17/06/2023 Sulla Pania dal Canale sud est via Mellucci Milanesi

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Il silenzio non si trova sulla cima delle montagne e il rumore non sta nei mercati delle città: ambedue sono nel cuore dell'uomo.
Lao Tse (VI sec a.C.)

 

 
Percorso: Colle a Iapoli, La Fania, sentiero 7A, sent 7, Foce di Valli, Canale Sud est della Pania, Vetta, Via Pisa, sentiero 126, Foce di Mosceta, Passo dell'Alpino, Colle a Iapoli

 

Come Arrivare : Dall' uscita autostradale Versilia (A12) tenere direzione prima per Forte dei Marmi, poi per Querceta. Qui, alla rotatoria prima del raccordo con la SS1 Aurelia, prendere a sinistra in direzione Ripa/Seravezza. Proseguire a destra al primo incrocio e passare il cavalcavia sull'Aurelia. Seguire le indicazioni per Seravezza, oltrepassarla e proseguire sulla solita strada SP9, finché, oltrepassata Ruosina, si prende la deviazione a destra (SP42) in direzione Stazzema. Arrivati a Ponte Stazzemese, si volta a sinistra seguendo le indicazioni per Cardoso e per Pruno.
INDICAZIONI STRADALI
 
 

Sentieri: 
122   Pruno – Le Caselle – Passo dell’Alpino.  
 
  7    Cardoso – Collemezzana – Foce di Valli – Passo degli Uomini della Neve – Foce del Puntone – Rifugio Enrico Rossi alla Pania – Piglionico

126 Foce di Mosceta – Gorfigliette – Colle della Pania – Foce del Puntone – Rifugio Rossi alla Pania)

                         


 

Tempo di percorrenza:  Tempo di percorrenza totale:  circa 7h
Classificazione: Escursionistica difficile - Il terreno è tipicamente apuano, richiede piede fermo e attenzione costante, sicuramente richiede ottimo allenamento.
Difficoltà tecnica: passaggi da 1 a 2° grado tratti esposti terreno molto smosso
Distanza 11,17 km Dislivello 1.347 m
 

Periodo consigliato:  Nel periodo tardo primaverile e in estate, in estate le temperature possono essere molto elevate vista anche l'esposizione a sud, sconsigliato in inverno con ghiaccio o neve e con  roccia bagnata.
 

Acqua: a Mosceta presso il rifugio del Freo, a pochi metri sul sentiero n° 128 vi è una fonte, segnalata, alla Fania presso il rifugio UOEI

Traccia gps           immagine traccia

 
Punti sosta: Rifugio del Freo CAI di Viareggio, il rifugio UOEI Pietrasanta non è sempre aperto non essendo gestito.

 

Dopo molti giorni con meteo instabile, oggi, sembra che sia una giornata senza rischio di pioggia. Decidiamo di andare alla scoperta del canale sud est della Pania della Croce dalla Via Melucci Milanesi.
Sulla guida CAI troviamo solo una breve e risicata citazione che riporta: "Versante Sud-sud-est: L’uniforme versante meridionale, di erbe e sfasciumi, percorse in basso diagonalmente dalle tracce di sentieri tra la Foce di Valli e il Passo degli Uomini della Neve, termina in alto con una breve fascia rocciosa triangolare orientata a SSE. Può avere interesse la salita invernale di un solco al suo centro (P. Melucci e G.Milanesi, il 30 Gennaio 1966).
Oltre a questo non sappiamo altro però a vista sembra che sia abbastanza accessibile, noi ci proviamo.
partiamo abbastanza presto per evitare il più possibile il sole battente, la maggior parte dell'escursione si svolgerà nel versante sud, sole battente assicurato.
Partiamo e ci portiamo sino al paese di Pruno nello Stazzemese.
Poco prima del paese si imbocca una ripida strada asfaltata a sinistra, successivamente diventa sterrata e in pessime condizioni, che conduce fino ad un piccolo spiazzo dov’è situato un serbatoio del servizio antincendio boschivo, siamo a Colle a Iapoli (820 m.). Qui si deve necessariamente lasciare l’auto e proseguire a piedi lungo l’unico tracciato presente, se non si vuol fare del "fuoristrada" è possibile proseguire per Pruno, parcheggiare nell’ampio parcheggio all’inizio dell’abitato, e proseguire a piedi imboccando il sentiero 122 che inizia proprio dalla piazza centrale del paesino.
Dopo poche decine di minuti di cammino, si incontra il bivio, segnalato, per il rifugio U.O.E.I. "Alla Fania"; noi proseguiamo prendendo il sentiero davnti a noi che procede in piano, tralasciamo quello a sinistra, il 122, che percorreremo al ritorno. In circa quaranta minuti su piacevole e fresco sentiero all'ombra di boschi di faggio arriviamo al rifugio UOEI la Fania. Facciamo una sosta dissetandoci alla bella fontana qui presente.
Passiamo dietro una casa a pochi metri dal rifugio e camminiamo su folta erba che nasconde la labile traccia, fino a qualche tempo fa qui pascolavano le pecore del mitico Pacifico ( Pacì) e i prati erano sempre belli rasi, adesso la vegetazione riprende il sopravvento. Comunque conoscendo la zona riusciamo a raccapezzarci, attraversiamo il prato verso est per poi girando verso destra, troviamo un avvallamento che dobbiamo scendere e poi risalire dalla parte opposta, fatto questo siamo su un sentiero abbastanza evidente con alcune tracce rosse, passiamo sotto quella che sembra una vecchia cava, oltrepassiamo un grosso rudere, una zona dove sulla sinistra c'è del carsismo e poi arriviamo al bivio con il sentiero 7A. Seguendo quest'ultimo ci immettiamo poco dopo sul n° 7  che da Cardoso porta sino al Piglionico in Garfagnana.
Seguiamo quest'ultimo sentiero, molto ripido, sino alla Foce di Valli che raggiungiamo in circa una quarantina di minuti da quando abbiamo imboccato il sentiero.
Ala foce abbiamo fatto una sosta per fare il punto e dissetarci, anche se il sole non è ancora alto comunque la temperatura inzia a frsi sentire e lo sforzo per arrivare si quassù ci fa sudare abbondantemente.
Diamo una vista verso l'alto e da qui la montagna sembra essere più bassa e schiacciata di quanto è in realtà, una cosa è sicura la salita è maledettamente ripida!
La Foce di Valli è una bellissima valle in questo periodo dipinta di un verde brillante, vi è un unico albero solitario che la caratterizza, qui arrivano vari sentieri: l'impegnativo sentiero 125 da Foce di Mosceta, il 110 dalla Foce di Petrosciana e il 130 da Fornovolasco sul quale si innesta il 131 dalla Casa del Monte.
Guardando in alto si notano vari ghiaioni, il nostro è il terzo partendo da sinistra, a nostra,  quello più centrale e anche il più grosso, sopra di esso inizia il nostro canale. E' un canale che probabilmente in tempi addietro veniva salito in invernale, altri tempi quando la neve era più abbondante. Si trova tra le creste est e sud della Pania, non ci risulta che sia una via conosciuta a molte persone.

Dai su facciamoci coraggio, partiamo. Iniziamo a salire seguendo il sentiero che qui è completamente nascosto dall'erba altissima, inoltre le piogge dei giorni scorsi lo hanno reso assai fangoso e scivoloso. ad una curva, più o meno dopo la terza palina proseguiamo verso l'alto per massima pendenza puntando decisamente verso il ghiaione di riferimento. camminiamo, forse è più corretto arranchiamo su terreno ripidissimo su folto paleo, ogni tanto almeno io mi devo fermare per riprendere fiato. Finalmente raggiungiamo il ghiaione e ci teniamo sulla parte sinistra perché ci sembra meno smosso, ma più o meno cambia poco, ghiaione che dal basso sembrava assai più corto e invece ce n'è ancora da salire. Finalmente arriviamo all'imbocco del canale.
Crediamo opportuno metterci il casco, niente di più facile di qualche scarica di sassi visto la natura molto smossa del canale stesso. Iniziamo a salire e subito ci accorgiamo che la nostra iniziale impressione che fosse roccia solida si rivela in realtà tutto marcio. Tastiamo bene tutte le rocce che troviamo e spesso rivelano la loro instabilità rimanendoci in mano. Inizialmente saliamo centralmente ma poi ci spostiamo verso sinistra puntando a due alberi su un pendio erboso molto verticale, il paleo aiuta. Successivamente ci spostiamo di nuovo a sinistra riprendendo delle roccette, ora siamo nella parte alta, la roccia non è affidabile anche se i passaggi sono facili, il paleo che in circostanze simili è una mano santa qui non è molto saldo.
Proseguiamo sempre sulla sinistra e poi prendiamo una breve cengetta erbosa. Successivamente entriamo in canalino sulla sinistra, dove troviamo un vecchio chiodo, probabilmente quando lo si risaliva in invernale. Arrampichiamo le ultime roccette sempre estremamente mobili e poi il canale si allarga e la punta della croce di vetta si inizia ad intravedere percorriamo gli ultimi passi su terreno tranquillo e in breve siamo in vetta.
Devo far notare una cosa purtroppo negativa di questa salita: purtroppo specialmente nella parte alta troviamo tantissimi cocci di vetro e resti di bottiglie rotte; a me è venuto spontaneo credere che tutti questi vetri siano piovuti dalla vetta. Se è così si conferma il detto che la mamma degli imbecilli è sempre in cinta! Oltre che a essere pericoloso e magari mentre qualcuno tipo noi sale si vede arrivare una bottiglia sulla testa, e visto che saliamo tenendoci con le mani il rischio di afferrare uno di questi cocci e tagliarsi non è affatto una cosa remota.

Giungiamo in vetta sotto lo sguardo curioso e stupito di molti escursionisti che sono saliti dalla normale, spieghiamo e vediamo lo stupore di molti che neanche pensavano si potesse salire da questa parte. Facciamo un sosta, meritata, ma presto ripartiamo, con mio disappunto. Prendiamo il sentiero 126 per Mosceta, lo percorriamo sino all'antecima della Pania ma poi decidiamo di scendere più direttamente dalla via Pisa, una ripidissima via ambita in inverno dove sono presenti pendenze sino a 40-45°. Costeggiamo il versante ovest con molti canali e pinnacoli. Scendiamo abbastanza facilmente ma dobbiamo fare comunque attenzione in quanto l'inciampo è sempre pronto, ruzzolare significa arrivare subito al sentiero che dobbiamo raggiungere, in quali condizioni non si sà!
Raggiungiamo il sentiero 126 senza incidenti poco sopra la località i Tavolini, e da qui ben presto alle Gorfigliette dove è presente la piazzola dell'elicottero.
Da quest'ultima proseguiamo per la ormai vicina Foce di Mosceta, successivamente passiamo dal Passo dell'Alpino e imbocchiamo il 122 e in circa quaranta minuti ci riportiamo a Colle a paoli dove abbiamo lasciato l'auto.
E' stata una bellissima escursione da veri amanti delle Apuane poco conosciute, faticosa sia per dislivello che per lunghezza, inoltre la consiglio solo se si è esperti di progressione fuori sentiero con terreno classico  smosso apuano. La salita invernale visto come sta andando il clima non credo che si possa ripetere a breve, ormai nevica più raramente e quando lo fa' su questo versante rimane per pochissimo tempo. In estate è bene portarsi abbondante acqua, io ne ho usati due litri con relativi sali minerali, averne avuta ancora non sarebbe stato male.
Alla prossima! 

Foto escursione