e  scendiamo su fastidioso sfasciume sino a raggiungere un'insellatura dove un ometto indica dove scendere, noi prima vogliamo andare all'apice della cresta e vedere da li  l'imponente parete.
Proseguiamo quindi ancora sulla cresta per un breve tratto circa 15 minuti, la cresta è assai esposta ma la si percorre abbastanza agevolmente e  raggiungiamo una quota leggermente più elevata della Pania Verde, sulla nostra destra, in basso, vediamo l'anfiteatro su ghiaioni che dovremo attraversare al ritorno. Giungiamo al termine, almeno per noi, in realtà sembra che si possa proseguire infatti al termine, su un'affilatissima  e instabile cresta c'è un ometto messo lì chi sà da chi?
Ripercorriamo a ritroso la cresta già percorsa e ritornati all'insellatura ci tuffiamo nella faggeta  sulla sinistra. Anche qui dobbiamo fare affidamento sull'orientamento e ci dirigiamo verso l'anfiteatro.

Prima di uscire dal bosco sulla nostra sinistra troviamo un'ampia grotta.
Usciamo dalla faggeta e troviamo finalmente l'anfiteatro che segue passando sotto la Pania Secca e la cresta dei Denti della Secca.
Dall'inizio la traccia è abbastanza buona ma poi il terreno diventa cosparsa di grossi blocchi di roccia che rende difficile la progressione.
Lo percorriamo quasi tutto all'altezza delle prime piante della faggeta prendiamo a sinistra in discesa dove troviamo un ometto e scendiamo seguendo più l'istinto che l'evidenza del tracciato; ben presto troviamo la ripida via di lizza. L'evidenza della via e cerchi rossi con punto al centro sugli alberi rendono impossibile sbagliare.
Eccoci, giungiamo nuovamente sulla via delle Rocchete recuperando l'auto; prima di riprendere la via di casa un po' di sosta per un altro spuntino e scambiarci le impressioni sull'escursione.
Montagna sconosciuta di scarsa elevazione, comunque di notevole fascino e con splendide viste su panorami mozzafiato, la compagnia è stata ottima, cosa volere di più?
Foto escursione
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