21/08/2022 Marmitte dei Giganti

 
jj Attenzione!
La presente pagina non vuole in alcun modo essere una guida escursionistica o alpinistica, ma un semplice racconto di una giornata e la segnalazione di una bellezza naturale e culturale. Quindi, la presente pagina non sostituisce ma presuppone la consultazione delle guide e della cartografia in commercio. In alcun modo l'autore e il sito si assumono alcuna responsabilità di qualsiasi ordine giuridico e legale per eventuali danni o incidenti. L'uso delle informazioni della
presente pagina sarà sempre a proprio rischio e pericolo. A questo proposito, prima di effettuare le escursioni, si consiglia di chiedere sempre informazioni aggiornate, riguardanti lo stato dei sentieri che si intendono percorrere, alle Sezioni CAI che ne curano la manutenzione.
Ricorda inoltre che tutte le valutazioni circa le difficoltà delle escursioni, riportate sul sito, sono prettamente soggettive.
 

Percorso:    Canale del Fato Nero - Canale dell'Anguillaja

Come Arrivare:  La strada che congiunge Castelnuovo Garfagnana con la Versilia, attraversa le Alpi apuane con la Galleria del Cipollaio, scendendo fino a Seravezza e a Forte dei Marmi. Dopo aver attraversato la Galleria del Cipollaio si giunge in località Tre Fiumi. Superato l'incrocio per Arni si supera un'altra galleria e in prossimità di uno slargo ( dalla parte opposta cabina Enel) si lascia l'auto
 
Sentieri:  N.N.

 


 

Classificazione: AEA solo per escursionisti esperti allenati (Alpinistico)

Dislivello :   500 mt.

Attrezzatura: Casco, imbrago, moschettoni, cordini, discensore, corda da 60, meglio, 70 mt., ne avevamo una anche da 30 mt che abbiamo utilizzato per le calate più corte. La quasi totalità delle soste sono nuove in acciaio inossidabile, tutte con due anelli per far passare la corda

 
Tempo di percorrenza:  9 ore

 

 
Acqua: Niente se non quella all'interno delle Marmitte
( non consigliabile il consumo)
 
Punti sosta: Nessuno
Copertura GSM: Nessuna

 

 
Traccia google heart
Traccia GPS Wikiloc

 

Periodo consigliato: Primavera estate, evitare assolutamente questo itinerario con previsioni meteorologiche incerte. I fossi sono quasi sempre asciutti, ma in caso di temporale possono caratterizzarsi da piene improvvise e violente che trascinano sassi creando seri pericoli.

 

Le marmitte dei Giganti sono cavità semisferiche levigate dalla lenta abrasione dei materiali detritici in corrispondenza di mulinelli d'acqua. Di varie dimensioni, anche molto grandi fino a 5-6 metri di diametro, si trovano all'interno di rocce calcaree, come lungo alcuni canali che scendono dal Monte Sumbra nella Turrite Secca, dal Monte Tambura e dal Monte Contrario presso la Valle degli Alberghi. In Lunigiana, lungo il torrente Mommio, sono presenti piccole marmitte.
Le più famose e spettacolari sono quelle dei fossi Fatonero e Anguillaja, quelle che noi, oggi andremo ad affrontare.

Chi volesse ripetere l'escursione tenga presente che questa non è una semplice escursione in montagna ma si tratta a tutti gli effetti di un itinerario Alpinistico
dal momento che si svolge in tipico ambiente apuano (roccia rotta e paleo) fuori da sentieri e itinerari battuti: è necessario pertanto avere una ottima confidenza con il terreno , buon senso dell'orientamento e soprattutto ottima padronanza della manovre di corda per le calate in doppia.
 

Questa escursione l'ho fatta 12 anni fà e abbiamo pensato che fosse giunta l'ora di cimentarci di nuovo in questa avventura e così facciamo.
Questa escursione ci porterà a contatto con uno degli ambienti più belli e caratteristici e per un certo verso "vero" delle Apuane.
Siamo in tre, il numero giusto,  percorriamo la strada Che dalla Versilia, attraverso, la galleria del Cipollaio conduce in Garfagnana; superiamo questa galleria e ci troviamo al bivio per Arni che tralasciamo, sulla destra la (chiusa) locanda della Romana, oltrepassiamo un'altra galleria dei Tre Fiumi e dopo poche decine di metri sulla destra vi è uno slargo, di fronte ad una una vecchia e abbandonata torretta ENEL sulla strada per Isola Santa (quota 691 mt). Qui lasciamo le auto.
Ecco partiamo armati di imbrago, corde cordini e moschettoni, tutti belli pimpanti alla scoperta di questo ambiente "magico".
Risaliamo  a piedi la strada in direzione Arni per circa 150 m fino a incontrare una vecchia strada marmifera che scende nel greto della Turrite Secca.
Lasciamo quello che era una strada e ci dirigiamo all'interno dell'alveo del torrente, asciutto, in direzione sud ovest (verso il mare) il cammino non è agevole tra massi che sembrano vivi, non ce n'è uno che stia fermo e inoltre la vegetazione ha invaso tutto, finalmente dopo circa una ventina di minuti, sulla nostra destra appare l'ingresso del Fosso del Fato Nero, sarebbe possibile e più agile seguire ancora la strada asfaltata e intercettare dei segni gialli sul guard rail e sottostante degli " omini" che indicano l'entrata del canale del Fato Nero.
È un torrente che nasce alle pendici del Fiocca ed attraversa il bosco omonimo. Forma un canale tra le pendici sud-est del monte Fiocca ed un contrafforte in direzione più marcatamente sud-est che scende dal Passo di Fiocca e divide la vallata del Fosso del Fatonero da quella del Fosso dell’Anguillara. Il fosso è tributario della Turrite Secca.
Inizia la risalita del primo canale,  segni gialli ci confermano la direzione. Troviamo le prime marmitte, un pò piccole e non così spettacolari come ci s aspetterebbe dai racconti e dalle foto sembrerebbe di trovare dei grandi buchi scavati nel marmo e invece delle piccole mezze vasche. Queste prime marmitte si superano facilmente, alcuni passaggi ci obbligano a superarle ora sul lato destro ora quello sinistro, per superare uno sbarramento sulla sinistra è stata posta una corda ormai molto malconcia ma comunque ci aiuta a risalire. Quando scrivo destra o sinistra parlo della nostra posizione rispetto al torrente e non a quella idrografica che sarebbe al contrario.
Ora dopo alcuni passaggi di secondo grado ci troviamo di fronte una bella parete liscia, non ci sarebbe possibilità di superarla o sarebbe molto difficile ma per fortuna anche qui è stata messa una corda. Ci troviamo in un canalino scivoloso per la terra bagnata, troviamo un altro  cordino per aiutarsi a salire, superato un grosso masso risiamo nel greto del Fosso. Camminiamo più speditamente e incontriamo ora delle marmitte più interessanti, ci accorgiamo che sono anche numerate progressivamente, giungiamo alla 7 allacciata alla 8 che formano due piccoli laghetti il fondo è piatto e verrebbe la voglia di fare un pik nic proprio lì; ma non è ancora giunta l'ora di riposarci e riprendiamo il cammino. Dopo aver superato altre marmitte, tenendoci sulla nostra destra giungiamo in una zona abbastanza ampia caratterizzata da grossi massi; dinnanzi a noi uno sbarramento. Ci viene fatto  istintivamente di dirigerci verso destra, su sfasciumi e ravaneto, cosa che ci viene confermata da " ometti" di pietra che indicano la direzione da prendere.
Iniziamo a salire seguendo gli "ometti" , usciamo dal bosco e ci troviamo su pendii di paleo,  poi procediamo verso destra  puntando  ad un'insellatura sul costone che separa i due fossi, molto evidente, riconoscibile da ampie placche di roccia che si rivelerà essere a quota 1027mt. Proseguiamo tra rocce e paleo con passo non sempre agevole, poi preso di mira la selletta tiriamo dritto e ci dirigiamo verso di essa . E' molto faticoso e fà molto caldo ma la raggiungiamo. Da questo punto si potrebbe scendere e arrivare al canale dell'Anguillaja accorciandone la discesa della metà. Noi naturalmente vogliamo fare il giro integrale
Continuiamo seguendo la cresta, fa assai caldo  e la fatica si comincia a sentire comunque siamo appagati dal magnifico panorama a 360° che ci si pone davanti. Su certe relazioni indicano di raggiungere il Passo del Contapecore a quota  1482 metri sul sentiero n° 144 ( Arni-Malpasso-passo Fiocca-capanna di Romecchio-passo Sella). Ma salire così tanto per poi dover ridiscendere ci sembra abbastanza inutile, quindi giunti ad uno sperone decidiamo di tagliare sulla destra, verso nord, prendendo come riferimento una selletta dalla parte opposta, forse avremo anche accorciato il percorso ma il tragitto è stato molto faticoso e impervio su quei prati con erba alta che non si vede neanche dove si mettono i piedi,  a questo punto la volta precedente il tutto si complicava con foltissime felci che impedivano di vedere dove si camminava, per fortuna questa volta erano tutte secche e quindi il passo più agevole.
Una volta giunti sulla selletta scendiamo per pochi metri sula destra per poi piegare a sinistra verso un boschetto, guardando in basso  notiamo l'inizio del Fosso dell'Anguillaja riconoscibile da ampie placche bianche e lisce .
Scendiamo nella direzione del fosso, all'inizio c'è una traccia di sentiero ma poi scompare all'improvviso e quindi bisogna procedere così a occhio sempre nell'ogni presente paleo.
Finalmente raggiungiamo l'attacco  approfittiamo per mangiare qualcosa e poi, finalmente siamo belli e pronti a partire.
iniziamo le prime tre  calate su lunghe placche dove usiamo corda da  70mt. ci sembra tutto facile e scontato, uno dopo l'altro scendiamo, Giungiamo dove si poteva scendere dalla prima sella che abbiamo salito, dove si sarebbe potuto dimezzare il percorso, segno a x giallo a indicare un incrocio a tre direzioni.
 Da qui iniziano tutta una serie di spettacolari marmitte consecutive che cadono una dentro l'altra, le pareti sono di un liscio impressionante. Molte di queste marmitte le abbiamo trovate asciutte ma alcune erano abbastanza piene d'acqua qualcuna l'abbiamo aggirata passando sopra ma due in particolare abbiamo abbastanza tribolato, comunque ce l'abbiamo fatta.
Giungiamo a quella che si rivelerà l'ultima calata, a mio parere la più spettacolare, si tratta di una discesa di ben quatto marmitte consecutive da affrontare tenendo sempre in tensione la corda, se non lo facessimo con la corda lenta al tentativo di calata la corda fà da molla e noi lasciamo i denti sulla parete. ma siamo bravi e nessuno si fà male.
Non vi sono più marmitte da calarsi,  la stanchezza è molta, la voglia di corda ce la siamo tolta, e ognuno che giunge alla fine non ha altro desiderio che raggiungere la macchina, togliersi gli scarponi e mettersi una maglietta asciutta.
Raggiungiamo un ultimo risalto che si scende con una scala metallica finendo in quel che resta di una vecchia cava, proseguiamo e si raggiungiamo il punto di partenza nel greto della Turrite Secca e per la strada sterrata che abbiamo percorso al mattino, sbuchiamo sulla strada.

Un'escursione unica, carica di adrenalina dove  abbiamo ancora una volta ulteriormente rafforzato la nostra amicizia.



 

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Foto escursione