La Groppa del Muflone non è un "monte", ma una cresta rocciosa e una
zona delle Alpi Apuane, in particolare nel territorio di Fornovolasco,
che si inserisce nella dorsale che sale al Passo degli Uomini della
Neve. La cresta è divisa in una parte bassa, una centrale boscosa e
prativa, e una parte alta più rocciosa, che culmina alla Sella del
Muflone e prosegue verso il Passo degli Uomini della Neve.
Ecco i punti chiave:
Cos'è: Una cresta rocciosa e una denominazione geografica della zona,
non un monte.
Dove si trova: Nelle Alpi Apuane, nel territorio di Fornovolasco, in
Toscana.
Caratteristiche: Fa parte di una dorsale che divide diversi bacini
idrografici e presenta una successione di balze rocciose, tratti
boscosi, prativi e rocciosi.
Struttura: La cresta è composta da una parte bassa, una centrale e
una alta, terminando alla Sella del Muflone.
Un viaggio tra leggende, boschi
e panorami infiniti:
Oggi andiamo in esplorazione di una
località mai sentita, La Groppa del Muflone, il toponimo ci incuriosisce e
decidiamo di andare a vedere di cosa si tratta.
La logica ci avrebbe consigliato di partire da Fornovolasco, essendo la località
in quel versante, ma noi per evitarci un paio d'ore di auto preferiamo
partire da Stazzema, dalla località le Scalette. Lasciamo l'auto alla fine della
strada sterrata, Sbarra, che porta a Casa Giorgini (B&B).
Il sentiero è numerato 116 ex 6, al primo tornante prendiamo sulla sinistra una
traccia ben tenuta che passa da vecchie cave di ardesia ormai abbandonate
Questa deviazione ci permettere di accorciare il percorso. Questo sentiero in
breve ci porta al sentiero n°118 ex 8. Dopo circa quindici minuti raggiungiamo
la fresca fonte del Moscoso a una quota di 800 mt.
Dopo una bella bevuta riprendiamo il cammino su bella mulattiera. I sentieri che
collegano la Versilia e la Garfagnana non sono solo percorsi escursionistici, ma
rappresentano vie storiche che per secoli hanno rivestito un ruolo fondamentale
per le comunità locali. I loro utilizzi antichi erano molteplici e strettamente
legati alla sopravvivenza, al commercio e alla vita spirituale; chi sa quante ne
hanno viste queste pietre, in passato queste erano le autostrade dei nostri
giorni, pellegrini verso Roma, commercianti, pastori in transumanza, Carbonai,
soldati, briganti e......Frati Cannibali.
Su percorso tranquillo raggiungiamo la Foce di Petrosciana, ampia
sella della Foce, tra
Monte Croce e Monte Forato.
Da qui si può andando verso nord su sentiero 110 per il monte Forato e Foce di
Valli. oppure prendendo il sentiero di sinistra il 131 con innesto su ex 12
ora 120. Noi continuiamo ancora sul sentiero n°116 che scende rapidamente e
ripidamente verso Fornovolasco, la traccia entra subito nel bosco (faggi
e castagni) e perde quota con alcuni tratti ripidi e sassosi. Intanto inizia a
piovere, una pioggerelle che per adesso non ci impensierisce più di
tanto. mettiamo 'antipioggia e continuiamo a scendere; raggiungiamo
il torrente Caraglione che costeggiamo. Ad un certo punto lasciamo
il sentiero e attraversiamo il canale, dall'altra sponda una
sterrata con la presenza di una segheria mobile e chi sa se poi
ripassandoci si possa ritrovare sempre nello stesso posto. Però
prima di prendere questa via decidiamo di scendere ancora un pò e
andare a visitare la " Chiesaccia " , antico ospitale medievale,
l'hospitale de Volaschio dipendente dalla Pieve di S. Felicita di
Valdicastello, struttura, consacrata a S. Maria Maddalena.
Questo monastero era gestito dagli agostiniani tra
l’VIII e il X secolo circa
oggi ridotta a ruderi sopra il paese, lungo la mulattiera che sale verso Petrosciana non era una semplice cappella, ma un
ospitale medievale.
Su questa chiesetta, ormai quasi tutta sommersa da ghiaia, vi è una
lugubre leggenda, la leggenda dei
“frati cannibali di
Fornovolasco” non racconta di un eroe o di un singolo protagonista,
bensì descrive un gruppo: sono
i frati
agostiniani che
custodivano l’antico monastero, si narra che durante la notte questi
frati anziché mostrare pietà avrebbero assassinato e mangiato vivi i
viandanti che si fermavano per rifocillarsi; durante questi banchetti notturni, si dice
che suonassero le campane della
" Chiesaccia " affinché l’eco del loro rintocco
avvertisse la valle a segnare l’inizio della loro spaventosa attività. Un’altra versione della tradizione
popolare afferma che, se non uccidevano, i frati seminavano paura e
depredavano i pellegrini durante le ore notturne.
La
distruzione del complesso risale al 1575, ma il modo e le cause
rimangono ancora sconosciute.
Dopo la visita torniamo per un pò indietro sino a trovare di
nuovo il canale e la segheria e proseguiamo per sterrata sino a
trovare sulla sinistra un bivio che sale alla località le Casette,
prendiamo ancora a sinistra e saliamo alla località “Casa
Pitoncino”.
Arrivati alla
località lasciamo il sentiero e seguiamo una labile traccia
non proprio intuitiva alla volta della Groppa del Muflone. Lungo il
percorso troviamo una grotta, qualche omino di pietra, ma
soprattutto tanto paleo insidioso.
Nan mano che
si sale e siamo in vista della cresta sommitale il terreno diventa
più detritico e instabile e dobbiamo avanzare con cautela per non
far cadere sassi su chi è sotto.
Una volta in
alto camminiamo su ampia cresta sino alla Groppa del Muflone da dove
si ha una vista superba, specialmente sul gruppo Pania, Omo Morto,
Pania Secca, più a sinistra dalla Foce di Valli alla Costa Pulita
che percorreremo dopo.
Riprendiamo il
cammino, dopo una breve, brevissima sosta per idratarci e mangiare
qualcosa. Dalla Groppa ci dirigiamo verso l'alto per poi una volta
in quota piegando a sinistra per paleo sino alla Foce di Valli, un
po' insidioso.
Da Foce di Valli
(quota 1266) è uno dei passi più famosi di tutte le Apuane prendiamo
il sentiero 110 che inizia a risalire la lunga cresta di
Costa Pulita,
che unisce, appunto, Foce di Valli al Forato. Il sentiero si tiene
sul versante garfagnino, ma si affaccia anche in più punti sui
dirupi versiliesi, percorrendo anche alcuni tratti di crinale. Si
puo’ accedere facilmente a vista alle quote principali, situate
nella prima parte: la maggiore (1300 m. s.l.m.) è a circa un quarto
del percorso e la traccia le passa appena al di sotto, tenendosi nel
bosco. Superata la bastionata più alta, si discende verso le due
successive selle ai piedi della cima nord del Monte Forato, quindi
si traversa in lieve salita, sempre sul pendio che guarda verso
Fornovolasco, fino a raggiungere il Grande arco del Monte Forato.
Intanto ha iniziato a piovere e questa volta la pioggia è tanta e
battente, abbiamo il guscio antipioggia ma serve a ben
poco, non abbiamo alternative dobbiamo continuare. E
continuiamo con attenzione per non scivolare su radici e terreno
fradicio, abbiamo preso il sentiero 110 che ci porta a Foce di
Petrosciana.
Dalla Foce non ci resta che ripercorrere i sentieri
percorsi in mattinata e tornare al punto di partenza.
Un’avventura che resta
La Groppa del Muflone non è
solo un toponimo curioso: è un viaggio tra boschi antichi, leggende
oscure, creste luminose e panorami sconfinati. È la conferma che
nelle Apuane ogni angolo custodisce una storia, e che ogni salita
regala una piccola, grande meraviglia.
Alla prossima