11/07/2021 Sul Sumbra dal Canal Sarperi ( Canale Nord del Sumbra)

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Era un po' di tempo che pensavo di tornare sul Monte Sumbra salendolo però dal versante nord che guarda Vagli il quale è pressoché sconosciuto agli escursionisti in quanto non ci sono sentieri che vi passano.
Più precisamente la via di salita scelta è quella dalla parte alta del canale (o fosso) di Biteto che nasce dall’unione del ramo proveniente da est cioè il Rio Sambuca e dalla Canalaccia.
Quest’ultima è detta comunemente canale Sarperi perché fu risalita per prima da Vincenzo Sarperi nel 1949 ed è l’unico canale rivolto a nord, un canale non sempre ben definito ma che si trova in un ambiente selvaggio, isolato e di eccezionale bellezza.
Questa escursione dal sapore alpino che consiglio ( io, autore del sito Apuano.com mi riservo di consigliarlo solo a persone che siano veramneti esperti di escursionismo d'avventura e abbiano conoscenza anche di manovre d'alpinismo) perché veramente bella l’ho classificata come impegnativa perché faticosa fisicamente e perché, pur non presentando particolari difficoltà tecniche, si svolge per buona metà su paleo molto ripido e paleo quasi verticale in alcuni punti della parte alta dove c’è da fare qualche breve ma esposto traverso per aggirare un paio di salti altrimenti alpinistici se affrontati direttamente. ( Noi abbiamo evitato di fare due traversi e portatndoci più in alto abbiamo traversato una volta sola ma non è stata proprio breve) . ( Da Wikiloc   https://it.wikiloc.com/percorsi-escursionismo/il-monte-sumbra-dal-canale-nord-via-sarperi-53225552 autore Lorenzo Verdiani)


Attenzione, questo è un percorso per lo più fuori sentiero su ripidi pareti quasi verticali di paleo, presenta un traverso molto esposto. Non adatto a chi pratica solo escursionismo su sentieri. Necessita di buona conoscenza
del territorio apuano e buon senso d'orientamneto.
Attenzione!
La presente pagina non vuole in alcun modo essere una guida escursionistica o alpinistica, ma un semplice racconto di una giornata e la segnalazione di una bellezza naturale e culturale. Quindi, la presente pagina non sostituisce ma presuppone la consultazione delle guide e della cartografia in commercio. In alcun modo l'autore e il sito si assumono alcuna responsabilità di qualsiasi ordine giuridico e legale per eventuali danni o incidenti. L'uso delle informazioni della
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Ricorda inoltre che tutte le valutazioni circa le difficoltà delle escursioni, riportate sul sito, sono prettamente soggettive.

 
Percorso: Vagli di sotto, marmifera Penna dei Corvi, canale nord Sumbra (canal Sarperi), Sumbra, passo Fiocca, crinale NO, cava di Boana, marmifera fino auto

 

Come Arrivare :  Si arriva a Vagli di Sotto dalla SR445 della Garfagnana, svoltando a destra deviando per chi scende verso Lucca o a sinistra per chi sale verso Piazza al Serchio, in località Poggio, quindi seguendo la strada che costeggia il fiume Edron. ( www.escursioniapuane.com )

INDICAZIONI STRADALI
 

  

144   Arni – Malpasso – Fatonero – Passo Fiocca – Capanna Romecchio – Passo Sella.

Tempo di percorrenza: 7,35h
kk

 

Classificazione: EEA al limite con alpinismo
Attenzione, questo è un percorso per lo più fuori sentiero su ripidi pareti quasi verticali di paleo, presenta un traverso molto esposto. Non adatto a chi pratica solo escursionismo su sentieri. Necessita di buona conoscenza del territorio apuano e buon senso d'orientamento.
Acqua: Assente
Periodo consigliato:  Nel periodo tardo primaverile e tarda estate,
questa è anche una classica invernale e diventa alpinistica
   

Traccia Google Earth -   Traccia GPS

 
Punti sosta: Nessuno

 

 

Questa settimana abbiamo in programma un'escursione in zona a noi sconosciuta, andremo sul Sumbra, montagna da noi ben conosciuta ma non da questo versante, il versante nord. Affronteremo più di mille metri di dislivello fuori sentiero su pareti ripidissime con l'onnipresente paleo. esattamente cercheremo di raggiungere la vetta dal canal Sarperi al Sumbra.
Più precisamente la via di salita scelta è quella dalla parte alta del canale (o fosso) di Biteto che nasce dall’unione del ramo proveniente da est cioè il Rio Sambuca e dalla Canalaccia.
Giungiamo abbastanza presto a Vagli di Sotto e con la strada alternativa al ponte, chiuso, che parte dalla piazzetta del borgo. Seguendo la strada troviamo un cartello che indica la cava Penna dei Corvi. La strada ora è sterrata e bisogna procedere con cautela ma a parte alcuni dossi un pò esagerati non ci sono grosse difficoltà. Lasciamo l'auto presso la cava, devo dire con qualche apprensione. Non sono tempi idilliaci tra cavatori ed escursionisti! Si potrebbe salire ancora un pò ma il guadagno sarebbe poco.
Scendiamo dall'auto e uno spesso strato di polvere ci ricopre gli scarponi, prendiamo a salire sulla marmifera, la pendenza non è esagerata. Camminiamo attenti dove potrebbe essere la deviazione da prendere per iniziare la vera escursione. Troviamo un bivio su marmifera e prendiamo sulla sinistra, poi, un po' distratti un po' perché non c'è niente che lo possa far capire passiamo oltre, per fortuna ci viene il dubbio abbastanza presto e torniamo sui nostri passi, su un tornante a sinistra si nota una traccia che ben presto sparisce tra gli alberi, è una specie di radura nel bosco abbastanza spaziosa. Questa deviazione è circa a due km dall'auto, fare attenzione sui tornanti.

Guardando avanti vediamo che la valletta termina davnti ad una ripida parete di roccia ripidissima. Alla base di questa troviamo un accumulo nevoso enorme, e un mare d'alberi travolti da una valanga. La massa nevosa è in fase di scioglimento e ha creato cavità e " grotte" al suo interno dove la luce del sole crea fantastici giochi di luce. Visto da lontano e dall'esterno non sembrava neanche neve per quanti detriti la ricoprivano. Siamo costretti a portarci sopra e aggirarla abbastanza facilmente perhè nella parte alta si è formata una specie di trincea ben percorribile. Senza la neve avremmo dovuto attraversare un canale e poi risalire, noi siamo stati un pò agevolati.
Proseguiamo sulla sinistra risalendo un poggio e poi su terreno alquanto franoso ma aiutandoci con gli alberi si procede abbastanza bene. Ci troviamo ad un altra parete e ci obbliga a proseguire verso sinistra sino ad uscire su un pendio assai ripido per poi trovare alcune rocce piuttosto esposte ma abbastanza facili. Gi giriamo e adesso abbiamo una bella vista sul Lago di Vagli. Percorriamo un crinale che ci porta in cima ad un colle, sulle cartine viene indicato come Colle del Castiglione, da qui una bellissima vista sul lago e il paese di Vagli.
Inoltre adesso possiamo studiare quale percorso può essere il migliore per arrivare al canale; infatti sulla nostra sinistra abbiamo tutto il canale a vista, abbiamo visibile anche tutta la parte nord. Dal Castiglione percorriamo una crestina rocciosa e poi risaliamo su cresta prevalentemente a paleo, ogni tanto qualche tratto roccioso. Guardando il canale notiamo che vi sono diversi risalti da superare se entriamo adesso e preferiamo continuare a salire sul costone sempre con paleo. In alto notiamo quella che ci pare una cengia dove a circa metà strada c'è un alberello isolato con molto paleo, decidiamo di attraversare lì. Sembrava più vicino e saliamo ancora per un bel po' sino a trovare un risalto roccioso e da qui iniziamo ad andare a sinistra. Quello che sembrava una cengia non lo era esattamente, ci troviamo su pendii assai esposti e il paleo li rende assai scivolosi, mentre saliamo un attimo di terrore, sentiamo un forte rumore sulla nostra destra, sono rocce che cadono giù, erano molte e anche assai grosse, per fortuna sono rotolate abbastanza lontane da dove eravamo noi, però il pensiero che sono andate a finire dove siamo passati poco prima ci fà preoccupare lo stesso. 
Raggiungiamo il canale, finalmente, adesso siamo più tranquilli. Procediamo quasi sempre nel canale a volte usciamo sulla nostra sinistra su paleo ripidissimo per evitare qualche risalto complicato ma poi  rientrandoci subito dopo.
Già da lontano si notava una torre rocciosa e adesso ci siamo proprio sotto e salendo ancora nel canale ne raggiungiamo la base scrutati da un branco di capre assai scocciate dal fatto che stiamo disturbando il loro riposo, alla base della torre vi è una cavità dove hanno eletto domicilio. Ci voltiamo indietro e scorgiamo gran parte della salita fatta, anzi si può dire che si vede tutta dal Colle del Castiglione sin qui. Ripartiamo prendendo a sinistra per evitare un muro roccioso su un pendio assai ripido, sempre su paleo. Successivamente prendiamo sulla destra su una simil cengia  passando sopra il risalto roccioso appena aggirato. Adesso si potrebbe seguire un costone e per breve tratto lo facciamo ma poi preferiamo entrare su un altro ramo del canale con facile progressione e ci troviamo sui prati che portano sino alla croce di vetta dove sono presenti moltissimi escursionisti  che con meravigliaci domandano che via avessimo fatto senza capir bene o forse per niente da dove siamo venuti se non che la partenza è stata da Vagli. E' comprensibile questo lato della montagna è al quanto sconosciuto poiché è fuori da ogni circuito escursionistico e a ragione! Percorriamo gli ultimi metri sul sentiero 145 (Capanne di Careggine – Colle delle Capanne – Monte Sumbra – Passo Fiocca.)  che è il sentiero escursionistico; giungiamo finalmente alla croce di vetta e ci riposiamo un po', il panorama non ci è dato in quanto una noiosa nebbia cela tutta la bellezza del posto.

Dopo esserci rifocillati e reidrati ripartiamo, abbiamo ancora tanta strada da fare, scendiamo brevemente sino ad una insellatura rocciosa dove sulla sinistra parte il sentiero Malfatti, una "ferrata" , secondo me più un sentiero attrezzato ma naturalmente lungi da me dire che il kit da ferrata sia inutile. Noi non l'abbiamo e quindi scendiamo liberi, a mio parere ci sono sentieri non attrezzati molto più pericolosi di questo e il cavo aiuta molto non vi sono salti particolarmente impegnativi si percorre abbastanza agevolmente. Ma io faccio come il prete che dice: " Non fate come faccio io, fate come dico io!" E quindi usate il kit.
Il sentiero ci porta sino al Passo Fiocca, una vasta placconata marmorea, da qui prendiamo il sentiero 144 (Arni – Malpasso – Fatonero – Passo Fiocca – Capanna Romecchio – Passo Sella.)
Iniziamo a salire su placche vi sono molti segni bianco rossi ad un bivio lasciamo il percorso per il monte Fiocca e seguiamo sempre il 144 verso Passo Sella. Qui viene il complicato per descrivere da dove siamo passati, abbiamo percorso per pochi metri il sentiero, sulla nostra sinistra delle rocce e a destra una valletta con al termine un boschetto, dall'alto notiamo una traccia di sentiero e quindi ci dirigiamo verso questa. Scendiamo tra folto paleo e seguiamo delle trace vaghe e raggiungiamo il bordo del bosco, giriamo un pò a vuoto per capire che direzione prendere. Alla fine attraversiamo la valle e ci portiamo sul costone sinistro orografico, scrutiamo il terreno come vecchie guide indiane e riusciamo a scorgere una traccia che scende verso Vagli, speriamo che poi non cambi direzione ma un pò per esperienza un pò per fortuna capiremo poi che abbiamo preso quella giusta. Scendiamo seguendo tracce, come dice Emanuele: " labili tracce " sicuramente tracce di animali o vecchi tracciati di carbonai, che i carbonai venissero sin quassù ce lo danno le piazzole che via via troviamo con ancora segni di carbone. Non sarebbe molto difficoltoso ma i molti alberi caduti ci danno qualche problema. Stiamo scendendo più o meno a dritto sinché troviamo un ometto e del nastro giallo nero sugli alberi, sicuri che indichino la direzione giusta li seguiamo inizialmente sulla destra e poi volgono a sinistra. Affrontiamo un facile traverso e ci allarmiamo per un branco di cinghiali che non accortosi di noi venivano proprio nella nostra direzione, con una serie di urla e gettato sassi per far rumore gli abbiamo fatto cambiare strada. Nel bosco sulla destra notiamo dei blocchi squadrati segno che siamo vicini ad una vecchia cava. Si tratta della cava Boana da dove parte un sentiero più evidente che ci porta ad un'altra cava, più che cava sembra un saggio, qui hanno lasciato anche una ruspetta dove la natura si è riappropriata della zona.   

Il sentiero diventa uno stradello che se a nessuno viene voglia di pulirlo tra qualche anno non ci si passa più. Scendendo arriviamo ad una vecchia capanna dove è presente anche un tavolo fatiscente e una zona a braciere. all'interno della capanna al quanto pericolante notiamo un imbrago e dei moschettoni, forse e dico forse veniva usata da qualche climber come base per alcune arrampicate in zona. Seguiamo la strada che ora è assai larga e in buon stato a parte alcuni alberi che sono rovinati su di essa e dopo un'infinità di tornanti ci reimmettiamo sulla strada principale della cava dei Corvi, superiamo il punto dove all'andata l'abbiamo lasciata per inoltrarci nel bosco, abbiamo ancora un paio di km di questa strada ma con sommo sollievo raggiungiamo la zona polverosissima della cava e quindi alla macchina.
Bellissima escursione d'avventura d'alto respiro, la nostra dose d'adrenalina l'abbiamo avuta! Ora ci vuole una bella dose di birra per toglierci la polvere e l'arsura dalla bocca. 
Riflessione finale: " La natura è uno spettacolo puro, la natura è magia, occhi, polmoni e anima si riempono di benessere e sorpresa lasciando a casa tutto ciò che riguarda la quotidianità per immergerci in un’esperienza a contatto con la nostra anima e con il vero mondo! Queste camminante a braccetto con Madre Terra ci consentono
di apprezzare e capire l'unicità del nostro pianeta

Ciao, alla prossima

Foto escursione