28/03/2023 Lizza delle Voltoline, conosciuta anche come lizza del Serpente

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Attenzione!
La presente pagina non vuole in alcun modo essere una guida escursionistica o alpinistica, ma un semplice racconto di una giornata e la segnalazione di una bellezza naturale e culturale. Quindi, la presente pagina non sostituisce ma presuppone la consultazione delle guide e della cartografia in commercio. In alcun modo l'autore e il sito si assumono alcuna responsabilità di qualsiasi ordine giuridico e legale per eventuali danni o incidenti. L'uso delle informazioni della
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Ricorda inoltre che tutte le valutazioni circa le difficoltà delle escursioni, riportate sul sito, sono prettamente soggettive.

 
Percorso: Levigliani, marmifera, Antro del Corchia, Voltoline, Lizza delle Voltoline, Cava Catino Basso, Passo dell'Alpino, Foce di Borra Larga, sentiero ex 123, Passo delle Scalette, sentiero SAV T6, Levigliani

 





INDICAZIONI STRADALI Il paese di Levigliani si trova ai limiti del Parco Regionale delle Alpi Apuane, nell'entroterra della Versilia, a 600 m s.l.m.
È raggiungibile attraverso la Strada provinciale d'Arni, passando da Seravezza, Ruosina e Retignano, oppure provenendo da Castelnuovo Garfagnana.
Levigliani dista 24 km da Massa, 29 da Viareggio, 32 da Castelnuovo Garfagnana, 48 da Lucca, 57 da Pisa.
Casello Versilia A12 (E80) Genova-Rosignano,
a 20 km di distanza.
 

   Sentieri percorsi

9   Levignani – Le Voltoline – Passo dell’Alpino – Foce di Mosceta – Col di Favilla – Isola Santa.
  122    Pruno – Le Caselle – Passo dell’Alpino.
123   Retignano-Le Scalette- Foce di Borra Larga  ufficialmente non percorribile
SAV T6 Retignano - Levigliani

               

Tempo di percorrenza: 5,30h
Acqua: Non nel percorso ma fontana al rifugio Del Freo a Mosceta
Periodo consigliato:  Può essere percorso tutto l'anno, sconsigliato con neve e ghiaccio

Traccia  -   Traccia GPS

 
Punti sosta:

Fuori da questo percorso ma possibile raggiungere il Rifugio del Freo a Mosceta

 

Partiamo alla volta del paese di Levigliani per affrontare una via di lizza molte volte notata da lontano ma mai affrontata, studiandola ci faceva impressione l'impossibile inclinazione che si nota.
Da Levigliani prendiamo la strada per l'antro del Corchia, lunga, tortuosa e assai monotona via asfaltata, sino all'antro, che collega le cave del Corchia.
Giunti all'ingresso della Grotta, visitabile ma in questo periodo chiuso, proseguiamo per pochissimi metri da dove parte il il sentiero delle Voltoline, n° 9, il toponimo fa immaginare l'andamento tortuoso, sentiero che sale al Passo dell'Alpino, ricongiungendosi con il sentiero che da Cardoso giunge alla Foce di Mosceta tra il Corchia e la Pania della Croce.
IQuesto tratto è la parte più scoscesa rimasta di una antica strada medievale che attraversava la catena delle Alpi Apuane, collegando direttamente la Versilia costiera con la valle della Garfagnana, passando per i borghi di Isola Santa e Careggine. Questa strada è rimasta in uso fino ai tempi recenti, quando è stata aperta la galleria del Cipollaio.

Superiamo due curve di questo sentiero e sulla sinistra notiamo una massicciata, quello che ne rimane, non ci sono indicazioni, noi abbiamo fatto un " omino". Questo primo tratto non è evidente e dobbiamo vedere di orientarci cercando di scorgere da dove poteva passare, alcuni fori di piro ci aiutano, lungo il percorso alcuni ometti già esistenti e qualcuno lo abbiamo fatto anche noi o rafforzati. Proseguendo la lizza diventa più leggibile la pendenza aumenta man mano che si sale, comunque è abbastanza facile il proseguire.
Per essere la fine di Marzo fa' molto freddo la giornata è bellissima ma freddissima e lo testimoniano i lunghi candelotti di ghiaccio attaccati alle pareti; però la vista è bellissima, guardando verso il mare si scorgono nitidamente Gorgana, Capraia e Corsica.
Troviamo ancora un tratto dove ormai la lizza non esiste più e dobbiamo studiare un attimo ciò che ci troviamo davanti e a nche di lato, infatti notiamo sulla nostra destra una rampa molto ripida ma invitante e sicuramente, anche se ricoperta di paleo è opera dell'uomo, ci dirigiamo verso questa, abbiamo fatto omino anche qui. Giunti al culmine della rampa la lizza aumenta ancora di più la pendenza e gira leggermente verso sinistra. Proseguiamo su divertenti e a volte infide placche che umide o con velo di ghiaccio ci fanno scivolare, ma nessun problema in breve, risalendo l'invaso,  siamo sul crinale sud est del Corchia. Siamo nelle vicinanze della teleferica di servizio del rifugio del Freo a Mosceta. Decidiamo, ormai, di percorrere tutta la lizza sino alla cava che serviva, la cava Catino Basso. Iniziamo a salire sulla lizza che qui non presenta eccessiva pendenza, per un tratto abbastanza lungo proseguiamo così sino a trovare un ultimo strappo che una volta superato ci porta dentro la cava stessa.
Questa cava come quella più in alto sono ormai dismesse da moltissimo tempo e non hanno un impatto ambientale così negativo come le cave ancora in essere, infatti qui lo sfruttamento è stato limitato nel tempo. Da quello che si può verde da ciò che resta dovrebbe essere stata cavata la Breccia Medicea.

( Dal sito  https://www.dedalostone.com/it/materiali/marmo-breccia-medicea-viola-di-seravezza/) La breccia Medicea, conosciuta anche con il nome di breccia di Seravezza, è un prestigioso marmo ornamentale estratto nel cuore della Versilia storica e in particolare nei comuni di Seravezza (da cui appunto prende il nome) e Stazzema. Questa pietra storica di origini apuane è stata largamente impiegata soprattutto a partire dall’epoca rinascimentale in Toscana per la realizzazione di colonne, lastre parietali e pavimentali nonché elementi ornamentali. Il nome breccia Medicea, infatti, le è stato attribuito per via dell’ampio utilizzo che ne è stato fatto dalla famiglia de’ Medici e in particolar modo da Cosimo I de’ Medici, il quale possedeva il diritto d’uso esclusivo sulle cave di Seravezza: alcuni importanti esempi di applicazione della breccia Medicea all’interno delle opere architettoniche fiorentine sono il coro nel Duomo di Firenze, gli obelischi di Piazza Santa Maria Novella oppure la fontana di Nettuno in Piazza della Signoria.
La breccia Medicea viene estratta in pochissime cave situate sul Monte Altissimo e sul Monte Corchia. Per questo motivo, la produzione della breccia Medicea è molto limitata e i suoi blocchi hanno piccole o medie dimensioni. Una particolarità della breccia Medicea è che i blocchi presentano delle caratteristiche anche molto differenti tra loro in base alla cava di estrazione.

Comunque qui ormai non c'è più niente da cavare e l'unica cosa che oggi si mette in bella mostra è la Pania della Croce e il Pizzo delle Saette che sono proprio davanti a noi.      
Riprendiamo il cammino e inizialmente non abbiamo ben chiaro dove andare, c'è chi vorrebbe andare sulla vetta del Corchia chi invece vorrebbe compiere un giro ad anello andando verso il Passo delle Scalette. Andiamo per quest'ultima destinazione.
Quindi percorriamo a ritroso il cammino già fatto e ci portiamo alla teleferica, qui si potrebbe prendere a sinistra per il rifugio Forte dei Marmi ma noi invece prendiamo un sentiero non segnato che si dirige verso il passo dell'Alpino, qui troviamo una trincea della Linea Gotica restaurata, indicazione. Sbuchiamo ben presto proprio dietro la cappellina al Passo dell'Alpino e da qui entriamo nel sentiero 122 che percorriamo brevemente, superiamo il bivio per le Voltoline e scendiamo ancora per pochi minuti, dove il sentiero svolta decisamente a sinistra lo lasciamo e proseguiamo dritti su roccette prendendo il non evidente l'ex 123, ( a circa 1000 mt.) presso la Foce di Borra Larga, se si guarda bene sulle rocce c'è un vecchio segno rosso.
Questo sentiero purtroppo è stato dismesso e ormai poco frequentato ma comunque, anche se non sempre, è abbastanza visibile.
Inizialmente proseguiamo su prati di paleo e cespugli di erica, guardando bene si nota che qui un tempo erano campi coltivati, più recentemente c'era un pastore che ci portava il suo gregge a pascolare. Davanti a noi c'è uno spettacolare panorama che dal Forato prosegue per la Costa Pulita, Foce di Valli e la Pania.
Giungiamo al Passo delle Scalette, sulla destra un ripido canalino scende nel bosco. Visto che dove ci troviamo siamo esposti al sole e la vista pare essere una delle migliori per poter fare una sosta per mangiare qualcosa e riposarci per rifocillarci un pò.
La sosta è breve e prendiamo per il canalino che si rivela subito assai scivoloso ed esposto, ci aiutiamo con gli alberi, nella parte alta ci sono due spit, probabilmente sono stati messi per qualche gita  organizzata per mette in sicurezza il proseguire. Continuiamo a scendere e percorriamo tratti assai dirupati ed esposti su canaloni, è proprio vero questo sentiero non è per tutti.
Continuiamo a scendere non sempre agevolmente, anzi! Comunque almeno i segni non mancano, per ora! Numerosi sono anche gli ometti. Scendendo sempre più il sentiero diventa meno ripido e giungiamo ad un bivio  con un bel sentiero, largo e ben tenuto, è il SAV T6 Retignano - Levigliani. Andiamo verso destra, verso il Pianello. ora è proprio una bella passeggiata nel bosco, lungo il percorso sono stati effettuati lavori un pò discutibili per l'impatto ambientali, per facilitare il transito sono state installate passerelle metalliche con passamano e scalini sempre in metallo, non belle da vedere ma funzionali per rendere la passeggiata fruibile a più persone possibili.
Giungiamo a Levigliani in prossimità dell'area pic nic in località Pianello, attraversiamo il Fosso di Levigliani e raggiungiamo la strada marmifera che percorriamo, questa volta in discesa sino all'abitato di Levigliani dove recuperiamo l'auto.
Come sempre una bellissima escursione in ambienti non noti all'escursionista medio ma che vale la pena ricercare almeno sinché sarà possibile, ormai di queste ardite vie per il trasporto dei marmi non ne rimane più gran che ed è un vero peccato perché perdiamo una parte della nostra cultura.

Ciao, alla prossima

Foto escursione