16/10/2022 Cresta della Mandriola
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Attenzione, questo è un percorso alpinistico. Non adatto a chi pratica solo escursionismo semplice. Necessita di buona conoscenza della pratica d'alpinismo
  con  padronanza e conoscenza delle manovre di cordata e dei materiali e della progressione sull'esposto e terreno accidentato.
Attenzione!
La presente pagina non vuole in alcun modo essere una guida escursionistica o alpinistica, ma un semplice racconto di una giornata e la segnalazione di una bellezza naturale e culturale. Quindi, la presente pagina non sostituisce ma presuppone la consultazione delle guide e della cartografia in commercio. In alcun modo l'autore e il sito si assumono alcuna responsabilità di qualsiasi ordine giuridico e legale per eventuali danni o incidenti. L'uso delle informazioni della
presente pagina sarà sempre a proprio rischio e pericolo. A questo proposito, prima di effettuare le escursioni, si consiglia di chiedere sempre informazioni aggiornate, riguardanti lo stato dei sentieri che si intendono percorrere, alle Sezioni CAI che ne curano la manutenzione.
Ricorda inoltre che tutte le valutazioni circa le difficoltà delle escursioni, riportate sul sito, sono prettamente soggettive.

 
Percorso: Resceto, Foce della Vettolina, Cresta della Mandriola, Cava della Mandriola, sentiero per la Vettolina, Vettolina Resceto

 

Come Arrivare :  da Sud:
raggiungere il centro di Massa e proseguire in direzione Carrara. Prima di raggiungere il fiume Frigido, si troverà, a destra la deviazione per Forno e Resceto.
La strada costeggia la sinistra orografica del Frigido: non resta che seguire le indicazioni per Resceto, dove bisogna lasciare la vettura nella piazza in fondo al paese.

Da Ovest:
Seguire la via Aurelia in direzione Massa. Prima di raggiungerne il centro, appena oltrepassato il ponte sul fiume Frigido, deviare a sinistra seguendo le indicazioni per Forno e Resceto.
Raggiunta Resceto bisogna lasciare la vettura nella piazza in fondo al paese. (
www.escursioniapuane.com )

INDICAZIONI STRADALI
 

  

35 -  Resceto – (Via vandelli) – Casa del Fondo – Finestra Vandelli – Passo della Tambura – Arnetola.

170 -  Resceto – Vettolina – Carpano di Sopra.

Tempo di percorrenza:  4,45
Acqua: Resceto, fatene scorta perché poi non la si trova più!

Periodo consigliato:  Nel periodo Tardo primaverile e tarda estate, si sconsiglia calorosamente di non farlo  in inverno con ghiaccio e neve
  Traccia Google Earth -   Traccia GPS

 

 
Punti sosta:

Nessuno

 


La Mandriola è una cima apuana di poco oltre 1000 metri che si presenta come un ventaglio roccioso piuttosto repulsivo. La sua cresta è molto panoramica ma molto pericolosa da percorrere in quanto affilata e quasi interamente costituita da rocce malsicure e in bilico...anche quelle apparentemente più stabili. Occorre testare molto attentamente ogni singola roccia e verificare che non si sfogli.  ( da traccia gps Wikiloc Lorenzo Verdiani)

Sabato sera una telefonata del socio di montagna, testuale: " domani andiamo sulla cresta della Mandriola" con tono che non ammetteva esprimere almeno qualche dubbio, io non sò neanche di che si tratta, cerco qualche notizia, non ne trovo gran che, brutto segno significa che ci va proprio poca gente, in quello che trovo noto una frase i particolare, questa: " Questo itinerario non è consigliabile a nessuno, neppure agli esperti!. La cresta è inoltre molto difficilmente proteggibile in quanto le rocce non garantiscono affidabilità, non sono presenti alberi e nel tratto che va dalla Foce della Vettolina alla cima non sono presenti neppure spit. Ma che c'ha nel cervello, io non ci vado di sicuro e per di più vuole partire alle 6,30, no, non ci vado!
Ore 6,00 sono sotto casa che aspetto con lo zaino pronto, alle 6,15 arriva e subito partiamo per Resceto, Massa.

Alla nostra  nostra destinazione ci arriviamo in circa quaranta minuti e cerchiamo parcheggio nell'unica piazzetta, siamo fortunati troviamo un unico posto libero.
Bene! ci issiamo gli zaini sulle spalle e siamo pronti per partire.
Nella piazzetta, dove del resto termina la strada è meglio fare una buona scorta d'acqua perché non troveremo più per tutto il percorso. Imbocchiamo la via appena sopra la piazzetta, da prima asfaltata ma che diventa subito sterrata; da qui comincia la famosa Via Vandelli, ardita opera di ingegneria stradale nata per mettere in comunicazione Modena con Massa, valicando l'Appennino e le Apuane. La strada, iniziata nel 1738 e terminata nel 1751, prende il nome proprio dal suo progettista, l'ingegnere Domenico Vandelli. La percorriamo per pochi metri e poi prendiamo sulla sinistra il sentiero (segnavia 170) per il Passo della Vettolina e Case Carpano. All'inizio non è un gran che, procediamo infatti su una strada che conduceva ad una cava ormai abbandonata poi, terminata la strada inizia un sentiero, una vecchia mulattiera da molto tempo dimenticata che in alcuni tratti è solo una traccia. La difficoltà più grossa è dovuta comunque dalle numerose piante di ginestroni che con le loro spine  rendono la vita difficile; in molti tratti inoltre il sentiero è di difficile individuazione per via di una folta vegetazione di felci e erba alta; comunque con attenzione si distinguono bene i segni posti di recente.
Giungiamo in prossimità di un ravaneto, su una roccia è segnalata una fonte, la cerchiamo ma troviamo sepolta nella vegetazione solo una piccola cannella che butta fuori pochissime gocce d'acqua.
 Ora si entra in un boschetto mentre intravediamo il crinale segno che il tratto più ripido sta per finire. In breve giungiamo alla Foce della Vettolina (m.1.059) antico valico di pastori. Qui abbiamo una vista che da sola ci ripaga della fatica, lo sguardo si allunga dal golfo della Spezia a tutte le montagne delle Apuane settentrionali: il Sagro, il Grondilice, il Contrario e il Cavallo, sotto di noi la splendida valle degli Alberghi che sale dal paese di Forno.
Sulla nostra sinistra, però, ci appare l'esile cresta, un paginone grigio cupo, sembra una grande vela. La guardo e la riguardo, la voglia di arrampicarmi su quelle rocce è tanta ma c'è anche una bella dose di ansia, il socio mi dice: " che ti preoccupi basta fare le cose a modino", capito?
Ok ci mettiamo l'imbrago con tutta la ferraglia che pensiamo ci potrebbe servire, indossiamo il casco e prendiamo a salire lungo la cresta, meno male che il primo tratto non è molto difficoltoso e l'esposizione non è eccessiva, almeno abbiamo il tempo di abituarci all'idea.
Però dura poco, continuando l'esposizione aumenta, ma il terreno è ancora compatto, superiamo facilmente un placcone, anche se dobbiamo metterci davvero attenzione in quanto siamo nel vuoto.
Va beh, ormai siamo in ballo e balliamo, man mano che saliamo la cresta è sempre più stretta, le pareti sono sempre più verticali e l'esposizione è massima, mi si secca la bocca dalla tensione, davvero è proibito sbagliare.
Proseguiamo con molta prudenza tastando ogni singola roccia sia con le mani che con i piedi e di stabile qui non c'è proprio niente di niente! Anche se non si volesse guardare in basso qui è impossibile siamo praticamente in pochi cm di cresta, si prosegue camminando nel vuoto.
Mi consola un pò il fatto che si comincia a notare la cima della Mandriola, ma è magra consolazione perchè per arrivarci dobbiamo superare quello che secondo me è il tratto più pericoloso, un lungo tratto di cresta è franato, in una relazione si dice trenta metri, secondo me è qualcosa dipiù, ma forse è un impressione dovuta al desiderio di uscirne al più presto. siamo costretti ad andare avanti, indietro sarebbe da pazzi.
Ingoio quel poco di saliva che ho in bocca e seguo il socio, lo vedo iniziare il tratto franato che praticamente gli si sfalda sotto i piedi, numerosissimi sassi volano nella valle sottostante, lato Alberghi, per fortuna non in zona sentieri. Quando passo io mi accorgo ancora di più di quanto tutto è precario.
Mi arrampico sino alla parte più alta e si giunge sopra la frana, siamo ancora sull'esposto e molto accidentato ma in confronto alla frana qui si può certamente respirare.
Proseguiamo ancora su terreno accidentato e arriviamo finalmente alla cima della Mandriola, ora ci possiamo fermare un attimo e goderci un bellissimo panorama  sul Cavallo, sulla Tambura e sulla Cresta del Sella, oltre che sulla costa, naturalmente ne approfittiamo per reidratarci e mangiucchiare qualcosa.
Riprendiamo il cammino prendendo un'esile ed esposta cengia, troviamo qualche spit, crediamo che siano sati messi per creare una linea di sicurezza, a nostro avviso non ci sono serviti. Giungiamo al termine, davanti ad un pilastrino e notiamo davanti a noi una vecchissima corda che non ci metterei neanche a stendere i panni, per fortuna sulla sinistra c'è una maglia rapida dove possiamo allestire una corda doppia.
Meno male che c'è, è vero che la discesa è di pochi metri, 5-6, non di più, la si potrebbe anche disarampicare ma c'è sempre il discorso della precarietà delle rocce e se si scivola ci sarebbe un bel salto verticale, quindi buttiamo giù una corda e ci caliamo che è meglio!
La calata termina su una gengetta poco evidente, esposta, e inclinata, anche qui alcuni spit. aggiriamo il pilastrino e la cresta e siamo ad una selletta. Finalmente da qui si può tranquillamente respirare e rilasciare tutta l'adrenalina prodotta sino a qui, dobbiamo salire un leggero pendio erboso sino all'antecima ovest della Mandriola.
Adesso è proprio escursionismo facile, raggiungiamo la vicina cima della Croce e successivamente puntiamo ala sottostante cava della Mandriola. Una volta raggiuta imbocchiamo la lizza della cava stessa, lizza che in questo tratto è ben conservata. La percorriamo sino ad una deviazione sulla sinistra, deviazione segnalata solo con ometto che rimane più lato della lizza. Questo sentiero percorre in basso tutta la cresta della Mandriola, vi sono tratti attrezzati con cavo acciaio che però in prossimità di un canale una frana lo ha tranciato in più punti. Con saliscendi raggiungiamo di nuovo la foce della Vettolina, ripercorriamo il sentiero 170 sino ad innestarci sul 35, via Vandelli, sino a  tornare a Resceto
E' stata un'escursione bellissima ma d'alta tensione, mi sento di raccomandare di non avventurarsi su questo percorso se non più che sicuri di cosa ci si aspetta e di avere consapevolezza delle proprie capacità, si, concordo, con l'autore della relazione che avevo letto di non raccomandarla a nessuno

Ciao, alla prossima



Foto escursione