23/07/2023 Zucchi di Renara

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      Più in alto l'azzurro profondo del cielo non mi dice la gioia. 
Vorrei somigliarvi superbe montagne che amo. 
Vorrei come voi alzare i miei fianchi poderosi al cielo, stendere sopra le valli eterni ghiacciai immobili. 
Vorrei come voi rimanere, imitando l'eterno. 
Ma il mio destino è lo stelo di un fiore e una foglia d'autunno nell'aria che vibra.
( tratto da montagna vissuta a cura di Achille Quarello)

 

Attenzione!
La presente pagina non vuole in alcun modo essere una guida escursionistica o alpinistica, ma un semplice racconto di una giornata e la segnalazione di una bellezza naturale e culturale.
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Ricorda inoltre che tutte le valutazioni circa le difficoltà delle escursioni, riportate sul sito, sono prettamente soggettive.

 
Percorso: Renara, Zucchi di Renara, Sentiero dei Paloni, Foce dei Paloni, Focetta del Diavolo, Macchinari della Chiesa del Diavolo, Lizza della Chiesa del Diavolo, Renara

 

Come Arrivare : Da Massa si segue via Bassa Tambura in direzione Forno, a 4 Km si incontra Canevara a 6,5 Km a sinistra la strada si dirige a Forno, si continua invece per il ramo di destra, si superano le Guadine, si lascia a sinistra la deviazione per Casania e subito dopo si trova la deviazione a destra per Renara, prima di arrivare all’abitato di Gronda.
INDICAZIONI STRADALI
 
 

Sentieri: 
42  - Soprattutto fuori sentiero,  sentiero dei Paloni è una traccia non sempre evidente molto ripido e franoso
                         


 

Tempo di percorrenza:  Tempo di percorrenza totale:  circa 5h
Classificazione: EE

Periodo consigliato:  Per l'escursione è indispensabile la totale mancanza di vertigini ed avere una certa conoscenza del terreno delle Apuane, sicuramente da non effettuarsi con terreno bagnato o umido ma con previsioni meteo di assoluto bel tempo.
Attenzione, tratti esposti e fuori sentiero, evitare se non si conosce la zona, necessita di buon senso di orientamento.
Questo è un itinerario impegnativo, per escursionisti dal piede sicuro e che non temono il vuoto; da evitare con terreno bagnato. L'escursione, seppur breve, è faticosa e presenta molti tratti ripidi e/o esposti da fare con attenzione quindi adatta a escursionisti abituati a questo tipo di terreno.
 

Acqua: Nessuno
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Traccia gps             immagine traccia

 
Punti sosta: Nessuno

 

Per questa domenica abbiamo deciso di andare a conoscere una zona per noi assai conosciuto ma natualmente non possiamo conoscere proprio tutto e questo settore non ci siamo mai stati.
La nostra meta sono gli Zucchi di Renara.
Ci portiamo quindi nella località Renara, forse la più selvaggia e aspra delle Apuane. Giunti parcheggiamo comodamente su un ampio slargo, più in alto non è possibile salire, qui è rimasto come custode solo il pastore Rolando.

Come detto partiamo dal piazzale di Renara e ci dirigiamo all'imbocco della lizza della Piastreta più nota come della monorotaia.
Attraversiamo il canale detritico e ci portiamo sulla ancora ben conservata cementata, che risulta essere il sentiero 42, che portava appunto alla Monorotaia, la lizza proseguirebbe sulla sinistra noi dobbiamo salire alla cresta sovrastante sulla nostra destra o se si vuole sulla sinistra idrografica del Fosso del Chiasso.
La  cresta parte da una cavetta abbandonata, proprio sopra l'ovile e si allunga verso est.
Percorriamo per un breve tratto la cementata, superiamo un ravaneto e infine lasciamo la lizza e ci inoltriamo a destra su paleo e alberelli. Ci teniamo il più possibile verso la parete della cresta ma poi ci troviamo davanti ad una parete ripidissima e liscia, quindi ci abbassiamo un pò sino a trovare una vecchia via abbastanza larga che portava ad una cava, anche questa abbandonata, questa strada ci pare logico che salga dalla cementata della lizza della monorotaia, averlo saputo si poteva fare i funamboli sul ripido paleo.
Dalla cava ci teniamo sulla nostra destra del taglio di cava ma forse troppo a destra e ci troviamo su un lungo placcone liscio, non ci sembra il caso di arrischiarci qui e torniamo sui nostri passi e ci teniamo sempre il filo di cava a destra ma noi prendiamo a salire portandoci un pò più a sinistra su ripido pendio con paleo e d alberelli che aiutano la salita.
La ripida continua ad essere molto ripida e tra l'altro fa un caldo bestiale, non si muove foglia, per giunta ora usciamo dall'ombra che ci regalavano gli alberi. Siamo all'aperto su placconi ripidi ma con roccia buona con buoni appigli, però a tratti si alterna a zone più smosse con sfasciumi e altri tratti presentano esposizione tutto questo ci fà progredire con prudenza. Successivamente arriviamo ad una selletta sulla cresta.
Proseguiamo verso est sempre su cresta, superiamo una risalita e facendo un po' di saliscendi tra rocce e poi affrontiamo un tratto su cresta assai esposto e quindi arriviamo sulla vetta del primo Zucco.

Non è possibile scendere dallo Zucco proseguendo in quanto vi è un salto notevole, quindi ritorniamo sui nostri passi scendendo facendo molta attenzione, costeggiamo lo Zucco e arriviamo ad una sella che divide il primo dal secondo. Lo saliamo subito su buona roccia, lo Zucco termina a destra su una placca inclinata e a sinistra vi sono due massi con nel mezzo ad essi un cipresso fenicio;
ci portiamo alla pianta e preferiamo scendere facendo una calata in doppia, noi abbiamo usato una corda da trenta mt.
Una volta ridiscesi alla sella proseguiamo su pendio erboso sino ad un'altra selletta che divide il secondo dal terzo, è leggermente sopra di noi non la raggiungiamo, proseguiamo piuttosto ancora su pendio brevemente, poi iniziamo a salire per rocce che inizialmente sono ben salde ma poco sopra un vero sfasciume, qualsiasi cosa si tocchi rimane in mano, questa salita risulta essere a più complicata. Giungiamo infine sulla vetta dove per fortuna siamo solo in due, in tre non ci saremo stati; da quì la vista è davvero eccezionale. Riscendiamo e ancora preferiamo scendere in doppia, uniamo due corde da trenta mt. e iniziamo a calarci, le mote rocce e sassi che si staccano ci confermano la bontà della decisione di scendere con questo sistema.
Ci riportiamo sotto la focetta tra i due zucchi e scendiamo nel pendio erboso che dalla sella scende verso Renara, noi a  occhio e croce abbiamo calcolato di essere grosso modo sopra casa Bonotti, chi sa!
Scendiamo a dritto sinché non arriviamo ad una traccia che non sappiamo ne da dove venga o dove vada, forse proprio a casa Bonotti? Comunque orientandoci proseguiamo verso est e la traccia è ben evidente, in breve giungiamo ad un bivio, la traccia prosegue a destra, noi andiamo verso sinistra (la nostra). Ora siamo su quello che è conosciuto come sentiero dei Paloni, siamo subito su terreno ripidissimo e franoso, a tratti la traccia non si vede più ricoperta dal folto paleo, per fortuna ogni tanto ci possiamo affacciare e vedere un bellissimo panorama, inoltre vediamo anche gli zucchi appena percorsi.
Torniamo infine sulla cresta, in corrispondenza di un traliccio, dove la traccia scavalla e traversa sul Canale dell'Usciolo, in leggera esposizione. Superiamo un'altra focetta ed un'altra ancora, la foce del Diavolo dove c'è un altro traliccio, da qui iniziamo a scendere sino ad una vecchia cabina elettrica che serviva per la cava della Chiesa del Diavolo e i vicini vecchi macchinari; sopra di noi la caratteristica formazione del Tridente tre ardite guglie rocciose.
facciamo sosta all'ombra di un grosso macigno, la salita sin qui è stata veramente estenuante, sempre ripida e su terreno infido.
Rifocillati e reidratati abbiamo preso la via della lizza della Chiesa del Diavolo seguendo segni rossi, inizialmente è su ex sentiero di servizio dove dopo poco troviamo un cavetto d'acciaio che aiuta a risalire una breve parete abbastanza esposta ma subito riprende il sentiero per poi inserirsi in quella che fu la lizza, che risulta molto detritica e ci obbliga a fare attenzione a non scivolare. Giungiamo al punto più critico della lizza, in questo punto è franata e sprofonda in un canale, ma provvidenzialmente è stata messa in sicurezza  con cavi sia per scendere ne canale sia per risalirlo, per risalire sono state messe anche delle staffe metalliche a mo di scalino.
Proseguiamo sulla lizza tra sfasciumi ma comunque senza problemi sino ad incrociare il sentiero 42 in prossimità di casa Bonotti; a sinistra conduce al Passo del Vestito e a destra verso la nostra meta: Renara.
L'ultimo tratto è nel canale con grossi massi ma ormai siamo vicinissimi al parcheggio di Renara, che raggiungiamo facilmente.

Alla prossima! 

Foto escursione