28/05/2018 Monte Sella dalla monorotaia

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Percorso:  Renara (310mt.), cave Ronchieri (1600 mt), vetta monte Sella (1739 mt.), Resceto ( 485 mt.)
Dislivello: Salita: 1429 m   Discesa:
1254 m

Come Arrivare:  Da Massa si segue via Bassa Tambura in direzione Forno, a 4 Km si incontra Canevara a 6,5 Km a sinistra la strada si dirige a Forno, si continua invece per il ramo di destra, si superano le Guadine, si lascia a sinistra la deviazione per Casania e subito dopo si trova la deviazione a destra per Renara, prima di arrivare all’abitato di Gronda.
                    
 
Sentieri:Via di lizza sino a cave Ronchieri, per tracce di sentiero non segnalato per la vetta del Sella, sentiero n° 160 per Resceto, sentiero non numerato per riprendere la monorotaia

 

 

Classificazione: EE - Percorso Classico Apuano che percorre principalmente vie di lizza con grandi dislivelli da superare (Lizza della Monorotaia, Lizza Bagnoli). Itinerario molto impegnativo a livello fisico a  causa dei  grandi dislivelli da superare su pendenze estreme. Si consiglia di partire molto presto al mattino per evitare di percorrere troppo dislivello al sole, inoltre si raccomanda di portare al seguito almeno 2 litri di acqua cad.uno.
 
Tempo di percorrenza:  h7,30 effettive

 

 
Acqua: assente
 
Punti sosta: Nessuno, però dalla cava Ronchieri swi puç raggiungere Passo Sella, pochi minuti, e da qui con strada marmifera raggiungere il paese di Arni

 

 
     Traccia Google Earth -     Traccia GPS                          
Periodo consigliato:  Tarda primavera, estate
Si sconsiglia assolutamente di intraprendere l’escursione quando c’è rischio di pioggia, perché i canali si trasformano – in caso di temporale – in veri e propri torrenti.

La lizza Denham, o lizza Piastreta, non è la lizza più impressionante e meglio conservata della zona apuana, ma possiede alcune caratteristiche che la rendono unica: la lunghezza(2570m dal monte al poggio caricatore, 3500 il percorso originale), il dislivello (1250m) e, soprattutto, la monorotaia.
Quest’opera di archeologia industriale, frutto dell’ingegno e della fatica dell’uomo da sola merita l’escursione, lunga e faticosa.
Sulla monorotaia scendeva e saliva la macchinetta Denham per trasportare il marmo delle cave del Sella e solo salendo i suoi faticosi scalini possiamo renderci conto di cosa questa abbia significato per quei tempi (dal 1922 al ‘36 e dal 1962 al ‘75).
Pare impossibile che un mezzo meccanico alimentato a diesel potesse percorrere quelle orride valli. Ritengo che questa sia un’escursione da non perdere, omaggio alla fatica dell’uomo-cavatore ed al suo ingegno, inoltre i panorami sono meravigliosi e le fioriture sono ricche ed uniche.
È consigliabile percorrerla in buone condizioni meteo, serve un buon allenamento e tener presente che la discesa è impegnativa forse più della salita. ( Dal sito Escursioni Apuane
http://www.escursioniapuane.com )

 Via di lizza” di Piastreta e monorotaia Denham.  

Cosi vicino e pure già così lontano da noi come quello della lizzatura del marmo sugli incredibili percorsi che dalle cavi massesi scendevano a valle. Una realtà millenaria, quella del durissimo lavoro dei lizzatori.
Per conoscere le "vie di Lizza" si raccomanda la lettura del volume " Le strade dimenticate  di F. Bradley e E. Medda - Poliedizioni

5Questa escursione è stata ideata quasi per scherzo, parlando delle varie località sulle Apuane il discorso verte su questa misteriosa lizza munta di binario. Non tutti la conoscono e da quì abbiamo subito alcune adesione poi nel proseguire della settimana con un po' di passaparola ci troviamo in 11, sufficenti per questa impegnativa e lunga escursione. Per l'appunto  il nostro girovagare, questa volta ci porta su una via di lizza unica nel suo genere, una via meccanica!
Il gruppo è al completo e  possiamo partire alla volta di Renara.
Da Massa  seguiamo le indicazioni per Resceto, poi all’altezza del piccolo e incassato abitato di Gronda,  svoltiamo a destra e seguiamo la strada asfaltata, che  poi diventa sterrata e termina su uno slargo davanti ad una casa di pastori.  
Dove il canale si biforca prendiamo a sinistra attraversando il canale, risaliamo una ripida salita dove alla sommità vi è un omino di segnalazione e anche l'indicazione " MONOROTAIA" ( ATTENZIONE NON PROSEGUIRE PER IL SENTIERO N° 162 L'UNICO SEGNALATO PERCHÉ PORTA AL PASSO DEL VESTITO).
Raggiungiamo la lizza che qui è una comoda strada cementificata.
Siamo ora nel Canale di Pianel Soprano che percorriamo sino ad arrivare ad un’altra biforcazione (m. 546): a dritto andremmo nel Canale della Buchetta, mentre alla nostra sinistra si apre l’incredibile Fosso del Chiasso, dove ben visibile è l’ancora più incredibile tracciato della lizza della monorotaia. Svoltiamo quindi a sinistra ed attraversiamo il greto del torrente, imboccando il Fosso del Chiasso.
Ci sono già stato ma quella slitta in fondo al piano di carico mi lascia ancora stupefatto come l'uomo così piccolo possa fare opere di tanto ingegno! Dall'ultima volta però è quasi del tutto ricoperta dai detriti portati giù dalla furia dell'acqua!
Partiamo,  alcuni di noi che salgono per la prima volta non riescono a credere che prima di essere in cima dobbiamo sudare molto: " ci sono i gradini, no! ", ci sono si, pare che siano 2500!!
 Partiamo belli baldanzosi e con grande euforia, ma chi sà come mai già dai primi metri proseguiamo sentendo solo il nostro affannoso respiro, ci voltiamo indietro e notiamo la forte pendenza che accentua ancora di più l'incredibilità di questa lizza, rivolgiamo lo sguardo verso l'alto e sembra non finire mai con quel filo nero che si snoda in linea retta oltre la nostra visuale. 
Saliamo a fatica e un gruppo di capre e pecore si fa beffa di noi saltando allegramente senza nessuna difficoltà.
Comunque saliamo piano ma saliamo, la difficoltà dovuta alla pendenza che in alcuni punti tocca 80 - 85% viene accentuata dal fatto che i gradini molte volte sono scomparsi e allora dobbiamo salire sul muro di sostegno della rotaia, una scritta su una struttura metallica ci rincuora: " Coraggio mancano 540 scalini!! " e qui la pendenza è davvero molta per fortuna il sole non penetra attraverso le pareti del profondo canale.
 Finalmente arriviamo all’uscita del Fosso del Chiasso, dove dopo pochi metri, la lizza si biforca (non molto evidente). Siamo a 1010 mslm.
Arrivati qui si potrebbe pensare di aver terminato l'escursione ma siamo solo a metà forse anche meno. 
Facciamo una sosta con spuntino, poi uno sguardo ai fabbricati che ancora sono presenti, peccato che il vecchio argano per sollevare i blocchi sia rovinato nel canale sottostante.
Qui, ricompattato il gruppo, facciamo uno spuntino ma soprattutto ci reidratiamo, da tener presente che su questo tragitto non troviamo acqua.

Riprendiamo il cammino, qui il panorama comincia ad essere davvero entusiasmante, il tracciato della lizza gira verso destra seguiamo con lo sguardo la traccia e notiamo che c'è ancora molto da fare e adesso il sole è alto sopra di noi.
Saliamo a testa bassa senza dire una parola, e chi ha fiato per parlare? superiamo ancora dei fabbricati, in particolare sulla destra una grande casa dove  ha abitato fino al 1975 il guardiano della cava. Non abbiamo visitato la casa del guardiano in quanto, purtroppo in stato di rovina, è posizionata su di una balconata naturale, ci è venuto spontaneo pensare a quanti soldi vengono buttati via per costruire rifugi inutili, vere cattedrali nel deserto e poi delle abitazioni già costruite e in posti così splendidi vengono abbandonate e dimenticate da tutti, perdendo anche i ricordi e la cultura di quelle persone che ci hanno lavorato.
  Riprendiamo il cammino adesso il tracciato della lizza viene interrotta da frane e soprattutto lo scarico scellerato da parte della cava sopra di noi.
Attraversiamo il canale sopra detriti molto instabili, da qui alla cava il percorso diventa molto impegnativo, la lizza no esiste più, l'ultima volta che ci siamo venuti dovevamo proseguire ad intuito aiutati dai fori dei piri ancora visibili, oggi, invece sono stati fatti dei segni rossi che indicano più o meno la via meno impervia....per modo di dire.
Ci troviamo in prossimità della cava ma prima ci dobbiamo cimentare in arrampicata su placche di marmo con pochi appigli.
Eccoci qua finalmente siamo in piano la salita e terminata, siamo qui nel piazzale della cave di Piastreta a quota 1600 mslm.
Riprendiamo fiato e poi andiamo a visitare la cava.
Le cave deturpano moltissimo quello che è il paesaggio delle nostre montagne ma devo essere sincero entrare dentro queste grandi sale di marmo bianco è uno spettacolo, io penso che trovando dei compromessi si potrebbe convivere queste attività e chi come noi amano andare sui monti e godere di bellezze uniche.
Ora non ci resta che raggiungere la cima,  in precedenza siamo sempre saliti prendendo a diritto sopra la cava tra rocce e placche; ma oggi, prendiamo una traccia poco evidente che si prende salendo su saggi di cava che troviamo davanti al punto dove siamo sbucati dalla monorotaia e sulla sinistra effettivamente si distingue una traccia di quello che doveva essere un sentiero di servizio delle cave sottostanti. Al termine della traccia ci troviamo su un falso piano appena al di sotto della cresta, dove ci stanno osservando delle capre. In pochissimo tempo siamo in cresta e da quì volgendo verso nord raggiungiamo la vetta del monte Sella.
Dalla vetta del Sella il panorama è stupendo su tutte le Apuane settentrionali: fanno bella mostra di sé “Sua Maestà” la Tambura, il Sagro, il Grondilice, il Contrario, il Passo della Focolaccia ed il Cavallo. Ad est il panorama si apre sull’Appennino, mentre a sud il Sumbra, il Fiocca, le Panie e l’Altissimo dominano il paesaggio. Visibili anche l’Eremo di San Viviano, proprio sotto il Roccandagia, il lago di Vagli, la Valle Arnetola, il paese di Careggine
Dopo esserci rifocillati e appagati dalla bellezza di questo luogo ci immortaliamo in varie foto, ma poi dobbiamo scendere in direzione della Focola del Vento.
Ritorniamo brevemente sui nostri passi e seguendo le indicazioni per il 160 (Resceto) iniziamo la discesa su un ripidissimo sentiero e con traccia poco visibile ma ben segnata. La nostra prima meta è la cava Bagnoli, che già avvistiamo, una volta raggiunta non possiamo notare i
blocchi di marmo perfettamente squadrati, che sembrano attendere l’arrivo, da un momento all’altro, di una compagnia di lizzatori che li accompagni a valle.
Riprendiamo la discesa su sentiero molto ripido, questo sentiero ricalca
in parte quello di una ripidissima lizza proveniente dalla Cava Bagnoli: sembra impossibile che gli uomini riuscissero a trasportare blocchi di marmo di svariate tonnellate su queste pendenze. Sono presenti anche numerosi piri in legno, ai quali venivano legate le cariche di marmo. Sulla sinistra in basso ben visibile il bosco della Selvarella, sovrastato dalle altissime Cave Cruze, alle quali arriva una ripidissima via di lizza. 
Scendiamo sui prati sommitali del sella e ormai siamo in vista della Focola del Vento che in breve la raggiungiamo a quota 1358 mt.
Alla Focola del Vento è riconoscibile anche per una vecchia centralina che serviva per portare l’elettricità alla Cava Bagnoli e se venisse smantellata non sarebbe male!!
Vorremmo rimanere a riposarci un pò su questo bel prato pianeggiate, la salita e anche la discesa sono state veramente spossanti, vorremmo recuperare ma l'avvicinare del rumore dei tuoni e grossi goccioloni ci suggeriscono di proseguire.
quindi prendiamo la dorsale che scende dal Sella e raggiungiamo il bivio tra il 160  e quello che scende alla monorotaia Ben visibile in questo punto ci appare l’incredibile tracciato della lizza della monorotaia, ancora più incredibile è quanta strada abbiamo fatto.
Inizia a piovere, ci copriamo con mantelle e copri zaino e dopo pochi minuti dopo aver lottato per far presto a coprirsi i grossi goccioloni cessano subito e allora via rispogliarsi!!
Il sentiero 160 scende sino al paese di Resceto, invece noi per questa volta abbiamo deciso di recuperare la monorotaia all'altezza del canale del Chiasso.
Il sentiero non è numerato ma ben segnato sia all'inizio su una grossa roccia e lungo tutto il percorso, comunque non si può sbagliare basta scendere sempre sino ad incrociare la monorotaia, certo che ora la lunga salita e ora la ripida discesa hanno messo a dura prova le  gambe e soprattutto le ginocchia!
Finalmente raggiungiamo il binario e iniziamo la lunga discesa sugli interminabili scalini, dove ci sono! Comunque non ci resta che scendere, quassù non ci viene nessuno a prenderci e scalino dopo scalino infine raggiungiamo il piano caricatore. Si stringono i denti e con le ultime forze rimaste proseguiamo su quello che rimane della vecchia strada ma ad un certo punto il canale della Buchetta ha ripreso il suo corso originale scavando profondamente, comunque in questo periodo forma anche piacevoli e cristallini piccoli laghetti. Siamo costretti a cercare la ia migliore per scendere ma poi giungiamo al tratto finale ancora in buono stato e quindi possiamo camminare agevolmente sino al  Fosso del Diavolo che scende dal Passo del Vestito, lo attreversiamo e in breve siamo dove abbiamo lasciato le auto.
Questo percorso ci ha permesso di conoscere le Apuane più selvagge, costellate da vere e proprie testimonianze della storia dell’escavazione come le vie di lizza, perfettamente integrate nell’ambiente naturale. Un itinerario che ci ha fatto comprendere perché le nostre Apuane sono definite le "montagne irripetibili". 

Siamo stanchi ma come ogni volta felici di esser stati assieme condividendo fatiche e soddisfazioni, appagati da un mondo che ancora esiste  che purtroppo pian piano va sparendo nell'oblio dell'indifferenza di molte persone che potrebbero salvare i luoghi che abbiamo visitato. Salvare la lizza della monorotaia per rispetto a tutti quegli uomini che hanno contribuito a formare la nostra civiltà e per portare a conoscenza anche delle generazioni future quali " Eroi " esistevano una volta, tanto tempo fa!
 

Foto escursione 
Se vuoi unirti a noi: apuano@email.it