02/06/2017 Traversata del Contrario e del Cavallo in cresta da ovest ad est
 
Contrario e Cavallo   sono due cime severe delle Apuane Settentrionali. Chiudono la valle di Orto di Donna verso sud formando un unico contrafforte delimitato dal passo della Focolaccia e dal passo delle Pecore. L'altezza non eccessiva non deve trarre in inganno: sono Apuane dure, difficili e di una certa pericolosità dovuta a creste estremamente affilate, roccia non sempre affidabile e difficoltà oggettive nelle protezioni. L'esperienza, l'equilibrio e la padronanza del passo qui sono determinanti più che in altre salite Apuane. Noi faremo una traversata che ci permetterà prima di raggiungere la cima del Contrario poi di passare al Cavallo con un percorso alpinistico, panoramico e in uno scenario maestoso dove la mole del Pisanino e i panorami verso il mar Ligure non ci lasceranno un attimo.

Monte Contrario 1789 mt.
Il Contrario si eleva sulla dorsale est - ovest separato dal Cavallo dall'omonimo inciso. Il suo curioso nome sembra derivare dall'orientazione opposta alle altre cime della dorsale. Infatti questa montagna dà il meglio di se sul versante esposto a sud ovest dove precipita per centinaia di metri con una parete verticale e compatta, percorsa da alcune vie alpinistiche piuttosto impegnative. La lunga cresta sud fa da spartiacque fra il ripido canale Pianone e la Valle degli Alberghi. Dalla parte dell'Orto di Donna il rilievo non appare altrettanto possente, ma piuttosto basso e scuro d'aspetto anche per l'erba e le piante che lo ricoprono lasciando scoperta solo la parte superiore della parete. Non ostante l'apparenza è una cima non facile da raggiungere.
 
Monte Cavallo 1895 mt.
Il Cavallo è una montagna dalle forme bizzarre e complesse. Seconda per elevazione, le sue movimentate creste, in particolare la sud con le caratteristiche " gobbe", gli hanno meritato l'appellativo "onda di pietra". Le foci che lo circondano ( Foce del Cavallo, Foce di Cardeto, Forcella di Porta) sono fra le più alte della catena. Infine la " Coda", il tratto terminale della cresta sud, scende poco al di sotto del passo della Focolaccia rompendosi in scenografiche guglie e torrioni. Le tre, nord, ovest e sud, sono percorribili da escursionisti molto esperti ( passaggi di II+ grado). Per esposizione e per terreno d'arrampicata ( misto erba, roccia e terra), questi itinerari sono tutt'altro che elementari.

 

Percorso: Da Cava 27 (1481 mt) per marmifera, Passo delle Pecore (1600 mt.), cresta ovest fino in vetta, discesa per la cresta est fino alla Foce del Contrario, foce di Cavallo, Vetta Cavallo (1895 mt.), sentiero 167, Forcella Di Porta (1747 mt.) , Bivacco Aronte (1642 mt.) , Foce di cardeto sentiero 179 poi 180 per rifugio Donegani

 

Come Arrivare
Percorriamo l'autostrada sino ad Aulla, seguendo per Fivizzano e Poi imbocchiamo la strada per Lucca,seguendo le indicazioni per Minucciano.
Appena passata una galleria sulla destra parte una strada che porta alla località Orto di Donna in val Serenaia.

- INDICAZIONI STRADALI -
 
Sentieri: 179 - Foce di Giovo – Cava 27/Rif. Orto di Donna – Bivacco K2 – Foce di Cardeto – P.so della Focolaccia
180 -
Val Serenaia – Orto di Donna – collegamento sent.178 – Rif. Orto di Donna/Cava 27
167 -
 Biforco – Lizza degli Alberghi – Valle degli Alberghi – raccordo sentiero “Ferrata del Contrario” – Case Carpano – Forcella di Porta – Bivacco Aronte – P.so della Focolaccia


 

 

 

Classificazione: EEA - itinerario escursionistico alpinistico  
Tempo di percorrenza:  h7

 

 
Acqua: Presso i rifugi prima di partire.
 
Punti sosta: Rifugio Donegani Rifugio Orto di Donna

 

 
          Traccia Google Earth
Periodo consigliato: In primavera sino all'autunno. Le salite invernali sono estremamente complesse ed adatte a chi ha buona pratica alpinistica considerando la notissima insidiosità della neve e del ghiaccio apuani.

Questa volta affronteremo una montagna, anzi due, il Contrario e il Cavallo. Due montagne di tutto rispetto, molto impegnative, tra l'escursionismo  estremo e l'alpinismo.
Imbocchiamo l’autostrada per raggiungere Aulla, da dove, seguendo la statale per la Garfagnana, abbiamo raggiunto Minucciano e la Val Serenaia. Qui bisogna fare attenzione perché subito al termine della galleria che separa la Lunigiana dalla Garfagnana, si deve svoltare a destra e non proseguire diritto. Superata Foce Rifogliola, (810m.), si prosegue lungo la strada marmifera asfaltata, prestando molta attenzione, se di giorno feriale, ai camion carichi di blocchi di marmo provenienti dalle numerose cave della Val Serenaia.
La Val Serenaia è una stretta vallata racchiusa tra il Pisanino e la cresta del Capradosso con, sul fondo, la dorsale del Monte Cavallo e della Foce di Cardeto.
Decidiamo di pernottare al Rifugio Orto di Donna
situato a 1500 metri, situato nella parte più alta della Val Serenia.
Siamo in quattro e raggiunta la Val Serenaia parcheggiamo sulla strada appena sopra il rifugio Val Serenaia e un pò prima del rifugio Donegani da dove parte il sentiero 180.
Imbocchiamo il sentiero che inizialmente sale subito brevemente ma poi diventa abbastanza pianeggiante per circa una ventina di minuti poi sale decisamente nel fitto di boschi di faggio, in circa un'ora raggiungiamo il rifugio.
Veniamo ben accolti e una volta sistemati nelle camere, vista l'ora, ci viene servita una buona e  sostanziosa cena, poi subito a nanna!
La notte passa tranquilla e abbastanza comoda, ci alziamo di buon ora  alle 07,00 facciamo colazione, alle 07,30 si parte alla volta della nostra prima meta, il Passo delle Pecore da dove inizieremo la lunga e adrenalinica cavalcata.

Prendiamo per il Passo delle pecore, prendendo lo stesso sentiero che porta all'uscita della ferrata degli Alberghi, una volta raggiunta la cresta si prende verso sinistra , in pratica siamo già sulla cresta del Contrario.
Ci portiamo verso il boschetto e subito la montagna ci mette subito alla prova dovendo superare una ripida parete, di per se non difficile ma gli scarsi appigli e la roccia che ti si frantuma tra le mani ci crea qualche difficoltà.
Una volta superata la parete si tira il fiato in quanto siamo su uno spiazzo abbastanza largo ma subito dopo dobbiamo risalire un ripido pendio erboso, meno male che c'è il paleo, santo paleo! Per tutta l'escursione in moltissimi tratti è una mano santa!
Sulla cima del pendio dobbiamo superare un breve salto e poi iniziamo la salita della cresta, quella vera, molto esposta! Ormai non si possono avere ripensamenti, l'unica è andare avanti e vedere cosa succede.
Seguendo il filo di cresta ci teniamo prevalentemente sul lato nord raggiungendo l'antecima, qui la roccia è abbastanza buona e vi sono molti appigli, comunque è sempre bene saggiarne la resistenza, non è stato raro ritrovarsi con un pezzo di montagna in mano; superiamo passaggi di II grado e l'esposizione si fà sentire e vedere e intanto l'adrenalina sprizza da ogni poro.
A proposito di vedere: la giornata è una di quelle spettacolari, celo terso e visibilità ottima, nei momenti di pausa la vista sulla costa è una meraviglia, da Spezia a Livorno, tutte le isole compresa la Corsica e le cime delle Apuane....che meraviglia!
Dall'antecima la cresta prosegue quasi orizzontalmente, ma bisogna fare attenzione a scendere prima di un salto che ci obbligherebbe a tornare indietro per scendere sulla sinistra ( lato nord - Val Serenaia) dove c'è una traccia di sentiero molto ripida e con terreno molto smosso. Al termine ci troviamo ad una rampa erbosa che sale sino alla cima.
Siamo in vetta al Contrario, finalmente! Questa montagna che sino a non molto tempo fa mi respingeva mentalmente, oggi per la seconda volta mi ha permesso di salire sino alla sua cima, mi fa piacere pensare che abbia voluto che aspettassi che fossi pronto per un'ascensione del genere, da quassù ho potuto verificare la profondità dei miei sentimenti per questa cima,
a contatto di queste montagne mi sento parte di qualcosa di più grande che va molto oltre la mia persona, i miei problemi e anche i miei sentimenti.
Giungiamo tutti sulla vetta e naturalmente ci complimentiamo l'un l'altro per l'impresa compiuta, siamo felicissimi e godiamo di una vista meravigliosa  in particolare sui vicini monte Cavallo e monte Grondilice. In particolare si rimane affascinati dallo stretto crinale che precipita verticalmente nel versante sud-ovest verso Massa.
Ma è anche inevitabile seguire con lo sguardo la cresta che ancora ci separa dal monte Cavallo e anche la salita alla prima quota del stesso monte.
La prima volta che ci sono stato non mi sembra possibile credere che sia fattibile raggiungerla e ancora oggi fatico a convincermene.
Scendiamo, naturalmente, dal versante opposto a quello di salita, sulla cresta est per ripidi pendii erbosi, dove, il tanto prezioso paleo qui si mostra infido nascondendoci dove mettiamo i piedi, il sasso smosso o la buca sono continuamente nascosti.
Procediamo nelle vicinanze della cresta seguendo intuitivamente un itinerario che permetta ora di tenersi sul versante sud est ripido ed erboso, ora su quello nord, riguadagnando la cresta più in basso in prossimità di un caratteristico torrione, lo si aggira tenendoci sulla destra e si scende all'intaglio che separa Contrario e Cavallo, la foce del Cavallo 1700 mt..
Dalla Foce del Cavallo si potrebbe scendere verso il versante nord per un ripido canalone erboso fino ad incontrare il sentiero n° 179 e decidere se dirigersi verso il  Donegani per la strada di cava per questo bsognerebbe andare a sinistra, oppure a destra e  raggiungere la Foce di Cardeto e poi scendere per il 178 e poi il 180. Il secondo percorso è più lungo ma si proseguirebbe nel bosco che è sicuramente un ambiente più piacevole che quello delle cave.
Noi comunque tiriamo dritto e proseguiamo verso la " Prima Quota" della cresta ovest del Cavallo.
Iniziamo la salita su un ripido pendio erboso e infine raggiungiamo la vetta di questa prima gobba 1889 mt.
subito veniamo rapiti dal panorama unico che il monte ci offre. Possiamo ammirare tutta la maestosa imponenza del Pisanino, le aspre pareti del Pizzo d’Uccello, la Tambura, la cresta del Contrario appena percorsa in tutta la sua asprezza e fascino; spaziare dai laghi artificiali ma non per questo meno suggestivi della Garfagnana, alla Lunigiana, dalla costa livornese alle Cinque Terre con ben in vista le isole Palmaria e Tino e quelle dell'arcipelago toscano.
Proseguiamo la "cavalcata" scendendo verso la sella che separa la cima settentrionale dalla vetta, qui dobbiamo attraversare un costone roccioso , detto " La Piastra, si tratta di una parete molto scoscesa ma con l'aiuto di un cavetto d'acciaio la superiamo agevolmente.
Proseguiamo la salita sul filo di cresta, attraversando tratti di erba e rocce raggiungiamo, un po’ affaticati, la vetta (1895 m.). L’emozione, e la soddisfazione, è tanta  e tra strette di mano e complimenti vari c’immortaliamo a vicenda, la vista  si  ripete come dalle altre" Gobbe", non vorremmo andarcene ma riprendiamo il cammino verso la discesa, la strada è ancora lunga.

Superata una gobba secondaria si scende alla quota più bassa della montagna (1851 m.) passando per la "coda del cavallo".  Scendiamo sulla sinistra tra il paleo, prima della Coda, da lì si dovrebbe scendere con due lunghe calate in corda doppia, scendiamo a naso più che seguendo una traccia sino a raggiungere il sentiero 167 da dove in breve raggiungiamo la Forcella di Porta (1747 mt.) e da lì il Passo della Focolaccia (1650mt.) dov’è situato il bivacco Aronte,  il più alto rifugio della Apuane e il più antico, essendo stato inaugurato il 18 maggio 1902 dalla sezione Ligure del CAI, è attualmente proprietà del CAI di Massa. Anche da quì la vista sarebbe magnifica se non fosse calata una fastidiosissima nebbia, sarebe una vista magnifica e amplissima sugli scoscesi valloni che degradano al Frigido e giù fino alla marina di Massa ed è allietata dalla graziosa cuspide della Punta Carina; a questa fa seguito la rocciosa cresta che sale alla Forcella di Porta e al Cavallo, peccato il degrado sempre più invadente delle cave.
Adesso, finalmente ci concediamo una sosta per il pranzo, ora
possiamo allentare la tensione che ci ha tenuto sul chi va là sino ad adesso,  siamo tranquilli seduti intorno ad un tavolo e allora via alle cibarie.
Rimaniamo per circa un'ora e poi riprendiamo la via di ritorno, verso la Foce di Cardeto, ripartiamo ma non prima di  aver dato uno sguardo, visto che la nebbia si è rialzata, alla vallata di Resceto ed alle guglie rocciose che incorniciano il bivacco.
Raggiungiamo e attraversiamo le cave di marmo, sempre più devastanti, e seguiamo la strada carrozzabile fino ad incontrare il sentiero (segnavia 179) che imbocchiamo.
Percorriamo il sentiero costeggiando le pareti del Cavallo, passiamo sotto il famoso Canal Cambron luogo di impegnative salite invernali, dopo aver incontrato il bivio con il sentiero n° 178 per L'acqua bianca il sentiero riprende la ripida salita, sulla sinistra.
Oltrepassiamo il sentiero che porta al Pisanino dal Pizzo d'altare e con un'ultima salita giungiamo alla Foce di Cardeto.
Facciamo un'ultima sosta e ci dirigiamo verso al Val Serenaia per il sentiero 178 , lungo e abbastanza monotono sino ad incontrare nel bosco il bivio con il sentiero 180 che conduce sulla strada asfaltata.
Eccoci giunti alla nostra auto, ci mettiamo una maglietta asciutta, via gli scarponi e messe comodi sandali scendiamo al vicino rifugio Val Serenaia dove ci concediamo una meritata e fresca birra

Tirando le somme si può dire che la giornata è stata una di quelle che non si scordano: bel tempo, splendidi scenari, bella compagnia: che cosa chiedere di più?
Una bella e gratificante traversata, su terreno difficile, su di una montagna, che malgrado sia meno appariscente delle più alte e famose vette circostanti, rimane comunque di tutto rispetto, con un percorso mai banale.

Foto escursione
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