Corchia (m.1677) 23/10/2005
 


Veramente  volevamo andare a Arni  per la castagnata organizzata al Rifugio Puliti dal CAI di Pietrasanta.

Alle ore 7,30 ci troviamo a Pietrasanta io,Alessandro, Giuseppina, Guido, Luciana e Rossano.
Partiamo ma dal celo il previsto miglioramento non pare tanto imminente; si parte lo stesso. Imbocchiamo la provinciale per Seravezza e poi la statale per Castelnuovo di Garfagnana, dopo pochi chilomeri la galleria del Cipollaio troviamo una deviazione che indica appunto il paese di Arni:
Peccato che appena passata la galleria comincia a piovere, da prima una leggera pioggerella e poi sempre più insistente tanto che arrivati nella piazzetta del paese subito ci convinciamo che oggi non c'è niente da fare.
Non scendiamo neanche dalla macchina e riprendiamo subito la via appena percorsa.
Ma cosa facciamo, torniamo a casa? Proviamo a ripassare la galleria e vediamo che tempo fà nel versante verso mare.

Infatti da questa parte non piove, non è che sia una gran bella giornata ma non piove, decidiamo di andare a Passo Croce e di tentare la salita al Corchia.
Giunti in prossimità del paese di
Terrinca sulla sinistra, per noi che scendiamo verso valle, parte una strada asfaltata dove un cartello giallo indica il Passo Croce ed il "Rifugio Del Freo" ; alla fine di vari tornanti raggiungiamo il passo dove finisce la strada asfaltata, qui parcheggiamo il mezzo a quota mt. 1160.
A questa altezza siamo dentro le nuvole, ma comunque non piove e ormai ci siamo. Prendiamo subito la strada sterrata, chiusa da una sbarra che porta alle cave. 
Qual che notizia sul Monte Corchia: 
Il monte Corchia (m. 1677) è una montagna piuttosto uniforme se vista dalla Foce di Mosceta, acquista una certa imponenza a occidente e a mezzogiorno, dove cade con lunghe bastionate rocciose, convergenti ai Torrioni del Passo di Croce che rappresentano i pilastri angolari delle due fasce rocciose che cingono il Corchia a occidente e a mezzogiorno. Benché a monte si ricolleghino con scarsi dislivelli ai pendii dell'Antecima occidentale, sporgono verso il Passo di Croce con eleganti appicchi di aspetto dolomitico. Particolarmente imponenti sono il 1° e il 2° Torrione (da sinistra, guardando dal basso Ai piedi del boscoso versante settentrionale si stendono i prati di Puntato . La vetta è duplice, con un'Antecima Ovest (1630 m) distante 500 m dalla cima principale. Nei suoi fianchi si aprono numerose grotte interessantissime, quali la Tana dei Gracchi, la Tana dell'Omo Selvatico presso la Foce di Mosceta, la Buca del Cane, nonché il famoso Antro del Corchia o Buca di Eolo. Un'altra cavità a pozzo si trova sul versante E appena sotto la vetta. ( Dal sito UOEI Ripa di Versilia)  

Saliamo sempre per marmifera e oggi il panorama è proprio inesistente, una densa nebbia ci avvolge, passiamo dentro gallerie scavate nella montagna, dopo la prima si potrebbe prendere sulla sinistra un sentiero che ci porterebbe in vetta dal Canale del Pirosetto, questo itinerario è molto bello anche perchè si sale attraverso i maestosi torrioni del Corchia, comunque oggi non se ne parla nemmeno.
Percorriamo la strada e adesso si mette anche a soffiare un forte vento gelido finalmente giungiamo all'ultima cava da dove parte un sentiero che ci porta ben presto in cresta e senza difficoltà in vetta
(m.1677).

Restiamo proprio poco in vetta vento e nebbia ci costringono a una rapida discesa.
Le difficoltà iniziano appena scendiamo infatti le rocce viscide dall'umidità non ci rendono la vita facile.
Arriviamo a un pianoro dove gli scarponi tengono bene sulla roccia e sul ciglio i resti del vecchio bivacco Lusa -  Lanzoni, bivacco che veniva usato dagli speologhi che da qui raggiungevano uno degli ingressi delle gallerie dell'antro del Corchia. Lo lasciamo e continuiamo sul filo di cresta, in condizioni normali il percorso non presenta grosse difficoltà ma oggi con quest'umidità è davvero difficile non scivolare, finalmente dopo vari tornanti arriviamo ai prati di Mosceta e in breve giungiamo al Rifugio CAI Del Freo (1180 mt.) Qui un caffè è d'obbligo, intanto ci diamo un'asciugata e ci cambiamo le magliette zuppe di sudore e umidità.
La stufa è accesa e stiamo molto bene, mentre siamo li che ci sorbiamo la corroborante bevanda ci viene in mente che alla Fania potrebbe esserci Massimo e la Gabriella, li chiamiamo per sapere se ci sono davvero e la loro risposta affermativa ci fa riprendere gli zaini e dirigerci verso la loro casa.
Imbocchiamo il sentiero n°124 che passa sotto le pendici della Pania e in circa trentacinque minuti li raggiungiamo.
Sono ben felici di accoglierci e con la loro solita cordialità non tardano a dividere con noi il loro pranzo, inoltre con grande spirito altruistico appena hanno saputo dove avevamo la macchina non hanno esitato a dirci che ci avrebbero accompagnato risparmiandoci a noi una camminata di circa tre ore ma a loro fare un bel pò di strada in più anche se in macchina. 
Visto che non abbiamo più il pensiero di ripartire in fretta restiamo li a parlare e devo dire che con un bel camino acceso, un buonissima compagnia e un bicchierino di grappa, anche due, saremmo restati anche a dormire ma i doveri ci chiamano.
Eccoci pronti a ripartire alla volta di Colle a Iapoli dove giungiamo in meno di un'ora, Rossano che ha la macchina a PAsso croce sale con Massimo e vanno a recuperarla, noi invece scendiamo per sentiero verso Pruno e da qui verso il Cardoso.

Lo superiamo e in prossimità di Ponte Stazzemese vediamo arrivare Rossano che ci carica e torniamo a Pietrasanta.
Come giornata era cominciata male in senso atmosferico ma poi ci siamo accorti che un'amicizia
sincera può portare più sereno che un'assolata giornata estiva, le sensazioni che proviamo e il piacere di stare insieme contando l'uno sull'altro sono il collante del nostro gruppo e lo rendono sempre più unito.