18-19-20 agosto 2009 TRAVERSATA DELLE ALPI APUANE

Percorso: Foce di Pianza, Foce di Navola, Foce Rasori, Finestra del Grondilice, Orto di Donna, Foce di Cardeto, Passo della Focolaccia, Monte Tambura, Passo Tambura, Campaniletti, Arnetola, Passo Sella, Ponte Merletti, Campanice, Fociomboli, Mosceta, Foce di Mosceta, Foce di Valli, Monte Forato, Foce di Petrosciana, Alpe della Grotta, Foce di Gratta Culo, Foce di San Rocchino, Farnocchia, Foce di S. Anna, S. Anna, Val di Castello, Pietrasanta Segnaletica: CAI Bianco rossa - 173 Capanna Garnerone-Foce di Monte Rasori-Foce di Navola-Foce di Vinca-Foce del Pollaro-Foce del Faneletto-Foce di Pianza-Retroborla-Campocecina-Rifugio Carrara
 186 
Capanna Garnerone-Foce di Monte Rasori-Finestra Grondilice-Rifugio Orto di Donna   179Foce di Giovo-Rifugio Orto di Donna-Foce di Cardeto-Passo della Focolaccia-Bivacco Aronte
148
Passo della Tambura-Vetta Monte Tambura-Passo della Focolaccia 
35
Resceto-Casa del Fondo-Finestra Vandelli-Passo della Tambura-Arnetola
31 Azzano-Foce del Giardino-Cervaiole-Strada marmifera per le cave del Fondone-Arni-Strada Marmifera per il Passo Sella-Passo Sella-Arnetola
129 Ponte Merletti-Passo Fociomboli-Retro Corchia-Rifugio del Freo-Foce di Mosceta
125 Foce di Moscheta-Foce di Valli
110
6
 Stazzema- Fonte di Moscoso-Foce di Petrosciana-Petrosciana-Fornovolasco
121 
San Rocchino-Grattaculo-Rifugio Forte dei Marmi-Fonte di Moscoso
 3
Capezzano-Foce Sant'Anna-Farnocchia-San Rocchino-Grattaculo-Foce del Pallone-Alto Matanna-Palagnana 
4
Valdicastello-Case di Berna-Foce di Farnocchia-Farnocchia
Classificazione: EEA Tempo di percorrenza:  Complessivamente circa 27 ore ( 9 ore il primo giorno, 8 per il secondo e 10 per il terzo
Acqua: Ai rifugi Orto di Donna, Nello Conti, Mosceta, e Forte dei Marmi all'alpe della Grotta, Sul sentiero 6 alla Fonte di Moscoso, in prossimità del rifugio F. dei Marmi, sul sentiero n° 3, a S. Anna Punti sosta: Rifugi Orto di Donna, Nello Conti, Mosceta, e Forte dei Marmi all'alpe della Grotta
Traccia gps Periodo consigliato: Primavera Estate

Gli appassionati di escursionismo nati tra la Lunigiana la Garfagnana e la Versilia hanno un sogno, un desiderio. Che è quello di attraversare in tutta la sua grandezza l'arco delle Alpi Apuane.
Così quest'anno Alessandro, Leo , Angela ed io (Marco) decidiamo che è la nostra volta, dobbiamo provare l'emozione di essere immersi in quel fantastico mondo naturale così vicino casa. Vogliamo essere proiettati e trovarci in quel paradiso terrestre che così meravigliosamente ci attrae.
Chi conosce le nostre montagne sa perfettamente che non sono proprio scampagnate sa che troverà salite erte e discese impegnative. Sicuramente non troverà ghiacciai e crepacci ma non mancheranno baratri e passaggi vertiginosi su cui dover fare molta attenzione.
Ma noi ci sentiamo pronti ed anche se il programma che ci siamo dati è impegnativo siamo carichi al punto giusto per affrontare la nostra lunga escursione.
E' il giorno della partenza. E la nostra amica Bruna si offre di accompagnarci a Campocecina sul versante Apuano-Carrarino e luogo da dove prenderà il via la nostra camminata.
Sono le ore 08,00 del 17 Agosto e siamo ai piedi del monte Sagro e dopo avere indossato zaini e scarponi muoviamo i primi passi. Siamo già venuti parecchie volte in questo luogo ed ogni volta, come se fosse la prima, sentiamo come se il nostro cuore venisse stretto in una morsa, sappiamo e ne siamo consapevoli che il marmo è vita è pane ma vedere che la montagna viene graffiata, offesa violentata da farcela trovare ogni volta morfologicamente cambiata ci fa stare male.
La prima parte del tragitto che costeggia il monte Sagro sul versante sud sud-ovest è quasi interamente pianeggiante con solo alcuni brevi tratti in salita fino a giungere sulla cresta ovest praticamente la prima terrazza che si affaccia sul versante nord nella valle di Vinca possiamo ammirare la maestosità del monte Pizzo d'Uccello che sovrasta il paese di Vinca. E più in lontananza i monti dell'Appennino della zona del Passo del Cerreto.
Proseguendo sul versante nord dal monte Sagro il sentiero se pur in discesa diventa un po' più impegnativo ci sono comunque alcuni cavi in acciaio per aiutarsi. Il tratto non è comunque molto lungo. Arriviamo quindi alla foce di Rasori dove facciamo una breve sosta per affacciarci sul versante ad Est direzione foce di Luccica e più in lontananza e fuori dalla nostra visuale il paese di Colonnata. Il tempo di tirare un po' il fiato e si riparte. Il sentiero adesso è molto bello attraversa un bosco di faggi poi di conifere ed in questi tratti anche il nostro chiacchericcio si fa più sciolto ed intenso. Oltrepassiamo la foce di Navola e ci accingiamo ad incontrare quello che sarà, uno, se non il tratto più impegnativo della tappa odierna il versante sud del Monte Grondilice, quello che ci porterà alla passo omonimo per poi condurci in val Serenaia.
Prima di affrontare questa salita pensiamo sia il momento di rimettere carburante ed allora qualche minuto di sosta per mangiare e bere qualcosa è d'obbligo.
Qualche leggero dolore colpa dello zaino, delle scarpe, del caldo forse del pensiero di non essere troppo allenati ci mette un po' in ansia, ma la compagnia è buona ed una frase, una battuta al momento giusto serve ad alleviare molti dolori.
Ci incamminiamo di nuovo ed è subito salita non difficile ma abbastanza ripida il fiato si fa un po' corto ma bisogna andare. L'erba a breve lascia il posto alla roccia che sul monte Grondilice non è buona e sgretolandosi si trasforma in inerte più o meno grande da rendere ancora più difficoltoso il cammino. Di tanto in tanto pochi secondi per riprendere fiato e via. Leo si offre di prendere lo zaino di Angela (d'altra parte a cosa servono i mariti?) e viene subito accontentato. Ma è abbastanza leggero e lui è un grande atleta.
Eccoci così giunti al passo o finestra del Grondilice. Lo spettacolo che vediamo è indescrivibile da tanta grandiosità i monti Pisanino, Cavallo, Contrario i Pizzi di Cardeto ecc. sono qualcosa di talmente imponente e maestoso da toglierti il fiato.
Purtroppo sapevamo che anche la Val Serenaia è zona che viene defraudata e come già la mattina la sensazione che abbiamo avuto nell'incontrare le cave è la stessa.
Decidiamo di proseguire per fare un'altra sosta al rifugio che vediamo sotto il monte Contrario è quasi l'ora di pranzo ed allora perché invece di mangiarci le barrette energetiche che abbiamo nella zaino non ci facciamo un panino con il prosciutto ed una birra che forse sono un po' più saporiti.
Rifocillati continuiamo il nostro pellegrinaggio in direzione foce di Cardeto sotto gli omonimi Pizzi ed il Monte Cavallo il sentiero se pure abbastanza coperto dall'erba è bello e facile. Ogni tanto piccole soste per ammirare la Val Serenaia e il versante est del Pizzo d'Uccello e di Foce a Giovo.
Attraversato il Passo Cardeto scendiamo verso la cava della Foccolaccia ed anche qui purtroppo troviamo che dall'ultima volta l'aspetto morfologico per causa dell'uomo è cambiato. Una visita doverosa al Bivacco Aronte (Rif. Più antico delle Apuane di proprietà del C.A.I. Di Genova) sopratutto per i nostri amici Leo e Angela che non erano mai venuti in codesta zona.
Stiamo per affrontare l'unica vetta che faremo durante tutta la nostra traversata il monte Tambura secondo ed ultimo tratto impegnativo della giornata. La salita a questa vetta è necessaria perché non vi sono altri sentieri per raggiungere il Rifugio Nello Conti ai Campaniletti che è la nostra meta della primo giorno escursionistico. Io ed Alessandro immersi forse un po' dai nostri pensieri o ricordi allunghiamo inavvertitamente il passo ed arriviamo in vetta con qualche minuto di anticipo sui nostri amici. Il panorama che và dalla costa Apuo-Versiliese e dall'Appennino fino alle vette più vicine a casa nostra come il monte Corchia e i monte Pania o l'Altissimo ci deliziano lo sguardo. Farci una foto di gruppo qui è quanto mai doveroso.
Ma la mala sorte è purtroppo sempre in agguato e così Leo ci dice che ha sentito un dolore abbastanza forte al ginocchio e fà abbastanza fatica a camminare.
Bisogna cercare comunque di arrivare al Rifugio. Aiutandosi con i bastoncini e camminando con molta attenzione scendiamo la cresta della Tambura ed arriviamo all'omonimo passo da lì in pochi minuti sul versante massese arriviamo al rifugio che si trova ai piedi sul versante sud del Monte Sella. Il dolore è ancora molto intenso ma il nostro amico aspetterà la mattina per decidere se proseguire l'avventura con noi.
E' vero che nei rifugi di montagna forse bisogna accontentarsi ma, secondo me, l'accoglienza dovrebbe essere credo gradevole ed il vitto un po' abbondante dato che presumibilmente chi arriva ha fatto fatica ed ha consumato molte calorie Cose che sono mancate in questo rifugio per l'alloggio e la pulizia niente da dire. Ci siamo consolati comunque con una bella serata di stelle ed ammirando il panorama delle luci della costa.
Dopo una ricostituente dormita alle 6,30 del 18/09 siamo a fare colazione nella sala del rifugio. La bella notizia e che Leo ha deciso di proseguire con noi, nonostante i preoccupati rimproveri di Angela, dato che il dolore sembra un po' essersi attenuato.
La nostra seconda tappa avrà come punto di arrivo la Foce di Mosceta. Eccoci quindi di nuovo in marcia risalendo il sentiero che ci condurrà a passo Tambura. Dove la decisione da prendere sarà quella di affrontare un tratto di via ferrata Vecchiacchi versante nord dell'Alto di Sella, ma è sconsigliabile perchè sembra sia in disuso, oppure quella di ridiscendere in località Arnetola per poi risalire verso Passo Sella e questa è la strada che decidiamo di prendere ed è il proseguimento della via Vandelli che parte da Massa ed arriva a Modena questa è una bella mulattiera sempre molto piacevolmente percorribile anche per i lavori di restauro che pensiamo fatti recentemente.
Arrivati ad un bivio sopra la località Arnetola in prossimità di una cava svoltiamo per Passo Sella, la strada che percorriamo anche se in salita abbastanza dura è all'interno di un bel bosco e la temperatura godibile ci attenua la fatica. Arrivati sulla foce di Sella spartiacque tra la valle dei paesi di Arni e quello di Vagli. Pensiamo sia il caso di tirare un po' il fiato e prendere la decisione se scendere verso Arni dalla via Marmifera attraversando le cave oppure prendere il sentiero per il Passo del Vestito e scendere magari dalla parte del rif. Puliti. Ma le condizioni di Leo che sembra risentire del dolore del giorno prima ci fanno decidere per la via carrozzabile. Arrivati al paese Angela e Leo, con nostro profondo dispiacere, ci comunicano che hanno deciso di mettere la parola fine a questa escursione e ritornare a casa in pullman. Così dopo uno spuntino ad un bar di Arni ci salutiamo ed io e Alessandro proseguiamo per strada asfaltata in direzione tre Fiumi per proseguire sulla s.p. di Castlenuovo Garfagnana poi per Ponte dei Merletti. Dove imbocchiamo l'erto sentiero che ci condurrà al rifugio Del Freo di Mosceta. Incontriamo il paese di Campanice. Bella località, ma purtroppo lasciata a se stessa. Viene in mente quando queste case, adesso rovinosamente diroccate, erano abitate quando questi luoghi avevano vita e le persone avevano il loro sostentamento dalla pastorizia o dalla raccolta di castagne e funghi o dall'agricoltura. E viene da domandarsi perché il Parco gli Enti preposti il Ministero o anche le Associazioni non cercano di rimettere in piedi qualche casa la chiesa le sorgenti perché, non si perda la memoria ed i valori verso il nostro passato e la natura.
Attraversato il paesino saliamo ancora fino ad incontrare la marginetta che sulla strada per Fociomboli è dirimpettaia del Monte Corchia. Con un breve tratto di carrozzabile arriviamo al bivio dove tenendo la destra ci immetteremo sul sentiero che ci condurrà al meritato odierno riposo.
Arrivati al rifugio è anche un piacere incontrare volti conosciuti amici di passate escursioni e bisbocce. Scambiare i racconti di percorsi fatti e da fare. E questo è avvenuto quando siamo arrivati a Mosceta gli amici di Capezzano Monte reduci anche loro da una traversata su di altro versante montano altri amici che hanno deciso di rubare una giornata al mare e dedicarla a soddisfare il piacere di vivere immersi nella natura. Ma tutti loro hanno deciso di rientrare in serata a valle quindi una volta salutati riprendono la via di casa mentre noi ci apprestiamo a passare la seconda notte.
Il trattamento che ci attende, possiamo senz'altro affermare che, è il medesimo della sera precedente con l'unica variazione. che questo, causa una gita di escursionisti più o meno adolescenti era più rumoroso. L'essere comunque davanti ad una bellezza naturale come è il Monte Pania e tutta la vallata di Mosceta ti ripaga di qualche piccolo disagio.
Sono le 7,00 del 19/08 una veloce colazione poi di nuovo zaino in spalla e riprendiamo il nostro giro. Sappiamo che oggi sicuramente sarà il più impegnativo, non tanto per la difficoltà del percorso ma per la sua lunghezza ed anche per gli strascichi di stanchezza prodotta dai Km e dalle salite dei due giorni precedenti. Ma la volontà di portare a giusta conclusione l'escursione non manca e questo ci basta per continuare. L'affiatamento tra me e Alessandro, mi sento di dire è buono, il dialogo non scarseggia certamente e questo ci aiuta e ci fa stare allegri sentendo anche un po' meno la fiacca.
I sali-scendi impegnativi del versante sud del Monte Pania ci provano subito le gambe. Attraversiamo i vari Canali che sopratutto in inverno vengono risaliti da alpinisti esperti sopratutto il famoso canale dei Carrubi. Incontriamo purtroppo anche qualche lapide, la più recente quella di un atleta che durante il Running della Pania ha lasciato qui la sua vita. Questa nota di tristezza che ci prende ci fa ricordare che mai bisogna sottovalutare le difficoltà che troviamo in questi luoghi. Bisogna sempre avere l'attrezzatura adatta l'abbigliamento le calzature i materiali ecc. e fare molta attenzione.
Proseguendo siamo arrivati alla Foce di Valli. Qui si congiungono i sentieri che arrivano dagli omonimi prati ,dalla cresta sud della Pania ,da Collemezzana, dal Paese di Fornovolasco, quello che abbiamo appena percorso e quello su cui proseguiremo. Ovverossia verso il Monte Forato per la Costa Pulita. Il tempo di rifocillarci un po' qualche foto qualche appunto, sempre per merito di Alessandro, e via di nuovo. Dopo poco eccoci davanti a quello spettacolo per il quale si raccontano leggende e storie infinite. Ma che secondo me è una meraviglia della natura il foro nel monte da cui trae il nome lo stesso il Monte Forato. Si resta sempre affascinati quando si arriva qui e si vede come la natura possa essere stata fantasticamente bizzarra e meglio della mano di qualsiasi artista essersi divertita a fare un'opera tanto speciale. Foto con  l'autoscatto: è doveroso oggi immortalarsi qui. Scendiamo verso la Foce di Petrosciana dove incontriamo un nuovo sentiero che risale ancora dal paese di Fornovolasco famoso e meta turistica per la Grotta del Vento.
Da qui scendendo ancora e passando sotto le splendide cime che sono il monte Nona ed il Monte Procinto arriviamo al Rifugio Alpe della Grotta. Pensiamo, che anche se non è l'ora di pranzo, di anticipare i tempi e mangiarci un panino con una fresca birra anche per fare una sosta che mai come in questa giornata è gradita. Le gambe sono un po' più pesanti e qualche piccolo dolore comincia a fare capolino la strada è ancora abbastanza lunga ma l'idea di mollare non ci sfiora neanche lontanamente abbiamo detto che arriveremo a casa a piedi e casa sia. Forza allora ripartiamo.
La prossima destinazione sarà il paese di Farnocchia. Che raggiungiamo dopo avere attraversato le Foci di Grattaculo dando da lì uno sguardo al versante Camaiorese del Monte Prana nella zona di Grotta all'Onda e Campo all'Orzo. E la Foce di San Rocchino dove incontriamo autovetture, provenienti dal paese di Pomezzana,di gitanti che sono a pranzo nel sovrastante Agriturismo. Giunti a Farnocchia ci torna la voglia che ieri abbiamo avuto a Campanice, cioè di trovare un bel ghiacciolo al limone ed al cedro, oggi non è un miraggio,  il bar c'è davvero e allora vai. Perchè quando ci sono rinunciare a questi lussi?
Casa non è poi così lontana ed allora ripartiamo affrontiamo l'ennesima ma sicuramente l'ultima salita che facendoci passare per il retro del Monte Lieto ci porta sulla Foce che ci farà discendere nel Paese di S.Anna, dove per noi è sempre doveroso rendere omaggio ai caduti per feroce mano nazista il 12/08/1944 ci rechiamo quindi a far visita al monumento l'Ossario.
Prendiamo quindi il sentiero che ci accompagnerà per la conclusione della lunga sgambata a Valdicastello Carducci. Confesso sinceramente che oggi mi sembra interminabile molto di più sicuramente di quando io ed Alessandro l'abbiamo affrontato in salita pochi giorni prima per la corsa podistica. La stanchezza la fa adesso veramente da padrona ma ormai abbiamo vinto noi.
Siamo in paese e di qui tra tre km circa troveremo il cartello Pietrasanta che come una linea di traguardo metterà la parola fine a questa meravigliosa escursione.
E' vero siamo stanchi ma soddisfatti. Siamo convinti di aver fatto qualcosa di grande non ci sentiamo degli eroi o dei super uomini abbiamo fatto quello che di umano era possibile. Abbiamo visto cose abbiamo avuto sensazioni straordinarie. Immersi nella natura e in tutte le meravigliose grandiosità che essa può offrirti e nei suoi silenzi riesci spesso ha ritrovare te stesso ed essere in pace col mondo. E quando il batter le ali di un uccello il soffio del vento il ruzzolare di un sasso o una farfalla e un insetto dispettoso ti portano alla realtà ed allora sorridi e sai di esser felice.
Forse o sicuramente abbiamo fatto una normale escursione ma sono convinto che resterà nei nostri ricordi per tutta la vita.
L'ultimo pensiero và a Leo ed Angela che con nostro profondo dispiacere hanno dovuto chiudere prima questa avventura il nostro augurio è quello di poter insieme a loro rivivere tante e tante escursioni.
Grazie anche a Bruna per l'apporto logistico.

Alessandro Navari e Marco Meccheri

Foto escursione

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