27/03/2022 Pennone di Pratazzolo e Zucco dell'Urlo

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“Le grandi montagne hanno il valore degli uomini che le salgono, altrimenti non sarebbero altro che un cumulo di sassi.”
Walter Bonatti

Attenzione!
La presente pagina non vuole in alcun modo essere una guida escursionistica o alpinistica, ma un semplice racconto di una giornata e la segnalazione di una bellezza naturale e culturale. Quindi, la presente pagina non sostituisce ma presuppone la consultazione delle guide e della cartografia in commercio. In alcun modo l'autore e il sito si assumono alcuna responsabilità di qualsiasi ordine giuridico e legale per eventuali danni o incidenti. L'uso delle informazioni della
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Ricorda inoltre che tutte le valutazioni circa le difficoltà delle escursioni, riportate sul sito, sono prettamente soggettive.

 
Percorso: 

 

Come Arrivare : Da Carrara si seguono le indicazioni per Gragnana e Torano fino al bivio che a sinistra porta a Torano ed al cimitero di Marcognano, si continua la strada per pochi minuti, si supera il cimitero che rimane a sinistra e si arriva al paese ben visibile dalla strada.
INDICAZIONI STRADALI
 

  
 Percorso di cresta senza sentieri, al ritorno sentiero 40 ( Torano Torre di Monzone )

        

Classificazione: EE  L'itinerario richiede terreno asciutto e piena visibilità. La difficoltà globale varia da EE ( senza le cime) fino a F+ ( percorso completo)  
Acqua: Niente lungo il percorso

Periodo consigliato:  
Tutto l'anno, purché ci sia terreno asciutto e piena visibilità
  Traccia Grafica -   
Traccia GPS ( di Fulvio Chelazzi)

La traccia GPS non è sempre attendibile potrebbe avere anche diversi metri di scarto, non fare affidamento solo su di questa

 
Punti sosta: Nessuno

 

Arriviamo nella piccola frazione di Torano situata a circa due chilometri dal capoluogo comunale, è circondata da boschi di castagni e dominata dall'ambiente devastato  delle cave, sulla via per la zona marmifera del canale di Lorano, di Ravaccione e del Battaglino.
Parcheggiamo nel piazzale della ex pesa dei marmi, il tempo di indossare gli zaini e partiamo per la nostra avventura. Prendiamo a sinistra, cartello indicatore per Pulcinacchia, la strada è asfaltata, abbastanza noiosa, la seguiamo per circa due km, poi, diventa sterrata e polverosa.
Troviamo una sbarra e la oltrepassiamo, davanti a noi l'acuminato Pennone di Pratazzolo, nostra prima meta. Presto la strada fa un'ampia curva verso destra, all'inizio della curva inizia la cresta, punto riconoscibile per blocchi di marmo a bordo strada e sulla destra piazzale di cava.
Iniziamo la salita arrampicandoci tra facili roccette ben ammanigliate ma anche abbastanza ripido. Proseguiamo ostacolati dalla fastidiosa vegetazione, a tratti è abbastanza infrascato. Cerchiamo il percorso più agevole e questo ci porta a proseguire sulla sinistra. Ci troviamo su un taglio di cava che ci obbliga a scendere a destra e tornare sulla marmifera, la discesa si effettua facilmente e in poco tempo. Percorriamo ancora la strada ma per pochi metri, appena passata un vecchio casottino, posto più in alto rispetto alla strada, troviamo una corda fissa e aiutandoci con essa iniziamo a risalire verso la cresta, superato il tratto con la corda seguiamo una traccia che ci fa riprendere il filo di cresta .
Più in alto ne troveremo un'altra di corde che sarà sempre utile per salire, questa seconda si fa anche a meno di usarla la si trova sulla destra dell'ultimo balzo per arrivare in cima al Pennone di Pratazzolo. La cresta è bella nel suo saliscendi, sempre attenzione a cosa si tiene come appiglio, i sassi sono spesso solo appoggiati al terreno.
Adesso abbiamo ben visibile davanti lo Zucco, si segue facilmente la cresta e poi si scende con attenzione alla sella sottostante per avviarsi alla salita dello Zucco, ci sono un paio di risalti che lo precedono ma prima si sale seguendo sulla destra il filo di cresta, e quando siamo sotto il primo risalto si conviene che da destra è più facile , si traversa un pezzetto su piccola cengia andando a cercare un canalino prima di un grande albero dall'inizio facile più impegnativo in uscita, a questo punto si prosegue verso il secondo risalto che anche questo lo saliamo da destra con attenzione, adesso fatto un pezzetto di cresta va sceso un piccolo balzo ma facile e poi ci si avvia all'ultima pettata che sembra innocua ma in realtà ha la sua pendenza ed è piena di fastidiosissimi  cespugli, comunque si arriva finalmente sulla vetta dello Zucco dell'Urlo (987 metri) dove si fa una bella pausa godendosi il panorama che spazia fino al mare. Si riparte andando verso sinistra dove c'è una bella cengia che ci porta facilmente alla sella sottostante che percorriamo perché dobbiamo fare l'ultimo sforzo e risalire il pendio puntando ad una ben visibile torretta della corrente in alto, l'ultima parte di salita è su lizza ma praticamente nascosta dell'erba. Una volta alla torretta si va a sinistra fino ad incontrare un bivio sul quale teniamo la sinistra fino ai ruderi di Colaretta e cominciamo a scendere, prima di arrivare ad un balzo si scende a sinistra alla cresta (larga dorsale) sottostante, ma prima se si guarda a destra in alto si vede il rifugio Carrara, costruzione bianca, se non si dovesse scendere penso che in 40 minuti ci si arriverebbe, ma proseguendo la discesa si scende un bel crinale erboso senza traccia fino a raggiungere delle costruzioni che si vedono in basso e qui si prende la strada sterrata che risale un pezzetto fino a portarci alla asfaltata per Campo Cecina quando siamo lì si trova sulla sinistra il sentiero 40 che prendiamo e facendo bene attenzione a non perdere i segni lo seguiamo tutto che con ampio giro prima all'aperto, da dove possiamo ammirare tutta la cresta fatta in salita e poi nel bosco ci riporta a Torano sulla strada asfaltata dove andando a sinistra in duecento metri risiamo alla macchina.
 Portarsi acqua perché non si trova, da fare se si ha esperienza di questi percorsi, va un po' cercata e a volte si rampica con esposizione.

 Ciao, alla prossima!

Foto escursione