23/09/2017 Punta Questa dalla Trasandini

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Assieme al vicino Torrione Fìgari, la Punta Quèsta è la quota più pronunciata ed elevata della lunga cresta dei Pradacetti, che scende dalla Forbice fino alla confluenza di due tra i più selvaggi valloni apuani: il Canal Fondone e il Canale degli Alberghi. La posizione particolare, staccata dallo spartiacque principale, consente di osservare da un’ottima angolazione gli aspri pendii meridionali della cresta apuana, dal M. Grondìlice al M. Cavallo passando per il M. Contrario.
 
( dal sito Vado e torno in montagna http://www.vadoetorno.altervista.org )
 

 

Itinerario:  Vinca, Capanna Garnerone, Foce Rasori, sentiero 168 Canal Fondone con deviazione x Casa Cormeneto, Cresta dei Trasandini, Punta Questa, Foce Rasori, Vinca

 

Come Arrivare: 
Vinca si raggiunge percorrendo l'autostrada A15 della Cisa, uscire ad Aulla e seguire le indicazioni per Equi Terme che coincidono per un tratto con la statale del Cerreto. Dopo alcuni chilometri si svolta a destra e giunti a Ponte di Monzone si svolta di nuovo a destra, seguendo ora le indicazioni per Vinca.


INDICAZIONI STRADALI

 
Sentieri: Segnaletica: CAI Bianco rossa - 

N° 153  - Vinca – strada interrotta – Casa Farfareto (loc. La Prada) – bivio sent.38 – Capanna Garnerone

Sentiero per punta questa scarsamente segnato e non ufficiale

N° 168  Biforco – Canal Fondone – Foce Rasori

Sentiero da Casa Cormaneto alla lizza degli Alberghi, non segnato CAI 

Classificazione: EEA - Allenati e Attrezzati ( Caschetto. imbrago e attrezzatura per calata in doppia )
Alpinistica, salita in cresta, mai affilata, con
diversi passaggi alpinistici elementari .
Difficoltà tecniche: diversi passaggi di II e uno di II+, di pochi metri, impegnano su terreno misto.
L’esposizione non è mai sostenuta.

 

Tempo di percorrenza:  Tempo di percorrenza totale:  circa 6h soste comprese
 
Acqua: Al paese di Vinca, a capanna Garnerone
 
Punti sosta:  Nessuno, la capanna Garnerone non è un bivacco aperto, per cui non bisogna farci affidamento in quanto le chiavi vanno richieste alla sezione CAI di Carrara  tel. 0585 776782
 
Traccia gps           Traccia Google Earth

 Periodo consigliato:  Da maggio a ottobre

           

E' molto tempo che progettiamo di salire alla bellissima Punta Questa, qualcuno a questo punto potrà dire: ma nonla sapete a memoria quella montagna, quante volte ci andate?
E' vero questa è una montagna che frequentiamo sovente e a parte che non stufa mai noi questa volta saliremo da una via inusuale, sconosciuta ai più: la Cresta dei Trasandini.

L'appuntamento è per le ore 07,30 e abbastanza puntuali.
Infatti imbocchiamo l'autostrada e ci dirigiamo al paese di Vinca in Lunigiana.
Giunti al paese non vi entriamo e continuiamo dritto sino a che la strada non si restringe ed evidente che ormai questa strada che serviva per le cave è stata abbandonata e in pessimo stato, dopo circa due kilometri, troviamo uno spiazzo
presso il Fosso di Nebbieto (925 m)dove poter parcheggiare e subito davanti a noi parte il sentiero n° 153.
Imbocchiamo questo sentiero che conduce  a Capanna Garnerone, entriamo in bellissimo bosco di castagni secolari davvero imponenti, testimonianza dell’antica cultura del castagno molto diffusa anche in questa zona della Lunigiana.
Il sentiero sale ripido a sinistra, in direzione NO, e dopo pochi minuti la pendenza si attenua, si esce dal bosco in corrispondenza dei ruderi della Casa Farfareto (995 m)siamo anche fortunati le diverse.
Saliamo e ci troviamo su una strada sterrata che corrisponde al sentiero n° 38, la così detta Strada dei Tedeschi.
Il panorama si apre sulla sinistra sul pizzo d’Uccello, sulla foce di Giovo, sulla cresta Garnerone ed i sottostanti pendii erbosi e rocciosi, a destra in basso c’è il paese di Vinca ed in alto la mole imponente del Sagro.
Proseguendo sempre sul n° 38 giungiamo ad un bivio tra il nostro 38 e il 153 che parte sulla sinistra, è quest'ultimo che ci condurrà a Capanna Garnerone.
Il sentiero è immerso nel bosco e nella giusta stagione si può far incetta di lamponi, infatti se ne vedono le piante con ancora qualche lampone ormai fuori periodo.
Giungiamo, poi, ad un altro grosso rudere a circa 1100 mt. ci troviamo per un breve tratto all'aperto ma subito dopo ci si inoltra in un fittissimo bosco di pini, in breve giungiamo alla Capanna Garnerone ( 1280m.)
facciamo una piccola sosta per rinfrescarci alla bella fonte della Vaccareccia.
Riprendiamo il cammino, sempre nel bosco, sul sentiero 173 in comune con il 168 e in pochi minuti siamo alla Foce Rasori ( 1318 mt.). Uscendo dal bosco il panorama si apre sul versante marino e il lungo e profondo Canal Fondone. Molto interessante anche la vista sul complesso versante Sud-Ovest del M. Grondìlice e la cresta dei Pradacetti con le rocciose cime del Torrione Fìgari e della nostra meta: la Punta Quèsta.
Giunti su questo versante abbiamo una bella vista sulle vette che ci sovrastano, Punta Quèsta, come detto, si trova a destra del Torrione Figari (dedicato all’alpinista Bartolomeo Figari) ben riconoscibile per il masso sospeso proprio sulla sua cima.
Seguiamo il sentiero n° 168 verso est e in breve giungiamo alla
piazzola per atterraggio elicotteri. Sempre camminando sul 168 giungiamo ad un bivio dove bisogna fare molta attenzione perché non ben evidente, troviamo una segnalazione a sinistra su una roccia per Punta Quèsta, mentre il 168 scende, a destra,  nel Canal Fondone, questo sentiero è ufficialmente chiuso e non essendo fatta più nessuna manutenzione è diventato anche di difficile individuazione.
Scendiamo nel famigerato Canal Fondone! 
Affrontiamo la lunga discesa che subito si presenta su traccia veramente distrutta da frane e probabilmente anche dai cinghiali, man mano che scendiamo si fa sempre più ripido e i segni non sempre sono visibili nascosti dall'alto paleo o le folte felci, spesso ci tocca girare a vuoto per ritrovare la direzione giusta, ogni tanto qualche ometto ci dà una mano, i ginestroni ci danno il tormento e le felci assieme al paleo celano la giusta via.
Navighiamo a vista, dobbiamo raggiungere Casa Cormeneto, la vediamo da quando abbiamo imboccato il sentiero con la sua copertura in azzurro e la grande pianta di ciliegio che la sovrasta ma non ci sono segnalazioni di quando girare, comunque ci orientiamo abbastanza bene e al momento giusto giriamo verso sud, lasciando il sentiero del Canal Fondone e attraversando il canale tenendo a vista sempre la casa.
Scendiamo nel canale tra sfasciumi lo risaliamo e siamo alla casa Cormeneto. Qui siamo sommersi dalle felci e il sentiero non è visibile.
Diamo un'occhiata alla casa, che ormai è un rudere, tempo fa era usata ancora da un pastore ma ora appare tutto abbandonato, ci vuole tanto coraggio a vivere quì anche solo nel periodo estivo.
Ogni tanto sulle rocce appare un segno rosso ma le folte felci fanno da padrone.
 Il sentiero ora prosegue con una breve salita e al suo termine, sulla sinistra, finalmente, parte la Cresta dei Trasandini che conduce alla Punta Questa.
La relazione segue con la descrizione dell'itinerario 23 del volume "Apuane, 80 itinerari classici e d'avventura" di Claudio Bocchi e Enzo Maestripieri. Società Editrice Apuana.

.........Iniziamo a salire la cresta, priva di un vero e proprio filo e costituita da pinnacoli e massi quasi isolati e immersi nella vegetazione. Il versante meno ripido è quello di sinistra, lato Fondone; più in alto, già in vista della evidente quota 1387, è in ogni caso consigliabile tenersi decisamente su questo lato per tracce, a evitare difficoltà eccessive o punti con vegetazione troppo invadente. Raggiunto o sfiorato l'intaglio a monte della quota 1387, inizia un tratto di orientamento non facile, in una zona complessa e caotica che ha poco o nulla di una cresta. Si sale su tracce di capre per una
sequenza di canalini erbosi piuttosto ripidi, sempre a sinistra della linea teorica di crinale, mai troppo lontani da essa ma senza raggiungerla, con piccoli scarti a destra o a sinistra. Con qualche passaggio su roccia, mai oltre il I grado, si guadagna infine la base di un largo piano inclinato con placche, al cui sommo si nota una grande spaccatura rocciosa inclinata con sasso incastrato. La si raggiunge su traccia al margine sinistro delle placche e vi si entra; se ne esce dall'alto dopo un passaggio di II preceduto e seguito da paleo molto ripido; un albero all'uscita consente un'eventuale sicura a chi segue. Tornati all'aria aperta, si scavalca un masso verso destra e ci si affaccia su una scoscesa incisura. Vi si scende con un passo di II; di là si risale un camino di pochi metri (II-poco esposto ma scomodo, specie con lo zaino) o l'elegante paretina alla sua destra (II/II+; vedi foto); in cima al camino un chiodo consente un'eventuale assicurazione. Ci si trova sulla quota 1490, che solo due brevi ma ripide rampe di paleo separano dalla doppia vetta della punta Questa (1522 m; 2hdall'inizio della cresta). La prima che si raggiunge -la meridionale -è la più alta; la seconda, con scritta su un sasso, è quella tradizionale. Tornati alla selletta tra le due cime, si scende lungo la via normale. Si cala verso sinistra su una ripida ma facile rampa di erba e detriti, situata al di sotto e a ovest del crinale che continua verso il torrione Figari; arrivati all'Intaglio tra la punta Questa e il torrione, si scende a sinistra (ovest) nel canale scosceso e franoso compreso tra i due. In alto una delicata strettoia (I+) richiede attenzione. Al termine del canale si traversa a destra (qui iniziano i segni rossi) sotto il torrione Figari e la Focetta e oltre, fino a uscire su terreno aperto in vista di foce Rasori e a confluire nel segnavia 168.

Riprendo con il mio racconto: Eccoci finalmente in vetta sempre molto emozionante giungervi.
Abbiamo un bellissimo panorama davanti a noi, le Apuane Settentrionali si  presentano in tutta loro aspra e possente bellezza.
Questo è un punto centrale delle Apuane Settentrionali, sotto di noi la visuale si affaccia sulla vertiginosa e bellissima Valle degli Alberghi, di fianco a noi sulla vicina Torre Figari il masso sulla vetta che ci ha fatto parlare molte volte di questa curiosità.
Dopo aver fatto le solite foto di rito e, giustamente pranzato, riprendiamo la via della discesa. Scendiamo tenendo la sinistra e dirigendoci verso est prendiamo una traccia tra detriti abbastanza infidi, perdere l'equilibrio non è molto raccomandabile! Soprattutto nel delicato passaggio successivo in discesa su terreno friabile e molto esposto, percorriamo una larga cengia erbosa con la presenza di qualche esile faggio.
Costeggiamo la parete del Torrione Fìgari, la cengia si fa rocciosa e diviene più stretta, ma sempre comoda.
Giungiamo alla caratteristica Focetta a 1436 mt da dove dovremmo calarci in corda doppia, a noi è bastata una corda da 30 mt.
All'inizio del canalino sott'ostante è stata
posizionata una corda ad anello assicurata ad una roccia dove assicuriamo la nostra corda di calata.
Il nostro gruppo è di solo quattro persone e ce la caviamo tutti bene nello scendere e in pochissimo tempo siamo tutti in fondo, Questa calata l'abbiamo effettuata in corda doppia ma non presenta grandi difficoltà anche nell'effettuarla in libera, sulle guide viene classificata  di 1° grado.
Scendiamo ora ancora lungo il canale verso ovest su ravaneto, attenzione a non scivolare! Al termine del canale ci ritroviamo sul sentiero che conduce verso il sentiero per Foce Rasori.
Sentiero già percorso molte volte e lo conosciamo bene ma dobbiamo fare attenzione perché non sempre ben visibile, molto utili i segni rossi sulle rocce.
Infine  ci reimmettiamo sul 168 e ci portiamo di nuovo a foce Rasori e poi a Capanna Garnerone dove rimaniamo per un po' a scambiarci le nostre impressioni sull'escursione.
Riprendiamo il cammino  a ritroso per la via di salita, sentiero n° 153,  ed in 35 minuti arriviamo alla macchina.
L'escursione è finita e rientriamo con magnifiche immagini negli occhi e nel cuore. 

Foto escursione


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