04/05/2025
Balzo Nero dalla cresta ovest o
Balza dei Colombi
ll monte Balzo Nero
(m.1315 s.l.m.), pur
facendo parte
dell'Appennino lucchese,
si differenzia da tutte
le altre vette per il
tipo di roccia dal quale
è formato: si tratta di
calcareniti che, però,
nella parte terminale,
lasciano il posto al
breccione, roccia di
colore scuro che
fornisce il toponimo
alla montagna.
Attenzione!
La presente pagina non vuole in
alcun
modo essere una guida
escursionistica o alpinistica, ma un
semplice racconto di una
giornata
e la
segnalazione di una bellezza
naturale e
culturale.
Quindi, la
presente pagina non sostituisce
ma presuppone
la consultazione delle
guide
e della
cartografia
in
commercio.
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L'uso delle informazioni della
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sempre a proprio rischio e pericolo.
A questo proposito, prima di
effettuare le escursioni, si
consiglia di chiedere sempre
informazioni aggiornate, riguardanti
lo stato dei sentieri che si
intendono percorrere, alle Sezioni
CAI che ne curano la manutenzione.
Ricorda inoltre che tutte le
valutazioni circa le difficoltà
delle escursioni, riportate sul
sito, sono prettamente soggettive.
Percorso:
Vico
Pancellorum, sentiero n°8, Balza dei Colombi, cresta Ovest,
Balzo Nero |
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Come Arrivare :
INDICAZIONI STRADALI
Da
Viareggio ci portiamo a Camaiore e percorriamo la strada che
porta a Lucca, la Freddana. Da Lucca imbocchiamo la strada
statale 12 dell'Abetone e del Brennero, passando Bagni
di Lucca e dopo circa dodici km. sulla
sinistra parte il bivio per Vico Pancellorum.
Periodo
consigliato:
Primavera - estate
Classificazione:
I l
percorso non presenta particolari difficoltà tecniche ma tutta
la salita si svolge su terreno assai ripido e instabile quindi è
un giro riservato ad escursionisti allenati e abituati a
procedere su questi tipi di terreno. utile
l'uso del GPS.
Difficoltà: EEA
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Sentieri:
8
Vico Pancellorum-I Piani-Poggio degli Agli
8B Vico Pancellorum
- i Piani per la grotta dei Porci.
L'escursione, comunque, viene svolta prevalentemente fuori sentiero
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Tempo di percorrenza:
6,40 ore (andata e ritorno
compreso le soste) Dettagli
tecnici dell'escursione
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Partenza:
Parcheggio di Vico Pancellorum (circa 621 m s.l.m.)
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Arrivo:
Vetta del Balzo Nero (1315 m s.l.m.)
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Difficoltà:
EE (Escursionisti Esperti)
-
Dislivello totale:
circa 694 mt
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Note:
Terreno ripido e instabile, presenza di tratti esposti e
passaggi rocciosi. Si consiglia l'uso di scarpe da trekking
robuste e, in caso di condizioni meteo variabili,
attrezzatura adeguata.
Tipo di percorso:
Anello
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Acqua:
Al parcheggio del
paese di Vico Pancellorum, lungo il sentiero n°8 |
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Punti sosta: Nessuno |
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Escursione impegnativa
per il dislivello e tratti esposti
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Certe montagne non si
dimenticano. Alcune ti lasciano qualcosa dentro – un’immagine, un suono,
una vertigine – che continua a vivere ben oltre il tempo
dell’escursione. Il Balzo Nero,
nascosto nella selvaggia Val di
Lima, è una di quelle montagne. Forse non avrà la fama delle
Apuane, che per una volta lasciamo alle spalle, ma possiede una forza
misteriosa, antica. Una bellezza ruvida, primitiva. Quasi solitaria.
Il suo nome – Balzo Nero – lo
deve al grande blocco di
breccione scuro che ne incorona la vetta, contrastando con le
rocce chiare di calcare che lo circondano. Sembra un masso caduto dal
cielo, o appoggiato lì da qualche gigante dimenticato. E da sempre
attira chi ama esplorare luoghi poco battuti, dove la natura detta
ancora le sue regole.
Questa volta abbiamo deciso di salirci da
ovest, lungo quella
cresta irregolare e poco definita che chiamano
Balza dei Colombi, la
cresta ovest. Un percorso affascinante, impegnativo, a tratti insidioso,
ma capace di regalare emozioni forti e panorami che valgono ogni fatica.
-
Il viaggio comincia da un nome
Partiamo da Vico
Pancellorum, paesino arroccato dal nome curioso, la cui
origine si perde tra le pieghe della storia e della leggenda. C’è
chi parla dei fratelli
Pancelli, esuli romani rifugiatisi qui secoli fa. Altri
scomodano riferimenti religiosi, con il suggestivo
panis celorum, “pane dei
cieli”. Ma la teoria più solida resta quella contadina:
panicellum, una biada
antica, coltivata da queste parti nei secoli passati. Qualunque sia
la verità, Vico Pancellorum è il nostro punto di partenza.
Dal
parcheggio scendiamo per una ripida strada asfaltata fino a
imboccare il sentiero CAI
n. 8. Dopo un primo tratto su sterrato forestale, entriamo
nel bosco. Il cammino è ben segnato, Siamo
pronti e dal parcheggio scendiamo percorrendo la ripida strada
asfaltata sino al primo tornante dove sulla destra parte il sentiero
n° 8. Inizialmente è una strada sterrata per uso forestale (?), dopo
breve tratto diventa un sentiero. Si cammina per circa una
trentina su sentiero ben tenuto e segnato, ad un tornante
tralasciamo un sentiero che scende al torrente Coccia, affrontiamo
ancora alcuni tornanti e poi attraversiamo una grande frana, un
cartello avvisa "Frana in movimento". Non credo ci sia immediato
pericolo ma comunque l'abbiamo attraversata velocemente, senza
indugio.
-
La
cresta si alza come una sfida
Poi, improvvisamente,
davanti a noi si alza la parete verticale che dà inizio alla cresta
ovest. Inutile tentare qui: si prosegue ancora un po’ fino a trovare
l’accesso giusto, un
canalino nascosto, coperto di paleo. Inizia la salita vera.
E subito è dura.
Il terreno è
scivoloso,
fangoso, franoso. Le piogge della notte hanno lasciato in eredità un
fondo instabile, che non dà sicurezza. Cerchiamo di raggiungere
delle rocce più solide sulla destra, ma la situazione non migliora.
I piedi affondano, si scivola, si sale lenti. Eppure la cresta ci
attira, ci chiama.
Puntiamo un risalto roccioso dalla forma
triangolare e da questo ci dirigiamo a destra puntando alla
cresta ovest. Lo raggiungiamo, e da lì finalmente prendiamo
quota. Ora siamo sulla
cresta vera, e comincia l’avventura.
-
Verso l’alto, tra esposizione
e bellezza
Si cammina tra tratti di paleo e sezioni più tecniche.
Si superano due pareti verticali, aggirandole a sinistra con
prudenza. Poi si sale uno
spigolo esposto emozionante, ma mai troppo difficile.
Si guadagna quota. Le gambe si fanno sentire, ma lo spettacolo
attorno ripaga ogni sforzo: valli profonde, pareti maestose.
Ancora una traversata, un canale, un crinale che sembra vetta... ma
non lo è. L’ultima salita si presenta davanti a noi, ripida e
ostinata. Entriamo in una
faggeta che offre un po’ d’ombra e, finalmente, terreno più
stabile. Alla sua uscita, ci ritroviamo su paleo, sotto la vetta.
Qui l’indecisione: destra o sinistra? Ma un
canalino diretto
ci invita. Saliamo per quello, ripido ma non pericoloso. E in pochi
minuti, eccoci in cima.
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La vetta e il ritorno
1315 metri. Il
Balzo Nero è nostro. E il panorama è mozzafiato:
Apuane, Controneria, Prato
Fiorito, Monte Bargiglio, e più in là le linee appuntite
della Penna di Lucchio.
Una bellezza selvaggia, non addomesticata, che ci avvolge in un
silenzio potente.
Restiamo in vetta a lungo, in silenzio, a
goderci ogni scorcio. Poi, come sempre, arriva il momento di
scendere.
Prendiamo il
sentiero CAI n. 8 Bis, che cala dal versante nord. Il
percorso è più facile, tranquillo. Camminiamo sereni, parlando poco.
In località I Piani
incrociamo di nuovo il sentiero n. 8 che ci riporterà a
Vico Pancellorum.
Ancora un paio d’ore – o forse meno, se si cammina con passo buono –
tra boschi, tornanti e la gola del
torrente Coccia,
che scorre giù invisibile ma sempre presente.
Rivediamo i luoghi
del mattino: la frana, il bivio, il sentiero che sale alla Balza dei
Colombi. Poi la sterrata, e infine il paese.
-
Una montagna che resta
Abbiamo concluso un’escursione
vera, intensa, a
tratti faticosa ma incredibilmente appagante. Il
Balzo Nero non è
per tutti: serve esperienza, allenamento, rispetto per la montagna.
Ma chi ha voglia di mettersi alla prova troverà qui un piccolo mondo
selvaggio, affascinante e tutto da scoprire.
E quando torni a
casa, te lo porti dentro.
Fonti: Lorenzo Verdiani
Alla prossima