07/11/2021 Mont'Alto dalla cresta sudovest 

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Montalto (più propriamente Monte Alto o Mont'Alto) è una delle montagne che costituiscono il complesso delle Alpi Apuane, nell'entroterra della Versilia, presso cui sorgono i paesi di Retignano e Volegno. La vetta più elevata si trova a circa 913 m s.l.m.
Le sue pendici sono state abitate sin dai tempi antichi. I Liguri Apuani vi allestirono i loro primi insediamenti e sfruttavano l'ampia visuale sulla vallata e il Mar Tirreno per avvistare i nemici in lontananza.
Nel corso dei secoli, gli abitanti dei paesi vicini hanno cominciato a sfruttare la montagna in più modi, dall'apertura di siti estrattivi del pregiato mamo bardiglio fiorito e del rosso rubino, fino alla possibilità di scalare una parete rocciosa sul versante di Volegno.  ( dal sito Wikipedia)

 

Attenzione!
La presente pagina non vuole in alcun modo essere una guida escursionistica o alpinistica, ma un semplice racconto di una giornata e la segnalazione di una bellezza naturale e culturale. Quindi, la presente pagina non sostituisce ma presuppone la consultazione delle guide e della cartografia in commercio. In alcun modo l'autore e il sito si assumono alcuna responsabilità di qualsiasi ordine giuridico e legale per eventuali danni o incidenti. L'uso delle informazioni della
presente pagina sarà sempre a proprio rischio e pericolo. A questo proposito, prima di effettuare le escursioni, si consiglia di chiedere sempre informazioni aggiornate, riguardanti lo stato dei sentieri che si intendono percorrere, alle Sezioni CAI che ne curano la manutenzione.
Ricorda inoltre che tutte le valutazioni circa le difficoltà delle escursioni, riportate sul sito, sono prettamente soggettive.

 
Percorso: Volegno, Sentiero Sav, Cave di Mont'Alto, Cresta sud ovest, sentiero per Retignano, Sav, Volegno

 

Come Arrivare :  Dall' uscita autostradale Versilia (A12) tenere direzione prima per Forte dei Marmi, poi per Querceta. Qui, alla rotatoria prima del raccordo con la SS1 Aurelia, prendere a sinistra in direzione Ripa/Seravezza. Proseguire a destra al primo incrocio e passare il cavalcavia sull'Aurelia. Seguire le indicazioni per Seravezza, oltrepassarla e proseguire sulla solita strada SP9, finchè, oltrepassata Ruosina, si prende la deviazione a destra (SP42) in direzione Stazzema. Arrivati a Ponte Stazzemese, si volta a sinistra seguendo le indicazioni per Cardoso e per Volegno - Pruno.
INDICAZIONI STRADALI
 

  
Nessun sentiero numerato o segnato tranne piccola porzione di sentiero SAV Retignano Volegno

Segni ( sbiaditi )azzurri o bolli rossi che non danno nessuna sicurezza

Tempo di percorrenza:  percorrenza totale: 5,00h

        

Classificazione: EE Allenati 
Acqua: Volegno e Retignano, una sorgente lungo il SAV.

Periodo consigliato:  Nel periodo primaverile e tarda estate, si sconsiglia calorosamente di non effettuare l'escursione in inverno con ghiaccio e neve
  Traccia Google Earth -   Traccia GPS

La traccia GPS non è sempre attendibile potrebbe avere anche diversi metri di scarto, non fare affidamento solo su di questa

 
Punti sosta: Nessuno







Iniziamo l'anno con un'escursione d'avventura, abbiamo preso di mira la montagna che sovrasta il paese di Retignano il Monte Alto che non raggiunge i mille metri, precisamente 912,8 mt. .

Una zona secondaria generalmente trascurata dagli escursionisti che può offrire sorprese ed emozioni che valgono certamente l'escursione.

 Detto localmente anche Montalto. Modesta cima rocciosa alta 913metri posta alla fine del crinale erboso che si stacca a sud-ovest dei prati di Mosceta. Alle sue pendici si estende la zona carsica di Gordici con grotte e doline. Localmente è chiamato il “Pizzichino” per la sua forma acuta ed isolata. Dal paese di Retignano, tramite il sentiero 123, oppure con un sentiero blu che si diparte dal precedente, si arriva alle pendici del monte, poi è necessario seguire dei segni rossi. ( dal sito Escursioni Apuane).

Da precisare che i segni azzurri sono quasi scomparsi e di segni rossi per la discesa noi non ne abbiamo trovato, il sentiero nella parte alta è quasi scomparso e si deve andare a occhio.

Raggiungiamo il paese di  Volegno a 430 mt s.l.m. Lasciamo l'auto su uno spiazzo lungo ls via che porta al vicino paese di Pruno e entriamo subito nel piccolo paese, presenti segnali SAV ( Sentiero Alta Versilia). attraversato il paese giungiamo al sentiero indicato da segni rossi. Superiamo alcune costruzioni, si ammirano le pareti del Monte Alto che si gettano nel fiume Vezza e a sinistra i profili dei pizzi dell'Argentiera, del Bottino e del monte Lieto. e successivamente troviamo due sentieri divisi da una costruzione, bisogna prendere quello che scende verso la sinistra.
Proseguendo arriviamo alle cave delle grotte Bianche, antiche cave di breccia, presente tavolo per pic-nic e piccola porta per calcetto, segno della frequentazione del posto.
Seguiamo il sentiero e superiamo una polla d'acqua che scaturisce dalla montagna, proseguiamo su un bel sentiero fiancheggiato da muretti a secco ancora in buono stato. Più avanti superiamo un canale dove subito dopo troviamo un tratto attrezzato con cavo.
Più avanti superiamo un ravaneto,  (zona Canale dell'Oreto), proseguiamo sino ad arrivare ad un piazzale di cava, cave di Mont'Alto, da dove partiva una lizza per trasportare i blocchi sino al Cardoso.
Da qui si può ammirare uno spettacolare panorama: la valle del Vezza, con il Paese delle Mulina sovrastato da Stazzema; con la sua Pieve sullo sfondo della foce di San Rocchino che si allunga a destra verso il Gabberi.
Dal piazzale lasciamo il sentiero e iniziamo a salire cercando di orientarsi, saliamo per
sfasciumi sulla sinistra tenendo a vista delle costruzioni in alto sopra un ravaneto, procedendo ogni tanto appaiono dei sbiaditi bolli rossi, e faticosamente raggiungiamo la Cava di Luchera dove ancora sono in piedi alcune costruzioni con i macchinari che venivano usati per l'estrazione del marmo, caratteristica la costruzione all'interno della cava in galleria.
Queste cave di proprietà Henraux  furono in attività dalla fine dell’Ottocento fino al primo dopoguerra quando furono abbandonate. Questo ambiente di cave, di gallerie e vie di lizza, tutte di grande interesse sono un esempio di archeologia estrattiva ed offre materia di confronto e riflessione sulle tecniche antiche e moderne di estrazione e lavorazione del marmo.
Ci portiamo verso sinistra camminando su tagli di cava e ci dirigiamo verso un'altra costruzione nasconda in parte tra alberi e arbusti, l'aggiriamo sulla destra e guardando bene si scorgono dei bolli rossi e poco più avanti sulla destra notiamo una corda fissa posta lì per poter affrontare la salita alla parete, in realtà serve di più per affrontare la discesa, sicuramente è per questo che è stata posizionata. iniziamo a salire aiutandoci, visto che c'è, anche  la corda. Ci troviamo tra grossi roccioni e e guglie sulla cresta sud est del monte la direzione ce la indicano ancora i bolli rossi, ci viene in mente: "ma questi segni li avranno messi per salire sino alla vetta?" ben presto capiamo che indicano la via per raggiungere varie chiodature per gli alpinisti che si cimentano sulla ripidissima parete est, dove vi sono tre belle vie attrezzate.
Si prosegue tra rocce e spaccature senza grosse difficoltà, dobbiamo solo stare attenti a non cadere in quanto le rocce umide sono  pericolosamente scivolose.
Giungiamo ad un primo risalto di una prima cima per noi dal nome sconosciuto, non riportato su nessuna carta da me consultata, per questo la chiamerò cima 1. Qui iniziano le prime difficoltà, dobbiamo risalire senza tracciato, cercandoci la via tra rocce e sfasciumi. Proseguiamo prendendo al centro per poi spostarci sulla sinistra e scavalcando una costola ci troviamo in un corto canalino dove alla sua sommità c'è una parete abbastanza verticale, ritengo che sia un passaggio di secondo, non moto impegnativo se non per la viscidità delle rocce bagnate e di qualche sasso che alla presa si rivelano non affidabili.
Superato questa parete in breve raggiungiamo la "cima 1" dopo esserci un pò districati tra rocce che a volte ci impediscono di seguire il filo di cresta. Ridiscendiamo la cima dalla parte opposta e ci troviamo su un'insellatura e davanti a noi un'altra cima che per lo stesso motivo della cima 1, questa sarà la 2!!
Adesso cercherò di essere il più preciso possibile; se non si conosce il posto potrebbe essere un pò problematico individuare la direzione da prendere, a prima vista sembrerebbe che la via migliore sarebbe quella di salire frontalmente ma poi ci si troverebbe davanti a dei tetti di non facile accessibilità. Noi seguiamo verso sinistra proseguendo su una specie di cengia che aggira la cima sino a che ad un certo punto obbligatoriamente non ci resta che salire su per un canalino, prendere l'ultimo canalino quello precedente è troppo disconnesso e rotto. Si sale abbastanza facilmente, al massimo2°, raggiungiamo anche questa cima e ridiscendiamo ancora verso nord con la vetta, questa volta, quella principiale davanti a noi, dobbiamo affrontare una breve cresta, aggirabile sulla destra. Arriviamo all'insellatura che divide le due cime e non ci resta che affrontare l'ultima facile salita, in breve giungiamo sulla vetta del Montalto 913mt.
Non abbiamo una bella vista perché le montagne vicine rimangano nascoste dalle nuvole ma proprio davanti a noi fanno bello sfoggio di se il Corchia e la Pania della Croce, alle spalle una bella fetta i litorale, lì sì baciato dal sole!
 Ci rifocilliamo un attimo e dopo qualche battuta scherzosa e qualche foto riprendiamo il cammino scendendo sempre verso nord ovest, dobbiamo fare ancora attenzione in quanto un sentiero vero e proprio non c'è, anzi, dobbiamo scendere tra rocce bagnatissime e sdrucciolevoli. Con molta cautela arriviamo ad un sentiero.....meglio definirla traccia e già sarebbe esagerato, su una roccia riusciamo a decifrare seppur molto sbiadita l'indicazione a destra per il Sullioni e a sinistra per Retignano, noi prendiamo per quest'ultimo.
Inizialmente la traccia si segue bene ma ben presto scompare, ci guardiamo attorno e notiamo dei segni azzurri fatti tanti tanti anni fà che non è che ci siano molto d'aiuto. Costeggiamo la parete del monte sino a trovare uno slargo e da qui ci spostiamo sulla sinistra percorrendo in linea più o meno dritta il crinale. Il cammino è reso ancora più difficoltoso dall'intrigo dei rami di pino che spesso sbarrano la via.
Con un pò di fortuna e con tanta bravura ( modestia) riusciamo a trovare il sentiero vero e proprio sulla nostra destra un po' più in basso, costeggiando il poggio del Castello, adesso camminiamo più spediti in quanto la traccia è più evidente e il terreno non è messo male a tratti troviamo anche delle scalinate che agevolano ancora di più il proseguire.
Tornante dopo tornante giungiamo ad uno slargo attrezzato con tavoli da picnic e una grande Croce è la vetta del monte Castello di circa 600 mt.
Dal basamento della croce, eretta negli anni settanta del secolo scorso, si può ammirare il paese sottostante e le altre frazioni di Ruosina e Iacco del comune di Stazzema.


Il Monte Castello si trova al centro della vallata versiliese, da cui è possibile ammirare gran parte delle frazioni dello stazzemese, le Alpi Apuane e la costa tirrenica. Per la sua posizione strategica nel corso dei secoli fu più volte sfruttato come rocca di avvistamento, tant'è vero che l'etimologia del suo nome potrebbe proprio derivare da alcune fortificazioni costruite lungo i suoi versanti. Fu inizialmente abitato dai Liguri Apuani e poi dai Romani, che vi fondarono il paese di Retignano nel 177 a.C. Nel corso del Cinquecento-Seicento, durante la dominazione dei Medici in Versilia, diversi "Casottini delle Guardie" furono costruiti a Retignano, presso questo monte, in modo che le guardie suonassero un corno in caso di avvistamento di flotte nemiche in avvicinamento dalla costa, cosicché le popolazioni della vallata potessero correre al riparo al più presto.  In occasione del venerdì Santo, ogni tre anni i paesani erigono quattordici croci sul Monte Castello, simbolo delle quattordici stazioni della Via Crucis, in occasione della processione luminaria di "Gesù Morto". ( Fonte wikipedia ).


Riprendiamo il cammino riprendendo il sentiero e ci dirigiamo al vicino agriturismo dove vi sono recinti con asini e cavalli......anche molte galline!
Costeggiamo dei capannoni e prendiamo un bel sentiero che prosegue tra coltivazioni e terrazzamenti sino ad arrivare sopra la bella chiesa di San Pietro
del VIII secolo: in origine aveva la facciata rivolta a valle, ma nel corso del Duecento fu ampliata e la facciata rivolta verso ponente. Nel XVI secolo l'edificio subì una profonda ristrutturazione nella parte posteriore: fu aggiunta l'abside circolare, arricchita da alcune monofore. Fra gli oggetti sacri di un certo valore presenti all'interno della chiesa spicca un'acquasantiera a calice, risalente al Cinquecento e attribuita alla scuola Stagio Stagi: vi era anche un piccolo dipinto raffigurante l'Annunciazione, assai venerato dai abitanti, ma, purtroppo, nel 2009 è stato rubato..
In pochi metri giungiamo sulla strada comunale asfaltata la percorriamo verso est e ben presto troviamole indicazioni per il SAV che sale sulla sinistra su ripida salita. Giungiamo ad una marginetta  e sul sentiero abbiamo le prime testimonianze dello sfruttamento di questi posti un tempo coltivati, si distinguano ancora i terrazzamenti e i muretti di contenimento che fiancheggiano il sentiero, si supera una piazzoletta attrezzata con tavoli e panche. Il sentiero prosegue tra sali scendi con alcuni tratti tra roccette e alcuni tratti attrezzati con corda, non che servano a molto ma aiutano in caso di rocce bagnate, come oggi!
Troviamo il primo ravaneto e poco dopo raggiungiamo le cave di Mont'Alto, Terrazza dell'Aiola. Chiudiamo il cerchio e per il ritorno adesso procediamo a ritroso quello fatto precedentemente.
Giungiamo ad rudere seguito da altri due gruppi di fabbricati in più buone condizioni (località Selvarella) e in breve alle prime case di Volegno.

E' stata una bellissima escursione, itinerario poco conosciuto, molto panoramico circondati da un paesaggio autunnale davvero fantastico! La salita è stata impegnativa il giusto e questo ci ha permesso di godere del paesaggio circostante. Una giornata spensierata passata in ottima compagnia!

Ciao, alla prossima!

Foto escursione